Centinaia di alberi tagliati all’interno di un sito di interesse comunitario tutelato anche dal Ministero per i beni culturali e dal Piano paesaggistico regionale: è successo poche settimane fa a Platamona, fascia costiera del Sassarese di 15 chilometri dove hanno dimora migliaia tra pini, cipressi ed eucalipti.
Il taglio era stato autorizzato dal Corpo forestale regionale e dal Savi (Servizio di valutazione ambientale) per “diradamenti finalizzati alla conservazione, manutenzione e miglioramento del popolamento forestale del pino domestico” ma le ruspe sono andate molto oltre rispetto a quanto previsto: a fronte di mille tonnellate di alberi sono stati abbattuti pini per oltre duemila tonnellate, il doppio di quanto autorizzato. Non è stata rispettata neanche l’indicazione di selezionare le piante prima del loro abbattimento, e i lavori sono iniziati prima dei permessi definitivi.
Dopo le segnalazioni di diversi cittadini e delle associazioni Italia Nostra e Wwf, il 13 gennaio la Polizia giudiziaria ha posto i sigilli al cantiere per sequestro probatorio. “Abbiamo riscontrato gravi inadempienze nella esecuzione dei lavori e evidenti difformità a quanto previsto in progetto e autorizzato dalle competenti istituzioni”, ha sottolineato Giancarlo Muntoni, direttore del Servizio Ispettorato di Sassari. Ora si attende la chiusura delle indagini. Il Gruppo di intervento giuridico ha annunciato che presenterà a breve una istanza di ripristino ambientale.
Nelle immagini che seguono, parte del reportage fotografico di Fabio Piccioni due settimane dopo i tagli.
A questo link il reportage completo “Il vuoto degli alberi”.