Ultimi appuntamenti a Cagliari per il festival “Omaggi” firmato da Studium Canticum con la direzione artistica di Stefania Pineider dedicato, quest’anno, al compositore bolognese Giovanni Battista Martini: sabato 28 e domenica 29 settembre l’appuntamento è nella Chiesa di Santa Maria del Monte con due concerti per serata (alle 19 e alle 20) dedicati a quattro dei 38 “Magnificat” di Martini, in corso di edizione e incisione.
In ognuno dei concerti, a fronte dei manoscritti originali, la guida sarà affidata da Cristian Gentilini (direttore editoriale) nell’ascolto delle pagine dei diversi Magnificat, uno per concerto. Le antiche pagine prenderanno vita grazie agli esempi dal vivo di soli coro e orchestra, in un racconto avvincente della storia della musica di Martini e della sua vita. A conclusione di ogni appuntamento, l’esecuzione del Magnificat di turno, con il coro Studium Canticum, i solisti Maria Paola Nonne, Valentina Pireddu, Emanuele Angioni, Alessio Faedda, Andrea Macis e l’orchestra Studium Canticum diretta da Stefania Pineider.
Sabato 28 settembre si comincia alle 19 con il “Magnificat 28”, in fa maggiore, e si prosegue con il “Magnificat 17”, in re maggiore, e la sua musica ‘frizzante’, in cui dominano le figurazioni ritmiche puntate degli archi. Al giorno successivo 29 settembre è riservato il “Magnificat 29”, in si minore, con le sue bellissime pagine di musica occupate da lunghe arie solistiche, soprattutto quelle del basso, che aggiunge altre sfumature alla già ricca tavolozza compositiva dispiegata dal frate francescano, di seguito il “Magnificat 4”, in sol, del quale colpisce l’allegria ed il sontuoso Amen finale, un fugato in stile imitativo esaltato da una ‘macchina’ orchestrale scintillante.
Perché l’undicesima rassegna di “Omaggi” ha scelto proprio il bolognese Giovanni Battista Martini tra tanti musicisti del Settecento? Acclamato dal pubblico, ancora in vita fu additato come “il Dio della musica dei nostri tempi” (non a caso Mozart lo scelse come maestro), ma molte delle sue opere sono ancora inedite: quattro dei suoi 38 “Magnificat” in corso di pubblicazione con un team internazionale (progetto Mag.Ma) e un “Laudate pueri” trascritto per l’occasione saranno eseguiti per la prima volta in epoca moderna proprio nel festival. Martini d’altra parte, da frate quale fu, era anche uomo di grande cultura, non solo musicale: “gentilissimo e caloroso” come lo definirono gli amici, ebbe una vita ricca di relazioni (circa 6000 le lettere scambiate con personaggi del suo tempo, uomini di cultura, personalità politiche).
Il festival, che ha preso il via domenica 22 settembre al Parco di Terramaini ed è proseguito per tutta la settimana in spazi diversi della città di Cagliari tra luoghi tradizionalmente riservati alla musica e altri periferici e inusuali (il Giardino sotto le Mura, il Mercato comunale di via Quirra, la chiesa di San Pietro a Pirri, la chiesa della Madonna della Strada a Mulinu Becciu, Palazzo Siotto, la chiesa di San Michele) è stato pensato per far ascoltare e conoscere questa ‘nuova’ musica antica, sfidando il luogo comune che la considera ‘di nicchia’: undici eventi, ognuno ideato per una esperienza musicale diversa, hanno offerto a tutti, di tutte le età, l’opportunità di conoscere un po’ di più un repertorio che di certo non si ascolta tutti i giorni, ma che può riservare delle belle sorprese. Fin dall’evento di apertura, l’open singing al Parco di Terramaini, un pomeriggio di giochi musicali culminato in una esecuzione collettiva del Canone del Caffè, una composizione del Nostro autore dedicata al piacere di una tazzina di caffè; per proseguire con la serata di musica martiniana e danze settecentesche in un immaginario stile Bridgerton nella quale un maestro di danza sarà a disposizione dei convenuti nella sala da ballo en plein air del Giardino sotto le Mura; per passare poi al box 48 del Mercato Civico di via Quirra nel quale si potevano ammirare prodotti antichi come le stoppie dei materassi e i cessi bianchi, pubblicizzati, in musica, da venditori catapultati qui direttamente dal XVIII secolo. Il festival vuole tirar fuori dagli archivi la musica di Giovanni Battista Martini scommettendo sul fatto che la sua bellezza sarà apprezzata anche oggi.
(nella foto in evidenza, l’edizione 2023 del festival di Studium Canticum)