“L’essenziale è invisibile agli occhi”. E’ una delle più conosciute frasi della letteratura per l’infanzia, viene dal celebre romanzo “Il piccolo principe” che Antoine de Saint-Exupéry pubblicò nel 1943.
La scrittrice e poetessa oristanese Savina Dolores Massa rende omaggio all’autore francese rendendolo protagonista del breve racconto “L’uomo blu e le rose. Antoine de Saint-Exupéry ad Alghero” pubblicato lo scorso settembre da Imago e illustrato da Fabio Coronas.
A inizio estate del ’44, nel pieno dei bombardamenti alleati sulle città italiane, lo scrittore si trova nella cittadina del Nord Sardegna in attesa di nuove missioni e lì, nell’immaginario dell’autrice, stringe una sincera ed affettuosa amicizia con Carlo, un bimbo di dieci anni, che narra in prima persona i tre mesi che gli cambieranno la vita. Gli occhi, che non vedono ciò che conta davvero, sono, però, i protagonisti di questa vicenda fiabescheggiante e si immergono nel colore di mare e cielo algheresi e dell’uomo del titolo per immaginare e sognare di volare insieme a lui “nel blu dipinto di blu”. Chissà se l’autrice ha pensato al testo del Mimmo nazionale quando ha scritto queste righe ma per chi legge il richiamo è immediato e la canzone riecheggia come sottofondo ideale.
Nella sua stanza blu Carlo, ormai anziano, fissa su carta, con penna blu, la memoria di quell’incontro mentre il maestrale irrompe dalla finestra aperta rendendo la mano tremolante ma il cuore felice; e ci consiglia di addomesticarlo, il cuore, come è stata addomesticata la volpe e di conservare gli occhi di quando eravamo piccoli perché gli adulti guardano senza vedere: “Ho bisogno della tua innocenza per restare bambino”, gli disse Antoine. Per questo motivo, forse, ha dipinto la camera di quel colore, per ricordarsi di restare bambino e continuare ad ammirare il cielo e il mare come facevano insieme “sdraiati in cima a Capo Caccia” o sul Monte Doglia che è diventato poi la sua casa.
Solo lo stile ammaliante della scrittrice oristanese poteva costringerci a prendere in mano per la prima volta una delle storie più famose al mondo (“Il piccolo principe” fu pubblicato a New York il 6 aprile del 1943 in inglese e in Francia qualche giorno dopo in lingua originale; in Italia è uscito nel 1949 con la Casa Editrice Bompiani) e mettere da parte il pregiudizio (nel senso letterale di giudicare prima di conoscere) che si tratti di un’opera sopravalutata. E se questo dubbio permane, non si può fare a meno di pensare che, come tutti i libri per l’infanzia, qualcosa da dire ce l’abbia anche ad occhi non più bambini perché “tutti i grandi sono stati bambini una volta” e ricordarselo ogni tanto male non fa.
Di certo ce lo riporta alla mente questa fiaba gettandoci nel profondo blu dell’immaginazione, della fantasia e del sogno che riempie le poche pagine del racconto colorando gli animali, le piante, la pelle e “poi i basalti blu, i promontori, altre grotte, le colline e nulla, davvero nulla separava il cielo dall’acqua”.
Ma se le sfumature di quel colore non sono sufficienti, possiamo rincorrere le bolle di sapone, addentrarci nelle Grotte di Nettuno, seguire le lumache o giocare con i cani, porsi domande sulle ombre e arrivare al 3 di agosto per scoprire che regalo Antoine ha lasciato a Carlo.
Il regalo ce l’ha fatto Savina Dolores Massa trasmettendoci l’eredità che il piccolo Carlo ricevette dal piccolo principe attraverso l’amico speciale di un’estate.
“Tu sei il responsabile della tua rosa…” (Il piccolo principe, A. de Saint-Euxepéry).
Si assumerà la responsabilità, Carlo?
Penso che un sogno così non ritorni mai più
Mi dipingevo le mani e la faccia di blu
Poi d’improvviso venivo dal vento rapito
E cominciavo a volare nel cielo infinito …
Buon volo sul biplano (reale o fantasioso che sia) di Antoine.