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Nuova vita per ‘Rane’n’Roll’. Lo storico disco di Joe Perrino and the Mellowtones reinterpretato da diversi artisti della scena indipendente

Di Maurizio Pretta
18/10/2025
in Musica e spettacolo
Tempo di lettura: 6 minuti
Nuova vita per ‘Rane’n’Roll’. Lo storico disco di Joe Perrino and the Mellowtones reinterpretato da diversi artisti della scena indipendente

Manca poco ormai all’uscita del remake di ‘Rane ‘n’ Roll, LP inciso dalla band cagliaritana Joe Perrino & The Mellowtones nel 1988 per l’I.R.A Records di Firenze, la storica etichetta indipendente che aveva lanciato pochi anni prima Diaframma e Litfiba. La ristampa, finanziata attraverso un crowdfunding, ha coinvolto diversi artisti della scena indipendente sarda e italiana di oggi e di allora che hanno riletto a modo loro tutte le canzoni contenute nel disco più la bonus track di ‘Mi sento Felice’, il brano che Perrino e soci portarono a Sanremo Rock nel 1986.

Siamo stati invitati al preascolto collettivo organizzato da Giuseppe Pionca, uno dei promotori dell’iniziativa, presso lo spazio creativo Motociclisti Audaci di Cagliari, al quale hanno partecipato Joe, al secolo Nicola Macciò, e altri membri della band, addetti ai lavori e alcuni degli interpreti di Ran’n’Roll Reloaded. Vi raccontiamo le nostre impressioni e quelle dei protagonisti.

Joe Perrino and The Mellowtones in uno degli scatti di Cesare Dogliana

Nacquero a Cagliari nel 1984 con alla voce Nicola Macciò, alla chitarra Carlo Camerota, al basso Mario Loi, alla batteria Nello Argiolas e Mario Scano alle tastiere, prendendo in prestito il nome di una delle band di Frank Zappa dei primi anni Sessanta che ebbe vita brevissima e che lo stesso musicista di Baltimora definì come “un gruppo di scimmiette ammaestrate in smoking bianco che per venti dollari suonavano twist e standard americani in locali tristi e miserabili”.

Joe Perrino & The Mellowtones cominciarono a suonare proponendo un sound fresco che attingeva a piene mani dal rock psichedelico e dal beat dei tardi anni Sessanta e dei primissimi Settanta. Dopo la consueta gavetta e alcuni cambi di formazione destarono l’attenzione dell’I.R.A Records, etichetta indipendente fiorentina fondata nel 1984 da Alberto Pirelli e Anne Marie Parrocel che aveva sotto contratto Moda, Underground Life, Violet Eves e soprattutto i Diaframma e i Litfiba, freschi di esordio discografico con due LP che avrebbero fatto la storia del rock italiano, ‘Siberia’ e ‘Desaparecido’.

Un volta sotto contratto cominciarono a calcare assiduamente i palchi della penisola partecipando a Sanremo Rock del 1986 e aprendo i concerti italiani dei Litfiba durante il 17 RE tour del 1987 e parte di quello di TRE nel 1988. Nel dicembre dello stesso anno venne pubblicato ‘Rane ‘n’ Roll’, il primo loro LP, sotto la produzione artistica di Gianni Maroccolo, bassista dei Litfiba che dopo anni di studio e lavoro stava cominciando a muovere i primi passi di una intensa e lunga carriera.

Tuttavia il disco venne pubblicato frettolosamente, in una versione scarna priva di informazioni come i nomi dei musicisti, degli autori, le note di copertina, i testi, le durate dei brani, i crediti e persino le fotografie, un’edizione inspiegabilmente minimalista che da decenni reclamava vendetta. Finalmente, dopo quasi quarant’anni dalla pubblicazione, gli elementi mancanti sono stati recuperati per un inserto, che contiene anche una nota del giornalista Federico Guglielmi, da allegare al disco originale, così come gli scatti che ritraggono la band nel 1988 del grande Cesare Dagliana.

Tuttavia la novità non si riduce a questo atto di giustizia discografica, ma il centro dell’operazione è il crowdfunding lanciato in tarda primavera per la re-incisione del disco ad opera di musicisti in attività da allora e altri di più recenti vicissitudini, che hanno accettato di risuonare e reinterpretare gli undici brani del lavoro originale più la bonus track di ‘Mi Sento Felice’.

Il 10 ottobre scorso si sono ritrovati presso lo spazio creativo Motociclisti Audaci di Cagliari amici e colleghi di Joe Perrino che assieme a Giuseppe Pionca e Walter Porcedda hanno potuto ascoltare in anteprima le nuove versioni dei pezzi, aggiungendo testimonianze, ricordi, aneddoti e caratteristiche tecniche che hanno accompagnato la platea in un viaggio sonoro ed emozionale di grande impatto.

La curiosità era palpabile e dopo una piccola introduzione storica sul 1988, Walter Porcedda ha dato il via all’ascolto che ha seguito rigorosamente la scaletta dei brani che erano stati incisi sul disco originale. L’apertura delle danze è così spettata ad ‘Alpha Centauri‘ risuonata dai Mellowtones e cantata da Pierpaolo Capovilla, voce e frontman di One Dimensional Man e Teatro degli Orrori, mentre a Michele Taras e Carlo Cuccureddu, entrati nella band in un secondo momento e fra i protagonisti dell’incisione, è spettato rileggere ‘Burt lo squalo‘.

Ottima impressione per ‘Il Re della Spiaggia”, uno dei pezzi più popolari dell’intera produzione di Nicola Macciò, suonata dai Sikitikis e per la title track affidata ai figli spuri del The Great Complotto di Pordenone, i Tre Allegri Ragazzi Morti di Davide Toffolo. Momenti di particolare attenzione sono stati riservati alle nuove vesti di ‘A braccia aperte‘ di Gianfranco Liori, Serena Locci (Iosonouncane) e Ricky Verano (Salmo) e alla magnifica e intensa rilettura di ‘Luci sull’acqua’ riservata a un quintetto d’assi di altissimo livello: Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi, Andrea Chimenti, Iosonouncane e Paolo Fresu.

Joe Perrino e Giuseppe Pionca

Al virtuale giro del disco sul piatto si è ripartiti con ‘Eternità‘ con altri due grandi musicisti di respiro internazionale, Giovanni Ferrario in combo con Hugo Race e subito dopo sono stati tutti travolti dall’energia con la quale Giorgio Canali e i Rosso Fuoco hanno reinterpretato ‘Alleluya‘, altro pezzo cult sul quale si sono raccontati spassosi aneddoti e sfaccettature. La ‘Foresta di Pietra‘ è affare della coppia dei navigati Teho Teardo e Susanna Buffa per passare successivamente ai Dorian Gray, altra storica band cittadina capitanata da Davide Catinari che, presente in sala assieme al chitarrista Samuele Dessì, ha raccontato come è stata sviluppata la cover di ‘Incubo‘. Il ballo finale ha riservato un altro salto semi nostalgico ai tempi dell’I.R.A e del “rock italiano cantato in italiano”, come recitava lo slogan che accompagnava la pubblicazione ‘Catalogue Issue’ che nel 1984 presentava al pubblico i suoi gioielli pronti a spiccare il volo: Diaframma, Moda, Litfiba e i monzesi Underground Life di Giancarlo Onorato che chiude il disco assieme all’interessantissimo progetto Gamaar con ‘La danza degli spettri’.

Nicola e tutti gli ospiti hanno ascoltato il disco con grande attenzione, intervenendo a ogni intervallo con commenti sulla musica e sui suonatori e complessivamente si è mostrato soddisfatto, tenendo a precisare, ma sta nell’ ordine delle cose, che alcune reinterpretazioni lo hanno convinto maggiormente di altre. Ci sarà tempo, per lui e per tutti, per ascoltarlo meglio e coglierne altre sfumature.

Il bis è stato tutto per la bonus track di ‘Mi sento Felice’ il brano che Perrino e soci portarono a Sanremo Rock nel 1986, del quale si trova qualche testimonianza su YouTube, suonato dal supercombo Helter Bomb Shelter con Filippo Siddi, Arnaldo Pontis, Massimo Gentile, Marco Mancini, Flavio Piga, Valentino Murru, Gianfranco Liori e Giuseppe Pionca, coordinatori, gli ultimi due, del progetto editoriale ed artistico, affiancati per la comunicazione da Marco Olivotto.

Il disco è stato finanziato tramite un’ operazione di crowdfunding, lanciata sulla piattaforma Produzioni dal basso, alla quale hanno aderito circa 240 raisers che adesso attendono di avere fra le mani il vinile o il CD di un’opera che ha segnato la storia del rock indipendente che attraverso questa iniziativa avrà nuova luce e vigore, con largo beneficio anche di quella originale che all’epoca forse avrebbe meritato una diversa considerazione. “Così il grande rospo guidò le rane alla conquista a grandi salti invasero la città cantando”…. mi sento felice! Ma no, nessuna operazione nostalgica, it’s only Rane ‘n’ Roll.

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