Performer, dj, modello, curatore d’arte, l’inglese Parma Ham è diventato celebre non solo nella scena notturna dei club mondiali ma anche portato all’ attenzione degli stilisti e della stampa per il suo look estremo e la sua attitudine.
di Giacomo Pisano – traduzione inglese di Valeria Martini
Come mai questo nick name? Sappiamo che ti ha causato anche qualche noia con la ditta italiana che produce prosciutti
Sono vegano e ho pensato che il nome Parma Ham (prosciutto di Parma) fosse carino, disgustoso e ironico allo stesso tempo. Il marchio italiano ha cercato di fermarmi ma non gli ho dato importanza.
La tua vita si snoda tra dj set, shooting fotografici, sfilate e gallerie d’arte. Possiamo dire che la tua vita è una grande performance?
Cerco di essere più autentico e bello che posso. Propongo continuamente lavori e idee e questo perché sono instancabile. Penso che gli altri lo vedano come performativo perché è uno spettacolo.
Quali sono le tue influenze artistiche e quali gli artisti con cui abitualmente collabori per i tuoi spettacoli?
Mi ispiro a Kazuo Ohno, Virgin Prunes, Ron Athey e Sopor Aeternus. Ho una mia band, New Flesh, e collaboro anche con artisti a me vicini come Salvia, Dahc Dermur VIII, Wenzhelini.
La tua immagine è molto apprezzata dai fotografi perché forte e allo stesso tempo estremamente naturale per te. Come hai sviluppato questo interesse per la cultura goth? Ci racconti qualcosa della tua storia personale?
Da bambino mi comportavo in maniera anomala ed ero emarginato e questo mi faceva sentire attratto dall’alterità. Il goth con la sua affascinante bellezza e astrazione dalla vita quotidiana mi intrigava. Penso che l’interesse sia diventato virale in me perché ho lo spirito goth, ma non imito il passato: io ci vado più pesante, più estremo e incorporo altri elementi come il fetish, il transumanesimo e l’alta moda.
Chi non conosce questa cultura e non conosce te può pensare ad una forma di esibizionismo. Che rapporto hai col tuo pubblico e con le persone che ti scrivono sui social?
La ragione nel mio modo di vestire è puramente basata sull’adornarmi con ciò che mi piace. Amo i miei vestiti, il makeup e i capelli e sarebbe davvero strano per me non indossarli. Per quanto riguarda i social media, non sono così appassionato perché sembrano un tantino vacui, ma sono anche una chiave per connettersi agli altri. E voglio che l’arte, la musica e la moda a cui sono interessato vengano celebrati in lungo e in largo.
Ami la natura e gli animali. L’esperienza di lockdown causata dal covid secondo te è servita a far riflettere le persone su queste tematiche e sull’importanza di un mondo più pulito?
Sebbene pensi che l’esperienza del lockdown possa aiutare le persone a rivedere le proprie posizioni e a riflettere, gli umani sono terribili nel fare qualcosa di preventivo. In particolare quando ci sono di mezzo affari e denaro in un attimo lasciano che il mondo bruci piuttosto che perdere dei profitti. Non sono ottimista sulla salvezza del pianeta giacché le persone continuano a votare leader tremendi che a malapena riescono a prendersi cura del prossimo.
Sei attivo nella difesa dei diritti LGBTQ e sui social spesso denunci casi di intolleranza. Cosa pensi dell’Inghilterra rapportata a queste tematiche?
Sono un attivista di default perché sono agender pansessuale e molto aperto. Sebbene anche queste siano etichette, in definitiva significano che non c’è bisogno di definire genere e sessualità e io agisco in accordo con ciò. Mi auguro di non doverci avere a che fare ancora per molto perché si prestano alla polemica e così la mia esistenza diventa un atto politico. Esiste ancora molto pregiudizio e e fintanto che questi termini esisteranno come luogo comune nel mondo, molte persone, in particolare i bambini, continueranno a lottare con l’identità, quindi devo premere su questo aspetto. Sono fortunato a vivere a Londra perché è tollerante rispetto ad altre città, ma c’è ancora molta avversità, soprattutto per i trans e ancora di più se sono di pelle nera.
E ora una domanda in stile fanzine degli anni ’90: ci dici un disco, un film e un’opera d’arte che ti rappresentano?
Sisters of Mercy – Floodland
Sally Potter – Orlando
Francis Bacon – Painting (1946)