Diventare genitori e accorgersi che la storiella romantica e tutta rose e fiori non è così vera. Questo è il ribaltamento nel quale un insospettato numero di persone si ritrova a testa in giù. Perché dal momento del concepimento e fino ad alcuni anni dopo la nascita dei propri eredi, di fatto la cascata di emozioni e pensieri contrastanti con l’ideale illusorio di armonia e serenità, fa schiantare e portare a ridefinire un momento così significativo.
Ad immortalare questo fenomeno ci ha pensato Gisella Congia, psicologa e fotografa, che da anni studia il fenomeno delle catastrofi perinatali, con l’obiettivo di abbattere gli stereotipi sulla genitorialità.
Attraverso il lavoro di psicologa, unitamente alla sua fotografia psico-sociale, ha creato un progetto, presentato a marzo scorso, che si compone di due parti fondamentali mai disgiunte tra loro, una editoriale e una virtuale.
Un libro, (a cura di), dal titolo Katastrophé. Riflessioni sulle catastrofi perinatali, che esce per Armando Editore, e che gode del contributo accademico di sociologi, psicologi, medici, protagonisti di ribaltamenti perinatali e di operatori del settore sanitario come pediatri e psichiatri. Rivolto a operatori del settore, a genitori e responsabili delle politiche sociali, il libro cerca di mettere in luce come l’esperienza dell’acquisizione del ruolo genitoriale sia costellata da diversi eventi potenzialmente catastrofici. Assumere un ruolo non è il semplice essere diventati genitori, ma prendere una posizione in società che risente di aspettative e idee preconfezionate, massimamente evidenti nella maternità. Il tempo perinatale è lo spazio temporale, ma anche psico-fisico, dal concepimento lungo i primissimi anni di vita del neonato ed è qui che l’analisi sull’esperienza genitoriale parte dalla sua rappresentazione nell’immaginario collettivo per farne emergere le lacune a livello di narrazione visiva, cognitiva ed emotiva.
La parte virtuale è assegnata a una piattaforma online, www.perinatalwebdoc.com, che comprende la realizzazione di un web doc, il primo a livello italiano sul tema. Consiste in una piattaforma interattiva virtuale all’interno della quale confluiscono numerosi materiali didattici, informativi, d’arte e cultura sul periodo perinatale, per una lettura a 360° del tema. La struttura del Perinatal Web Doc prevede l’avvio di un documentario base che può essere fruito nella sua interezza o a blocchi, seguendo le finestre interattive che, man mano che si evolve il tema, si aprono per offrire nuovi contenuti dedicati. L’offerta è, dunque, un ampio ventaglio di materiali tra approfondimenti, interviste a esperti, immagini, inserzioni di altri progetti che circuitano il tema. Cosa sono le catastrofi perinatali? Sono quei ribaltamenti, per aderire precisamente all’etimo della parola catastrofe, che ci obbligano a rivedere l’aspettativa sigillata sottovuoto della favoletta dal titolo Tutto è bello e tutto va bene nel diventare genitori.
Il documentario fotografico Chiaroscuri nella maternità, mostra il mondo reale, non sempre rispondente all’immagine idilliaca della mamma adorante la prole, quindi in armonia con la sua nuova condizione o sempre soddisfatta della pancia in cui cresce il suo bambino e, ancora, così a suo agio in un corpo che cambia fino, a volte, a sentirlo non proprio.
Me, the imperfect mother, è un altro piccolo viaggio fotografico, catartico e ironico, sull’essere una mamma imperfetta, secondo il solito stereotipo che immagina una donna tutta e solo protesa verso i suoi figli, e propone invece una donna vera, con i suoi desideri, il bisogno dei suoi spazi, il fatto che a volte si possa essere dimentichi del proprio ruolo. Le immagini proposte dalla dottoressa Congia sono belle e fanno riflettere col sorriso, perché possiamo crescere in consapevolezza anche senza drammi. Ma il progetto è questo e molto altro, ricco di contenuti dal grande valore narrativo e psico-sociale. Dal disagio che appare inenarrabile a certi genitori, alla narrazione stessa e infine al realizzare che la comunità dei ribaltati, di coloro che hanno vissuto la catastrofe non è poi così spoglia, che ci si può confrontare e confortare. È da qui che ha inizio un percorso di conoscenza, di condivisione che consente l’abbandono dei sensi di colpa e la ricostruzione di una dimensione del sé che fa pace con l’esperienza conflittuale.
L’esperienza conflittuale si trova in un contrasto come questo: perché se sono diventato genitore non scoppio di felicità? Accogliere e legittimare sono le parole d’ordine. Nella sezione Progetto, il menù a tendina vi apre al sostegno, c’è un crowdfunding ancora attivo grazie al quale potete contribuire alla crescita e sviluppo di questo bellissimo progetto. È una raccolta fondi che consentirebbe di affrontare le spese vive del primo anno e mezzo di attività. https://buonacausa.org/cause/perinatal-web-doc