Lo stilista cagliaritano affida alla regia di Daniele Coppi un fashion film che parla di rinascita attraverso una collezione moda primavera-estate che parla il linguaggio del vento.
Sul sito www.filippograndulli.it e sui canali social del brand, giovedì 21 ottobre è stato lanciato “Bentu estu”, fashion film che, oltre a mostrare le scelte di design dello stilista Filippo Grandulli, racconta una storia che ha per protagonista la natura. Ancora una volta gli abiti sono inseriti in un contesto narrativo importante, consegnano un messaggio di speranza, di leggerezza, di rinascita appunto.
Dopo il precedente lavoro “Su feli”, che inscenava tutta la rabbia e la determinazione per uscire dalla posizione di stallo a cui ci aveva condannato il Covid-19, ora è la natura il cuore del messaggio caro a Grandulli. Dopo i rovinosi incendi che hanno devastato il territorio sardo mutando il suo profilo per gli anni a venire occorre sperare in un vento fresco, forte, foriero di pollini e semi in grado di restituire alla terra nera di cenere il suo manto verde: il maestrale.
“È risaputo che il maestrale ripulisce l’aria, i mari e perfino i nostri pensieri. Porta via tutto. Reduci dal fuoco che ha portato caldo e rovina, adesso si ha bisogno di tornare ad essere cristallini – ha detto Grandulli – così come l’acqua con il maestrale”.
Il percorso di rivitalizzazione, reso simbolo dal grande tronco annerito che muta in infante dopo la rigenerazione dell’acqua, parte dalle tortuose campagne di Las Plassas e della Trexenta, fino a raggiungere la costa e perdersi nel luccichio di un mare dall’orizzonte infinito. Qui vanno in scena gli abiti di Filippo Grandulli: “Nessuna esagerazione, nessuna innovazione a tutti costi – ha dichiarato lo stilista – ho voluto portare leggerezza e concentrare lo sforzo creativo sulla scelta dei tessuti e del design“. I capi sono una conferma della cifra stilistica che appartiene al marchio: tanto nero e tanto bianco, ma spazio anche per colori densi, carichi di significato e ispirati all’acqua. Lo stile di Grandulli sposa le esigenze di un Occidente che ama i vezzi evidenti ma moderati e strizza l’occhio all’Oriente per la scelta dei tagli che privilegiano asimmetrie e volumi importanti. Il risultato finale di queste combinazioni è cinetico. Gli abiti hanno una struttura ampia e, come il mare, una superficie increspata, per via dell’accostamento tra cotone e sete giapponesi che intrappolano un piccolo moto ondoso nella loro lavorazione, privilegiando arricciature e sfilacciamenti mossi dal vento. Le trasparenze giocano un ruolo importante nel definire un’immagine ariosa e allo stesso tempo solida, i volumi infatti creano involucri delicati come crisalidi ma fieri come armature.
Il richiamo alla geometria è evidente anche nei gioielli realizzati dalle abili mani artigiane della designer Furighedda, che ha collaborato anche in precedenza con Grandulli, e nella scelta della musica, ancora una volta firmata dalla producer e musicista Marascia che, con i suoi loop ipnotici, restituisce l’idea di un viaggio dinamico e pieno di speranze. A completare lo staff di questo film ci sono la voce narrante affidata a Laura Mura e i sottotitoli in lingua sarda opera dell’attrice Antonella Puddu.
“La collezione manifesta il ritorno alla semplicità grafica che contraddistingue il mio stile, come su una tela bianca – conclude Grandulli – l’irriverenza delle pennellate create con applicazioni di cotone nero simboleggiano il caotico movimento del maestrale che porta via tutto: il caldo, l’umidità e I brutti momenti”.