È un accessorio che nella quotidianità si usa poco ma che la moda sta riscoprendo. È un segno distintivo, una tavolozza bianca su cui dipingere con gusto e irriverenza la propria personalità. Parliamo del cappello e della sua lunga storia creativa.
Il THotel di Cagliari ospita fino al 21 giugno 2024 ‘MettiteloInTesta’, una mostra molto interessante che riunisce più di duecento pezzi, tra autentici reperti del passato dal gusto imperituro fino a creazioni artistiche attuali che riportano il focus su un oggetto bello e versatile.
A curare l’esposizione sono Giorgia Bistrusso, Giovanni Ottonello, Maria Cristina Boy e Margherita Usai, che si sono avvalsi della collaborazione della Fondazione del Teatro Lirico di Cagliari e dell’Antica Cappelleria Martello per arricchire il percorso con elementi unici.
Sotto la loro guida esperta ventitre artisti provenienti da tutta Italia si sono espressi sul tema del cappello ognuno con il suo medium: Baldacchini Architectural Hat, Francesco Ballestrazzi, Giorgia Bistrusso, Maria Cristina Boy, Cocotina by Federica Pilota, Federica Del Proposto, Maria Goryunova, Filippo Grandulli, Stefania Grilli, Jubanna, Lajanafranca, Marjani, PepeBianco, Valeria Pesce, Antonio Pillittu, Antonio Pintus, Carmen Sabbatini, Daniele Serra, Martina Serra, Toni Thorimbert, Margherita Usai, Velette Sospette | Marco Caboni, Veronica Tramontin.
Sabrina Baldacchini, designer romana, ci racconta la nascita quasi casuale di un pezzo divenuto poi il suo marchio di fabbrica: il baldacchini, versatile, multiforme e architettonico da indossare in tanti modi. “lo scelse Michela Murgia – ci ha detto Sabrina – come ornamento, certo, ma anche come simbolo di resistenza alla malattia che l’ha portata via, voleva lanciare un messaggio alle donne perché fossero ironiche e belle anche nel dolore”.
Ludovica Tremontin, erede dell’antica cappelleria Martello, ripercorre la nascita di questo negozio storico, voluto da una nonna scampata alle fucilazioni dei tedeschi che si rifiutò di denunciare gli aggressori perché “Anche loro sono esseri umani, anche loro hanno figli e sorelle”, mostrando una sensibilità straordinaria che poi mise nella cura del suo lavoro.
Dall’elegante Torino Veronica Toppino ripercorre il suo amore per questo oggetto partendo dagli studi in Inghilterra e dalla specializzazione nei costumi storici e di scena. “Mi sono resa conto che attraverso questo accessorio, a volte anche molto piccolo, si poteva esprimere una grandissima personalità”.
La varietà delle proposte fatte da ceramisti, illustratori, fotografi intorno a questo tema permettono di scoprire un mondo pieno di stimoli, dove un cappello non è solo un compendio del vestiario ma un vero segnale di stile, in grado di raccontare l’evoluzione del gusto e il costume di epoche tra loro molto lontane.
Linee che si intersecano e creano forme a volte inimmaginabili, leggere come nuvole o solide come il marmo, definendo atmosfere sospese tra l’onirico e il reale, sono l’ingrediente segreto di questa mostra che interagisce nello spazio che la ospita, per regalarci un’idea d’arte fresca, colorata e – perché no – indossabile, a patto che lo si faccia con la giusta convinzione.
E se come sosteneva la cara e scomparsa Iris Apfel “more is more and less is bore” qui avete a disposizione tutto ciò che occorre per stimolare la fantasia e divertirvi.