Sotto un cielo settembrino, la splendida cornice della Ex Manifattura di Cagliari, a conclusione della rassegna cinematografica all’aperto Nottetempo, lo scorso 12 settembre ha ospitato la proiezione della prima cagliaritana del docufilm ‘Dalla parte del mare – Un viaggio lungo le coste della Sardegna’, progetto nato da un’idea di Marco Cadinu e Massimo Gasole che ne hanno curato anche la regia distribuito da Premiere Film.
Interpreti principali lo stesso Cadinu, in compagnia di Paola Teti che ha messo a disposizione del progetto la sua Vagabonda, inseparabile barca a vela della skipper.
‘Dalla parte del mare’ è una prospettiva; non uno dei tanti film che sfrutta l’estrema bellezza del paesaggio marittimo sardo, o, almeno, non solo, essendo inevitabile restarne affascinati, ma un modo di interpretare i luoghi: dal mare alla terra, e non viceversa. Quindici giorni per circumnavigare l’intera Sardegna, portando alla luce riflessioni sul territorio e scoprendo (o riscoprendo) angoli già noti, ma con l’intento di evidenziarne la funzione, la storia, la parte culturale, non la mera bellezza di luogo turistico “su cui poter piantare un ombrellone”, come dice la stessa Teti nel film.
Paola Teti è una garanzia: la scelta fatta dalla skipper più famosa d’Italia che circa 26 anni fa ha lasciato Roma per trasferirsi a Budoni e condurre la sua vita a solcare le onde del mare, la rende in modo naturale la compagna di viaggio perfetta per quest’esperienza.
Sono poche le apparizioni di altri personaggi, ma tutte non banali e ben incastonate nella pellicola, girata con partenza da Olbia il 15 maggio del 2022.
Il lavoro, scaturito da una ricerca del Dipartimento di Architettura dell’università di Cagliari, propone il mare come quel luogo che unisce, non divide. La domanda iniziale è stata: “Quanto tempo i sardi trascorrono in mare?” Pur essendo un elemento preponderante del territorio, paradossalmente molto poco. Forse troppo poco. Trovando questa come risposta nasce il progetto di dare agli spettatori una visione più completa di un elemento così identitario dell’isola ma così diverso a seconda del punto di osservazione.
“Attraverso la costa, lunghissima linea che come una pelle riveste la terra, sono filtrate relazioni e civiltà, opportunità e pericoli – scrivono Cadinu e Gasole – Ogni epoca ha lasciato in Sardegna i suoi segni, racconti del suo tempo. Davanti alle foci dei fiumi, nelle montagne sui mari, sulle spiagge, si sono stratificati gli scenari della vita con opere che hanno modellato le forme della natura per ospitare i porti, le architetture delle città, le torri, i fari, le chiese e le tonnare. Un viaggio di osservazione, per ritrovare i segni dell’immensa carica narrativa della terra vista dal mare. Un punto di vista unico, molto praticato nella storia, dotato di propri codici estetici e ‘sintattici’. Un progetto nato dall’esigenza di riscoprire il rapporto dei sardi con il mare, la loro storia di navigatori e tramandare le gesta dei capitani arrivati da terre lontane”.
Più che di un viaggio si è trattato di una ricerca (anche universitaria), che ha messo in relazione la linea delle coste, la vita, i mestieri, l’elemento naturale con quello umano.
La pellicola è stata iscritta a svariati festival cinematografici e ora si attende la programmazione nelle sale.
Il risultato finale si presenta emozionante, accurato, dai dettagli ricchi di sfumature. Il pubblico, visibilmente entusiasta, ha un nuovo punto di vista dal quale osservare l’isola.