Riceviamo da Tomaso Tiddia e volentieri pubblichiamo un ricordo di Ugo Salomone, scomparso il 17 settembre scorso.
Ugo Salomone a Cagliari era per tutti il libraio per eccellenza, dove gestiva la libreria Biblos in via Oristano. Una via non importante, defilata, ma in prossimità di grandi arterie cittadine, era il luogo dove ritirarsi, come in una piccola chiesa campestre, in un ipogeo, per farsi cercare e trovare da un buon libro, che sempre ti attende nel silenzio. E i buoni libri a Ugo non sono mai mancati, nel suo vascello non mancavano mai i libri necessari, quelli del catalogo della vita.
Le logiche che seguiva, lo dico da libraio, non erano solo quelle editoriali anzi, Ugo era un grande lettore; spesso potevo incontrarlo con un libro sotto braccio o in mano, con il dito tra le pagine per tenere il segno, la mattina prestissimo, mentre camminava, ancora buio, per recarsi in libreria. La sua piccola vetrina risplendeva sempre, come la teca nel santuario, di ex voto del futuro, infatti ogni novità lui ospitasse era accuratamente vagliata — da bibliotecario — ed era già un classico, se stava dietro quel cristallo.
Quand’ero ancora un ragazzo e rincorrevo i miei studi, prima d’iniziare anch’io a lavorare in una libreria, scendendo dalla vicina via Garibaldi, dov’ero stato alle Paoline per cercare i dodici volumi dei diari di Kierkegaard — il piccolo della Bur non mi bastava più — m’imbattei per la prima volta nella serpentina che da via Garibaldi porta in piazza Gramsci, in questa piccola libreria fuori dal tempo, con dentro il suo sacerdote, sì, proprio così, Ugo Salomone era un uomo ieratico. Mi colpirono subito la sua gentilezza e la sua sicurezza, non commerciali né commerciabili. Mentre guardavo tra i suoi scaffali mi apparvero i dodici. Fu così che tornai a casa con il grande danese.
Qualche anno fa, ormai libraio anch’io, entrando da lui per un saluto, mi colpì una tela su cui stava lavorando – Ugo Salomone dipingeva! — raffigurante Johann Sebastian Bach. Bach aveva gli occhi di Ugo, era Ugo! Parlammo a lungo del nostro amore per Bach, e gli chiesi se conoscesse il Padre nostro per organo. Annuì con un profondo e silenzioso si.
Si, Ugo Salomone avrà certo sentito un’ultima volta quelle note variare nel suo cuore prima di morire, perché ascoltare Bach è prepararsi a morire. Ciao Ugo.