Non si ferma nonostante la crisi, le zone rosse, arancioni e gialle, i dpcm che tengono ancora chiusi dopo un anno eventi e spettacoli, l’inarrestabile macchina creativa del Time in Jazz, il festival fondato e diretto da Paolo Fresu nel 1988. Trentaquattresima edizione dunque, sempre più ricca e densa di stimoli e contaminazioni, che parte dal jazz e tocca blues, sperimentazioni, musica tradizionale e folk. Il festival è stato presentato stamattina con una conferenza stampa a cui era presente Paolo Fresu, a lui il compito di raccontare “Stelle”, il tema scelto per quest’anno, ispirato a Dante Alighieri a settecento anni dalla morte e alla sua Divina Commedia: “Attilio Momigliano, critico letterario vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, identifica nelle stelle la vera meta di Dante Alighieri. Non a caso queste ricorrono alla fine di ognuna delle cantiche della Divina Commedia. Sono un’ode all’amore, nobile sentimento che anima il mondo e la vita e che il poeta fiorentino descrive attraverso la raffinata metafora degli astri”.
Taglio del nastro per il festival, che l’anno scorso è stato insignito dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, sabato 7 agosto: fino a lunedì 16 agosto tra Berchidda, Arzachena, Buddusò, Luogosanto, Olbia e altri paesi tra Gallura e Logudoro si snoderà il ricco calendario di appuntamenti in spazi diversissimi, dalle chiesette di campagna alle piazze, dagli scenari naturali in mezzo ai boschi fino a siti archeologici suggestivi e poco noti.
“Superato il momento pandemico della scorsa edizione – sottolinea Paolo Fresu – ci sentiamo pronti e motivati ad affrontare il presente sotto la buona stella della passione e della condivisione che da sempre ha permeato Time in Jazz. Un festival che esula dai generi come il jazz ci ha insegnato e che brilla di luce propria. Al ritmo pulsante della galassia sonora che illumina le infinite notti stellate della Sardegna e i suoi bassi cieli africani”.
Tra i progetti più attesi in programma, “Heroes”, dedicato a David Bowie e presentato due anni fa a Monsummano Terme, in Toscana, e di recente registrato nell’omonimo cd pubblicato da Paolo Fresu in occasione del suo sessantesimo compleanno. Insieme al trombettista sardo, sul palco di Berchidda (l’11 agosto) cinque nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale: la cantante Petra Magoni, Francesco Diodati alla chitarra, Francesco Ponticelli al basso, Christian Meyer alla batteria e, al trombone e all’elettronica Gianluca Petrella, che il pubblico di Time in Jazz potrà applaudire ancora sia alla testa del suo gruppo Cosmic Renaissance (il 13 a Berchidda) sia affiancato dal vibrafonista Pasquale Mirra (il 12 a Buddusò).

Altro impegno in agenda anche per Petra Magoni, che sotto l’insegna del duo Musica Nuda insieme al contrabbassista Ferruccio Spinetti, sarà protagonista (il 9 agosto) di un evento attesissimo a ogni edizione del festival: il concerto in omaggio a Fabrizio De André a L’Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania che a metà anni Settanta divenne la dimora del grande cantautore genovese in terra sarda.
Appuntamento immancabile del festival è anche la traversata marittima in musica a bordo della nave della Corsica Ferries–Sardinia Ferries in viaggio da Livorno a Golfo Aranci, che stavolta (data ancora da stabilirsi in base all’evolversi dell’emergenza Covid) imbarcherà voci, ukulele e percussioni di Sara Magon e Clara Zucchetti con il loro repertorio ispirato perlopiù alle musiche tradizionali dei più disparati angoli del mondo.
Diverse altre voci si ascolteranno questa estate a Time in Jazz: Fabio Concato (il 14 a Berchidda), Mario Venuti (il 9 a Porto Rotondo), John De Leo (il 10 a Telti). E si ascolteranno anche suoni della tradizione sarda con gli organetti di Pierpaolo Vacca e del giovanissimo Giacomo Vardeu (il 15 a Berchidda); tradizione che, da isola a isola, si incrocerà con quella celtica in una “Suite Sardegna” proposta ad hoc dalla violoncellista irlandese Naomi Berrill (il 12 a Bortigiadas).

Ma è il jazz nelle sue diverse declinazioni e nei suoi immediati dintorni a fare la parte del leone nel programma: ecco in arrivo a Berchidda (il 12 agosto) il trombettista Avishai Cohen, stella del jazz israeliano, alla testa del suo gruppo elettrico Big Vicious; ed ecco poi una variegata rappresentanza della scena italiana: il trio Floors di Filippo Vignato (trombone, effetti), Francesco Diodati (chitarra) e Francesco Ponticelli (contrabbasso, elettronica), tre giovani musicisti tra i più interessanti della nuova scena jazz italiana (l’11 a Budoni); il quartetto di Matteo Pastorino (l’11 a Loiri Porto San Paolo), voce emergente del clarinetto in Europa, nato e cresciuto in Sardegna ma di stanza a Parigi; il trio MAT (il 13 a Ittiri) di Marcello Allulli (sax tenore), Francesco Diodati (chitarra) e Ermanno Baron (batteria), sulle scene dal 2007 e prossimo a firmare il suo quarto album; Fabio Giachino, artista eclettico, attivo come pianista entro i confini del jazz e della musica improvvisata ma anche come producer nella musica elettronica (il 10 a Luogosanto); il Trio Bobo, formazione di impronta jazz-rock nata nel 2002 intorno dalla sezione ritmica di Elio e le Storie Tese, ovvero Faso (basso) e Christian Meyer (batteria), più il chitarrista Alessio Menconi (il 10 ad Arzachena); il pianista Paolo Di Sabatino alla testa del suo trio (il 14 a Mores) con Marco Siniscalco (basso) e Glauco Di Sabatino (batteria), lo stesso organico che il pubblico di Time in Jazz ritroverà sul palco anche ad accompagnare in concerto Fabio Concato; e, ancora, il pianista umbro Ramberto Ciammarughi sia in solo (il 14 a Bulzi), sia in compagnia dello scrittore Gavino Ledda e di Paolo Fresu per dare forma a una produzione originale in tema con questa edizione di Time in Jazz, “Sa Divina Cummedia” (il 13 a Oschiri). A Paolo Fresu spetterà anche il compito di chiudere la serie di concerti in quello che è ormai da qualche edizione il teatro dell’ultimo atto del festival, lo Stagno di San Teodoro (il 16 agosto): ad affiancare il trombettista, questa volta, un protagonista del jazz scandinavo, il contrabbassista svedese Lars Danielsson, per ripercorrere dal vivo note e emozioni del loro album “Summerwind”.
Berchidda è culla di tanti talenti e realtà musicali che anche quest’anno troveranno spazio nel festival: come la storica Banda Musicale “Bernardo De Muro”, la Funky Jazz Orkestra, il batterista Giovanni Gaias, impegnato con il suo trio (Jim Solinas all’Hammond, piano e synth, e Giuseppe Spanu alla chitarra) tutte le notti nello spazio dopoconcerto, Time After Time, insieme a ospiti ogni volta diversi (il sassofonista campano Vincenzo Saetta, e i sardi Menhir & Dj Kork, il bassista Gavino Riva, la cantante Manuella), e poi sul palco di piazza del Popolo, con la partecipazione del duo blues Don Leone e del chitarrista tuareg Bombino, per la tradizionale festa di Ferragosto.

Forte del riuscito debutto dell’anno scorso, ritorna poi il “FestivalBar”, la serie di showcase in scena ogni sera nei bar berchiddesi; quasi un festival nel festival, a cura di Michele Pinna e Luca Devito, che farà anzi da apertura alla dieci giorni di Time in Jazz il 7 agosto. Protagonisti alcune delle proposte più interessanti del panorama musicale sardo – la cantautrice sassarese Angela Colombino, l’olbiese Bella Socio del collettivo Negative Outcomes, il cantautore algherese Davide Casu, The Giannies con il loro punk e rock’n’roll, Black Victor & Williboy Taxi, ovvero Vittorio Pitzalis, tra i bluesman più rappresentativi della Sardegna, e William Rossi – e altri artisti in arrivo invece dalla Penisola: The Blues Against Youth, il Lovesick Duo, e il rock-blues dei Caboose.
Non solo musica: laboratori e incontri per bambini, presentazioni di libri, film e documentari, mostre artistiche e fotografiche, incontri e degustazioni chiuderanno il calendario del festival.
Tutti gli appuntamenti, come di consueto, saranno a ingresso gratuito, a eccezione dei concerti in programma sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda e dell’omaggio a Fabrizio De André a L’Agnata. Come già l’anno scorso, nel rispetto delle misure anti-Covid, sarà possibile accedere ai concerti solo con biglietto o abbonamento digitali, scaricabili su smartphone e da esibire all’ingresso, che si potranno acquistare prossimamente online su Vivaticket. Una modalità che garantisce la possibilità di osservare il distanziamento interpersonale, di evitare gli assembramenti all’ingresso e il contatto fisico con il biglietto cartaceo. Sarà obbligatoria anche la prenotazione per i concerti con ingresso gratuito secondo le modalità che verranno indicate in seguito.
Tutte le informazioni e il programma completo sul sito Time in Jazz.
 
			 
    	




 
							





