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‘The Dress of Memories’ chiude la tournée internazionale, la regista Alice Capitanio: “Mi piace l’arte che mi costringe a pensare”

Di Giacomo Pisano
08/06/2024
in Musica e spettacolo
Tempo di lettura: 3 minuti
‘The Dress of Memories’ chiude la tournée internazionale, la regista Alice Capitanio: “Mi piace l’arte che mi costringe a pensare”

New York, Berlino, Stoccarda, Dublino, Valencia e Madrid. Tra aprile e maggio la Compagnia B di Alice Capitanio ha concluso al Teatro massimo di Cagliari una prestigiosa tournée internazionale che ha visto lo spettacolo ‘The Dress of Memories’ accolto con grande plauso.

La tournée è stata realizzata con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma Per Chi Crea e con il contributo della Regione Sardegna e della Fondazione di Sardegna, l’assistenza alla regia e l’organizzazione sono stati affidati a Elena Piseddu, la produzione a Luca Sorrentino.

Tema portante di questa produzione è l’addio, un tema scomodo, difficile e doloroso che si sviluppa a partire dal vestito (i costumi sono realizzati dal designer Filippo Grandulli, ne abbiamo parlato qui e qui) come elemento centrale e portante della narrazione. Parte da qui infatti una riflessione che ci immerge nella trasformazione, nel cambiamento, in un futuro che necessariamente deve fare i conti col passato e affrancarsene.

“Mi ha colpito particolarmente Valencia. È una città sensibile al teatro sperimentale – ci ha detto la regista Alice Capitanio –  qualsiasi forma d’arte per me deve avere dei buchi che il pubblico è chiamato a riempire con il suo vissuto. Un formaggio gruviera insomma, per dirla in modo semplice, che ci consenta di completare un’opera con qualcosa di nostro. Vale anche l’arte figurativa, penso a ‘Guernica di Pablo Picasso’ e sento l’urlo della madre che regge il corpicino del figlio. Quell’urlo in effetti non c’è, devo fare uno sforzo io per immaginarlo, per sentirlo ed entrare veramente in connessione con l’opera”.

Il tema della separazione e dell’abbandono usano l’espediente narrativo della chiamata alle armi, quindi alla guerra, ma trascende poi nel simbolo, divenendo anche, e soprattutto, una separazione da noi stessi. “Ci inseriamo in questo modo in un dibattito globale – prosegue la Capitanio – si parla della perdita di affetti, di persone che abbiamo lasciato andare, della necessità di farlo per andare avanti. È la consapevolezza della crescita e del cambiamento”.

‘The Dress of Memories’ prende il nome da un laboratorio nato durante un’esperienza alla Fashion Week del Qatar, più precisamente nella capitale Doha. “Qui abbiamo ragionato molto sull’abito sardo, sul fatto che anche da noi, come in altre culture, i colori, i dettagli e le forme dei vestiti corrispondono a dei traguardi sociali, come la raggiunta maturità, la vedovanza –  prosegue la Capitanio – segnano un passaggio che è personale ma anche culturale e sociale. Da qui parte lo studio sullo spettacolo che poi è di fatto un viaggio emozionale attraverso i confini del dolore e della resilienza umana, in cui i protagonisti si trovano a confrontarsi con l’amara realtà della separazione che determina trasformazione. Esplora il delicato equilibrio tra il desiderio di conservare la vita che si conosce e la necessità di partire e cambiare, tra l’illusione di eternità e la crudeltà dell’addio. Ecco lo definirei così: uno spettacolo teatrale e musicale dedicato alla condizione dell’addio, indagata attraverso un mondo sospeso tra ciò che si è stati e si è e ciò che si diventerà”.

I personaggi, interpretati da Agnese Fois, Emanuele Bosu, Roberta Crivelli, Leonardo Tomasi, si sono misurati con l’incertezza del futuro tra paure e speranze, aggrappandosi al passato e ai loro ricordi, muovendosi in uno spazio incredibilmente simile alle vite di ognuno di noi.

Contributo fotografico di Ales&Ales

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