Vivere o viaggiare in Sardegna è il sogno di moltissime persone, una terra magnifica e accogliente con tanta natura e spiagge mozzafiato. Per chi vive una disabilità, però, godere di queste meraviglie può essere difficile, se non impossibile.
Parlare di accessibilità, abbattimento delle barriere architettoniche e accoglienza, spesso, significa partire da zero e doversi scontrare con ignoranza delle norme o anche semplice pigrizia.
Ne sanno qualcosa i fondatori di SardegnAccessibile, progetto nato dalla volontà di cinque amici con e senza disabilità: Alfio Uda, la sua compagna Luciana Hatflull, Luigi Bacchis, Michela Mura e Marco Altea, mossi dalla necessità di rendere più accogliente e confortevole la nostra isola per chi la vive da una prospettiva differente.

Tutto è nato dalla creazione della pagina Facebook “Spiagge accessibili ai disabili in carrozzina in Sardegna” (qui il link), voluta da Luciana dopo aver riscontrato che la quasi totalità degli stabilimenti balneari e dei litorali sardi non è attrezzata per accogliere i disabili a causa della mancanza di parcheggi appositi nelle vicinanze e di bagni attrezzati, solo per citare i problemi principali. Pagina che nel giro di pochi mesi ha raggiunto i 10.000 follower raccogliendo esperienze positive, moltissimi esempi negativi e diventando luogo di stimolo anche per molti esercenti balneari.
Gli obiettivi del progetto SardegnAccessibile (che ha una sua pagina Facebook e un indirizzo email di contatto sardegnaccessibile21@gmail.com), sono quelli di sensibilizzare enti, istituzioni e imprenditori al rispetto di leggi e normative inerenti le pari opportunità riguardo i portatori di handicap e l’abbattimento delle barriere architettoniche, anche mediante il ricorso all’autorità giudiziaria.

Il target di riferimento è quello delle persone con disabilità di vario tipo, temporanee o permanenti, tenendo presente – sottolineano – che la Sardegna ha un altissimo numero di malati di sclerosi multipla e che per questo dovrebbe essere maggiormente sensibile e pronta a rispondere alle loro esigenze quotidiane e di mobilità.
Le maggiori criticità le hanno riscontrate nei litorali dell’isola: “E’ paradossale che una regione circondata dal mare che dovrebbe fondare il suo business sul turismo abbia così pochi stabilimenti veramente attrezzati ed inclusivi. Anche chi vanta e ostenta accessibilità in realtà ha un concetto molto lontano da quelle che sono le reali necessità”, così dice Alfio Uda, secondo il quale bisognerebbe “obbligare gli stabilimenti balneari al rispetto di leggi e normative che pur presenti sono ampiamente disattese, pena la revoca della concessione”.
Più in generale il loro scopo è quello di sensibilizzare le amministrazioni comunali all’abbattimento delle barriere architettoniche che spesso rendono difficoltoso se non impossibile lo spostamento ai disabili in carrozzina, ma anche obbligare gli studi medici privati convenzionati al rispetto delle normative in materia di accessibilità, far si che vengano creati un maggior numero di parcheggi per disabili, sanzionando chi li occupa abusivamente, potenziare l’adeguamento dei mezzi pubblici, l’eliminazione delle barriere nelle scuole di ogni ordine e grado, la fruizione dei centri sportivi con la creazione di progetti aperti e adatti a tutti.











Ho dimenticato di raccontare che il lido di Bibione Conte di aumentare del 30% fatturato mediante il turismo inclusivo.
può essere quindi anche una grande occasione di business oltre che di rispetto della dignità umana.
https://www.bibione.com/it/scopri/accessibilita/accessibile/