Alcune voci sono come delle madeleine sonore capaci di rievocare stagioni della vita, ricordi ed emozioni fortissime anche a distanza di decenni. Tra queste quella di Giuni Russo, scomparsa il 14 settembre di vent’anni fa ma ancora presente nel catalogo emotivo di molti e molte di noi per la sua voce inconfondibile e le sue indimenticabili canzoni.
Basta accennare poche note di “Alghero”, infatti, per ripensare a “spiagge assolate, con languide occhiate, di sere d’estate” e tornare indietro con la memoria fino al 1986, anno di uscita di quello che oggi definiremmo come il classico tormentone estivo di una delle voci più iconiche e sperimentali della musica italiana. Brano nato dal particolare legame della cantante con la Sardegna, che alla città catalana regalò grande popolarità, ricambiata dieci anni fa con la dedica di una piazza con vista mare.
Nata a Palermo il 7 settembre 1951, sotto il nome di Giuseppa Romeo, Giuni si è affermata come cantautrice e interprete fuori dagli schemi, capace di fondere stili musicali apparentemente distanti tra loro. La sua carriera è stata segnata da una straordinaria versatilità vocale, un’estensione rara e un timbro immediatamente riconoscibile. Dall’eleganza del pop alla profondità della musica sacra, dal jazz all’elettronica, Giuni Russo ha esplorato una pluralità di generi, spingendosi sempre oltre i confini convenzionali della musica leggera italiana.
Collaboratrice di artisti visionari come Franco Battiato, a cui dobbiamo il testo di “Un’estate al mare” e Cristiano Malgioglio, Giuni ha saputo creare un percorso artistico unico, arricchito dalla presenza costante di Maria Antonietta Sisini, che le è stata accanto e ha collaborato con lei per oltre tre decenni. Insieme hanno dato vita a progetti artistici complessi e raffinati, contribuendo a far emergere la personalità audace e sperimentale di Giuni. Il suo talento non si limitava alla sola espressione musicale, ma si estendeva anche alla capacità di interpretare testi in numerose lingue tra cui spagnolo, portoghese, inglese, francese, giapponese, arabo e persino latino.
Per ricordarla, a distanza di vent’anni dalla sua prematura scomparsa, avvenuta a soli 53 anni, si è tenuto lo scorso 14 settembre a Roma il concerto “Voci parallele” a lei dedicato, nell’ambito della rassegna di spettacoli Eur Culture. Sul palco dell’Auditorium della Nuvola numerosi artisti che hanno reso omaggio a una delle voci più originali e innovative del panorama musicale italiano e internazionale attraverso i suoi brani iconici come “Un’estate al mare”, “La sua figura”, “Mediterranea” e “Morirò d’amore”.
Tra loro Alice, Antonella Ruggiero, Arisa, Dulce Pontes, Irene Grandi, Laura Catrani, Tenores di Neoneli, Paolo Fresu, Rita Pavone, Ron, Roberto Cacciapaglia, Simone Cristicchi e Amara, con un contributo video di Tiziano Ferro.
A distanza di due decenni dalla scomparsa Giuni Russo viene ricordata come un’artista d’avanguardia, in grado di unire mondi sonori lontani, rendendoli accessibili e profondamente emozionanti. E’ stata una donna capace di osare tracciando percorsi musicali audaci ma anche esprimere una forte spiritualità con una ricerca interiore che ha saputo trasferire, come eredità, nelle sue ultime canzoni.