In occasione della sagra del pesce di Giorgino, ripartita lo scorso 31 agosto dopo due anni di fermo dovuto alla pandemia, è stato proiettato il documentario “Qui non è Giorgino“, scritto e diretto da Davide Melis e prodotto da Luca Melis per la società cagliaritana Karel film production.
La storia
Il documentario di circa cinquanta minuti racconta nell’arco di una giornata la storia della spiaggia di Giorgino e del borgo di pescatori di Cagliari. Negli anni Cinquanta, quella che era allora la spiaggia dei cagliaritani pullulava di vita grazie alla pesca e alle innumerevoli attività che si svilupparono lungo la borgata. La zona era collegata da un ponte, Sa Scafa, che, seppure stretto, permetteva agli abitanti del villaggio di raggiungere facilmente la città e allo stesso tempo si collegava alla strada statale 195. Negli anni Ottanta, con la costruzione del Porto Canale per le grandi navi, venne demolito il ponte e parte della strada provinciale a discapito della spiaggia e di tutto il suo ecosistema.
Il racconto
Il racconto della storia è lineare. Inizialmente sono le immagini di ciò che resta del villaggio a parlare. Successivamente gli ultimi abitanti del borgo prendono la parola e, con grande malinconia, ricordano quello che una volta era conosciuto come villaggio dei pescatori. Le testimonianze vengono alternate, quasi come una dimostrazione, a scene girate nel passato fornite da RAI Sardegna e Cineteca Sarda. Le musiche di Marco Rocca seppur genericamente variegate, trasportano con facilità le immagini alla mente rendendo l’intera storia densa di significato.
L’esperienza
C’è chi l’ha vissuto e chi l’ha sentito raccontare, chi c’è stato e chi non è mai riuscito ad andare. “Qui non è Giorgino” usa la voce del borgo per trasmettere emozioni e ricordi. Alterna la nostalgia alla brutalità degli scatti contemporanei che colpiscono duramente il cuore dello spettatore lasciandogli come sensazione quella di aver perso un treno che ormai non passerà più.