In un momento in cui il teatro attende di riaprire le sue porte con maggiori tutele e dignità, César Brie, celebre regista argentino di fama internazionale, ha un sogno: quello di creare un grande spazio in cui poter ospitare gli artisti e dar loro ciò che molte strutture teatrali negano da ben prima della pandemia. Il tempo.
César Brie, che è nel mondo del teatro da quasi cinquant’anni, sa bene quale sia il valore del tempo per la costruzione di uno spettacolo. Il regista e pedagogo argentino si propone di aprire la sua Isola del teatro per cercare di uscire dalle logiche del risparmio assoluto di molti teatri, con prove sclerotizzate e calendari asfittici. Per questo offre a chiunque ne abbia l’esigenza un locus amoenus: un casale immerso nella campagna piacentina capace di alloggiare una quindicina di persone, un luogo in cui poter provare, ragionare, comporre. La casa si compone di un salone, una cucina, cinque stanze da letto di 24 metri quadri ciascuna, un bagno, una stalla, due garage e due grandi fienili.
Ha inoltre un giardino di alberi da frutta di 2500 metri quadri nel quale si potrebbe costruire un piccolo anfiteatro. “Vorrei realizzare un’oasi teatrale in Italia – così scrive César sul suo sito (www.cesarbrie.com) spiegando la nascita e lo sviluppo del progetto – Un luogo per artisti di teatro in cui ci si possa ritirare, a lavorare e riflettere. Per creare teatro senza dipendere da nessuno”.

Per sostenere i costi di ristrutturazione dell’enorme casale e delle varie sale prove, è stato aperto un crowdfunding (qui il link) per cui è ben accetto qualsiasi contributo, anche il più discreto. Tanti attori, attrici, registi, drammaturghe sanno bene quanta importanza abbia il lavoro scaturito dalle cosiddette residenze artistiche, quanto la possibilità di ritirarsi in un luogo lontano dal caos quotidiano aiuti e stimoli la creatività, quanto la condivisione e il rispetto di uno spazio comune cementifichi i rapporti umani. L’occasione di un luogo di ritrovo, di una residenza artistica permanente, ha lo stesso valore che ha per il pellegrino l’albergo di sosta durante un cammino spirituale.
Benché i danni dell’annus horribilis non siano ancora minimamente estinti, soprattutto per il settore della cultura, progetti come quello dell’Isola del Teatro riempiono il cuore di speranza e ci fanno credere che, collaborando, potremmo davvero uscirne migliori.