La notte è sempre stata demonizzata, e con lei chi la vive. Dai poeti maledetti e dagli artisti che animavano i cafè parigini dell’Ottocento fino alla guerra mossa contro rave e discoteche. Il buio suscita ancora timore e incertezza, gli si attribuisce la capacità di occultare crimini e trasgressioni con grande superficialità. La complessità della vita che facciamo spesso non permette di fermarsi a comprendere le cose, costringendo i più a fare propri ragionamenti troppo semplicistici e visioni ristrette, annichilendo il pensiero critico e limitandosi a giudicare in modo tranchant comportamenti, luoghi e persone di cui si conosce davvero poco.
Il 10 e l’11 maggio al Lazzaretto di Cagliari sono in programma due interessanti incontri che possono portare un po’ di luce in questo buio, trattando in modo obiettivo i rischi che la vita notturna può comportare, senza giudizi e tanto meno condanne. ‘Safer Night Goals’ è il nome dell’evento che racchiude i due appuntamenti realizzati da Basstation, storica organizzazione artistico-musicale cagliaritana, in collaborazione con operatori del settore nightlife e professionisti in vari ambiti della cultura.
Vivere la notte con consapevolezza è lo scopo ultimo dell’evento che affronta temi importanti come gli spazi sicuri e la riduzione del danno.
I lavori si aprono venerdì 10 maggio con la conferenza Safer Nightlife dalle 17.30 alle 19 che comprende argomenti molto diversi come la gestione del conflitto, la comunicazione interpersonale, l’inclusione, il sessismo e le questioni di genere nelle dinamiche notturne. A esplorare questi spazi sicuri e a spiegare di cosa effettivamente si tratta sarà Riccardo Ramello, ricercatore all’università di Milano Bicocca, fondatore nel 2019 del Club Futuro, associazione che sviluppa progetti socio-culturali in relazione al mondo della notte; di recente ha anche conseguito un dottorato di ricerca in scienze sociali sui distretti della notte e la violenza all la Nottingham Trent University (UK).
Sabato 11 maggio dalle 15 alle 18 ci sarà Safer spaces, un laboratorio guidato da Elisa Fornero, assistente sociale che dal 2015 coordina i progetti di outreach della Cooperativa Alice ed il servizio di drug checking. Esperta di legislazione nazionale ed europea sulle le sostanze e il drug checking, la sua attività è mirata ad informare e sensibilizzare le persone sull’argomento droghe. All’interno del laboratorio saranno affrontati gli approcci principali di contenimento del danno che riducono la possibilità di incorrere in rischi diretti o indiretti dell’assunzione di sostanze psicoattive. Il drug checking, metodo per conoscere i principi attivi presenti all’interno delle sostanze che si vuole assumere, può essere fondamentale per la sicurezza delle persone. Durante l’evento sarà anche distribuito materiale informativo su effetti di sostanze, la formazione, la creazione di aree chill out e di decompressione o la distribuzione di materiale sterile, compresi preservativi gratis e earplugs.
Abbiamo chiesto a Matteo Mannu, cuore e mente di Basstation di darci qualche dettaglio in più sull’iniziativa
La notte e chi la vive son sempre stati demonizzati. É tempo di scrivere un’altra narrazione?
Innanzitutto, visto che siamo nella settimana dal Primo Maggio mi viene da dire che per scrivere una nuova narrazione occorre un riconoscimento di questo fenomeno da parte delle istituzioni e della popolazione stessa, partendo dal riconoscimento sia dell’economia notturna che dei suoi lavoratori. Superato questo limite, magari prendendo spunto dai vari fenomeni europei come ad esempio Sindaco della Notte a Londra, Zurigo, Parigi, Tolosa o la Club Commission a Berlino, noi operatori possiamo essere riconosciuti come riferimenti di questo mondo e avere più forza e possibilità nel migliorare un contesto complicato ma non completamente indomabile. Le ragioni per cui l’ambiente notturno viene demonizzato dipendono dalla mancanza di visione tra tutti gli attori del caso: operatori, istituzioni e cittadini. Per capire questo mondo e poter intervenire nella maniera più ragionata serve un’azione di concerto. Il secondo passo è direttamente nelle mani degli operatori e di chi vive la notte da fruitore. I primi devono riconsiderare l’offerta. Senza riferirmi all’offerta artistica, ciascuno è libero di proporre ciò che meglio sente, penso occorra creare ambienti più inclusivi, consapevoli e preparati rispetto a temi come il consumo delle sostanze (alcol o droghe che siano), spazi liberati da pregiudizi e accessibili per chiunque. Se infine il pubblico sposasse questi principi e questo tipo di consapevolezza, sono sicuro che la notte sarebbe meno demonizzata. E’ una questione di rispetto reciproco che qui al momento vedo lontano, ma che ci stiamo impegnando a costruire.
Con Basstation hai testato il polso della situazione club e feste nell’isola. Quale é il livello di sicurezza che hai riscontrato? E cosa può essere migliorato?
Adottare il progetto Safer Night Goals è la dimostrazione che ci sia sempre da migliorare. Il termine Safe non si riferisce a sicurezza & controllo. Il problema non è quello di luoghi poco sicuri in sé, poco controllati, ma luoghi in cui ciascuno si possa sentire protetto per esempio anche grazie al pubblico stesso (vedi il fenomeno Active bystander), senza pregiudizi di genere, abilità o appartenenza. Per me il mondo della notte è un laboratorio sociale che in Italia viene poco considerato e non studiato abbastanza. A volte credo sia anche un modello che “il mondo normale” dovrebbe prendere come esempio. Provengo dalla cultura techno, sono cresciuto in ambienti in cui sessualità, professione o provenienza non sono mai stati causa di esclusione, quindi cerco di trasmettere questo. L’esempio di questo tipo di comunità per me rimane una società ideale. Questi buoni esempi sono destabilizzati dalla presenza di problematiche irrisolte come l’abuso e le dipendenze, episodi di violenza sporadici, che pur non essendo associati alla maggior percentuale del pubblico e degli eventi, rimangono presenti e da monitorare, quindi da prendere sempre in considerazione. Negli ultimi otto mesi come Basstation e con la collaborazione di Safer Night Goals, attraverso un questionario (disponibile qui COME VIVI LA NOTTE?), abbiamo misurato diversi aspetti del mondo notturno a Cagliari, specie quello legato ai contesti musicali. L’incontro del 10 Maggio servirà anche a commentare questi dati. In generale, come operatore, al momento cerco di porre rimedio a problematiche di vario genere, dialogo con il pubblico, gestori di spazi e personale sui temi elencati precedentemente, la prevenzione rispetto ad atti di violenza in genere, la riduzione del danno, la solidarietà tra il pubblico. Purtroppo le amministrazioni latitano, quindi per ora credo che la strada più giusta sia quella intrapresa, creare azioni dal basso in maniera autonoma, non nascondere i problemi presenti e cercare di contagiare il territorio con queste pratiche che si spera qualcuno prima o poi condivida.
La partecipazione agli eventi per via dei posti limitati può essere prenotata da qui
La foto è di Fabrizio Dessì