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Teresa Medde, campionessa del mondo di Windsurf si racconta. “Quella volta che a dodici anni sola tra le onde ho avuto paura del mare”

Di Natascia Talloru
31/05/2025
in Interviste, Sport
Tempo di lettura: 6 minuti
Teresa Medde, campionessa del mondo di  Windsurf si racconta. “Quella volta che a dodici anni sola tra le onde ho avuto paura del mare”

Sventola la bandiera dei quattro mori nel mare di Ostia e di tutta l’Europa dopo la conclusione lo scorso aprile del campionato europeo di windsurf categoria Techno 293, grazie alle prodezze della windsurfista cagliaritana Teresa Medde, eletta nuovamente campionessa europea,  oro nella categoria Under 19 e oro nell’assoluto, che si riconferma come uno dei talenti più promettenti a livello internazionale.

Teresa Medde, già incoronata la scorsa estate campionessa del mondo sul Lago Balaton, in Ungheria, e Campionessa d’Europa ad Atene, a soli diciassette anni (quasi diciotto) raggiunge così un ulteriore traguardo, con una prestazione ‘in casa’ nelle acque italiane di Ostia, che l’ha portata a dieci vittorie su undici prove disputate in appena tre giorni.

Una passione, quella per il windsurf, nata un po’ per caso a soli sette anni insieme alla sorella, prima con la scuola vela “su suggerimento di un’amica che frequentava il Windsurfing Club Cagliari, e in seguito col windsurf“, ci ha raccontato la campionessa in questa intervista in cui abbiamo tracciato i suoi timidi primi passi sino alle attuali entusiasmanti vittorie. E per il futuro? Forse il futuro non avrà solo il colore del mare.

“Ho iniziato a fare le gare agonistiche quando avevo otto anni. Non è stato sempre semplice, all’inizio certe situazioni mi spaventavano, ma in fondo non ho mai avuto grandi difficoltà e non ho mai pensato di interrompere questo percorso. Solo di recente ho avuto il dubbio se continuare oppure no perché hanno cambiato la classe olimpica, su cui non mi trovavo molto bene anche a livello fisico e quindi ho deciso di  continuare solo su Techno“.

Spiegaci meglio, cosa significa classe Techno 293?

Techno 293 è la classe con cui ho vinto e nella quale ho sempre gareggiato. Inizialmente era una classe propedeutica alla classe olimpica che quando ho iniziato a fare windsurf era l’RS:X. Poi qualche anno fa hanno modificato la classe olimpica dall’RS:X al Foile. Il Foile si riferisce a una struttura a vela che plana sull’acqua. C’è stato quindi un cambio di attrezzatura perché le dinamiche in acqua risultano completamente diverse. Ho provato ad adattarmi a questi cambiamenti per due anni ma ho riscontrato problemi alla schiena, dipendeva molto dall’attrezzatura perché non le fabbricano tutte uguali. Perciò ho continuato a ragattare sul Techno che è la classe con cui ho iniziato, non è quella olimpica ma è propedeutica.

Quindi hai trovato la tua dimensione nella Techno 293. Hai parlato di resistenze fisiche, qual è stata la gara che ti ha provato maggiormente?

In realtà le maggiori resistenze le ho avute sulla categoria Foile. Sul Techno non ho mai avuto problemi.

Ci sono stati dei momenti dove hai avuto paura? Problemi fisici più seri ad esempio oppure paura del mare?

Una volta in allenamento mi era capitata  una giornata di vento, non era proprio una tempesta ma c’erano grandi onde, avevo dodici anni. C’era anche l’allenatore con noi ma improvvisamente mi sono ritrovata da sola in mezzo al mare a Cagliari e quindi mentre vedevo che lui riportava a terra gli altri sono scoppiata a  piangere, mi sembrava che mi stesse cercando e non mi trovasse. Era il mio ultimo allenamento prima del Covid. Non era una situazione potenzialmente pericolosa ma ero piccola, magari oggi non riproverei la stessa paura.

Come hai superato questa paura? Ti sei buttata subito in mare? Hai parlato di allenatori, hai avuto delle figure di riferimento che ti hanno portato a credere maggiormente in questo sport e a superare certe resistenze?

Sicuramente il mio allenatore Andrea Melis, oltre al lavoro fisico ha sempre fatto anche un lavoro mentale con gli atleti, parlo per me ovviamente.Nel caso dell’episodio della paura in acqua poi è arrivato il Covid e non ci ho più pensato. Durante la pandemia facevamo allenamenti mentali in videochiamata, in cui dovevamo immaginarci le situazioni che provavamo in acqua per non dimenticare tutto durante la pausa. Andrea mi ha sempre motivato lungo il mio percorso in ogni momento e mi ha insegnato delle tecniche su come superare l’ansia durante le regate.

Andrea Melis segue anche altri atleti?

Andrea è di Cagliari e fa parte del Windsurfing Club, è diventato allenatore della classe olimpica femminile italiana, infatti ultimamente lo vediamo meno anche se allena sempre la mia squadra.

E la tua famiglia come ha vissuto dal principio questa tua passione e come la vive tuttora?

Sono sempre stati molto contenti perché loro ritengono lo sport una cosa importante nella formazione di un adolescente. Lo sport insegna delle cose che poi formano il tuo carattere utile nella vita su diversi fronti. Inoltre mio padre faceva kayak in mare, quindi potrebbe esserci stata un’influenza familiare.

Parliamo di Cagliari, dal punto di vista sportivo è una città che in queste discipline offre ciò che ti occorre per formarti come atleta?

Penso che Cagliari, per quanto riguarda il mio sport, sia una città bellissima e perfetta, perché offre tutte le condizioni possibili per allenarti in acqua, mi riferisco anche al cambio dei venti che offrono varie opzioni di allenamento. Non ho mai sentito l’esigenza di andarmene fuori.

Arrivati a questo punto come vorresti continuare? Quali sono i tuoi obiettivi e le tue prospettive future?

Purtroppo come ho detto prima il fatto che abbiano cambiato la classe olimpica e non mi ci sia trovata bene non posso puntare alle Olimpiadi. Adesso quest’anno farò una regata ad agosto, ci sarà il mondiale, l’ultima regata in Under 19, quindi non so, sicuramente punto ad andare all’Università e a laurearmi, vorrei iscrivermi in Medicina, quindi vedremo come andrà con lo sport. Di sicuro non abbandonerò mai del tutto il windsurf.

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