Quarant’anni fa, con precisione il 14 aprile, veniva pubblicato uno degli album più dibattuti e per questo uno dei più importanti dei Cure: ‘Faith’. Per festeggiare questa memorabile ricorrenza il duo di origine sarde Pussy Stomp, con Mauro ‘Vanvera’ Vacca (voce e basso) e Roberta ‘Skip’ Etzi (chitarra) e con la collaborazione di altre band, tra le quali i Plaisir e The Cherry Pies, hanno inciso per tutti i fan dell’opera un tributo di undici tracce dal titolo ‘Timeless in the quiet ground, 1981 – 2021 A celebration of Faith (The Cure)’.


Da molti considerato come “una lenta e costante discesa nelle tenebre” l’album testimonia il primo utilizzo di atmosfere goth che ritroviamo molto più marcate nel successivo lavoro (‘Pornography’, 1982) a cui è strettamente collegato.
Un’abbazia nascosta dalla nebbia è la copertina dell’album, ed è proprio questa metafora che ne anticipa la trama: la sofferenza nel ricordo ancora fresco della fede perduta, circondati da sensazioni contrastanti che tuttavia non ci spaventano, mentre continua la lenta, ma costante, caduta nell’abisso dei propri pensieri.
L’album tributo, oltre a farci rivivere l’intera scaletta dell’opera originale, ci regala tre bonus track che spaziano dalla strumentale ‘Descent’ (1986) al doppio singolo ispirato al racconto per bambini di Penelope Farmer: ‘Charlotte Sometimes’ e ‘Splintered in Her Head’ (1981).

“L’idea di un tributo a ‘Faith’ è nata quasi per caso – ci hanno raccontato i due di Pussy Stomp – durante una serata in casa guardando alcuni video dei Cure del periodo. In parte è merito del quarantesimo anniversario che allora era imminente e in parte è stato il destino ad indicarcelo. La prova è che le band che abbiamo invitato a comporlo avevano tutte un legame col disco e infatti tutti hanno accettato con entusiasmo. ‘Faith’ è parte fondamentale della trilogia dark dei Cure, un disco coraggioso che prosegue l’esplorazione sotterranea e oscura iniziata con ‘17 seconds’. E’ stato spesso sottovalutato sia rispetto al predecessore che al suo successore ‘Pornography’; credo che anche questo sia un motivo che ci ha ispirato”.
“Giusto il tempo di immaginare la realizzazione di un brano – continua a raccontarci il duo – che subito prendeva forma! Siamo fieri e super felici che l’operazione sia riuscita. E’ passato un anno dall’ultimo live suonato e realizzare questo tributo è stato come stare sul palco di un festival”.
Il tributo elettronico di ‘The Holy Hour’ è avvolgente, ipnotico. Il mix crea delle atmosfere quasi oniriche che rasentano il trascendentale. Si prosegue con la ritmata ma più melodica ‘Primary’ per tornare alla più cupa ‘Other Voices’ scandita da una ruggente chitarra elettrica. ‘All cats are grey’ è priva di ritmi, rilassante e spirituale allo stesso tempo si presta come apripista per la bellissima ‘The funeral party’ che nonostante sia in chiave più elettronica conserva la stessa cupa malinconia. È interessante l’interpretazione di ‘Doubt’ che con un sapiente mix nei vocals crea una sensazione di smarrimento e perdita del controllo che si stabilizza con la successiva ‘The drowning man’ e il suo duetto perfettamente equilibrato. E’ incredibile come l’interpretazione in lingua italiana di ‘ Faith’ riesca a conservare il cuore dell’originale nonostante il diverso suono delle parole.
Anche le bonus tracks presentano delle sorprese a partire dall’arricchita ‘Descent’, più densa di pathos, perfetta come ambient per proseguire in una più moderata e melodica ‘Charlotte sometimes’. A concludere la scaletta ci aspetta una versione più breve ma più veloce ‘Splintered in her head’ scandita da un ritmo elettronico denso di suoni dark.

E’ possibile visionare la scaletta dettagliata e addirittura scaricare gratuitamente l’intero album su Bandcamp (qui il link)