C’è un messaggio, una telefonata, una notizia che nessun sardo avrebbe mai voluto leggere, vedere o ascoltare. Quella notizia è arrivata oggi, 22 gennaio 2024: Luigi Riva da Leggiuno, Gigi Riva, ci ha lasciato a 79 anni, a causa di problemi cardiaci.
Gigi Riva non è stato solo il migliore attaccante del Cagliari e della Nazionale Italiana. Non è stato solo il calciatore che ha lasciato a bocca aperta il grande Pelé. Gigi Riva, anzi, Giggirriva come lo chiamano affettuosamente i cagliaritani, era soprattutto un hombre vertical. Un uomo tutto d’un pezzo, che si trovava meglio con gli umili pescatori che con i nomi che contantano – is de nosus, sempre per dirla alla cagliaritana.
È per questo che la sua scomparsa è un cataclisma per quest’isola martoriata, sfruttata, tradita da tutti, a iniziare dai suoi figli. Perché Riva invece non ha mai tradito, non ha mai voltato le spalle al suo popolo, alla sua maglia, ai suoi colori, alla sua gente.
Chi oggi può dire lo stesso?
Per questo Gigi Riva, per Cagliari, in particolare, e per la Sardegna intera, non era solo un uomo, non era solo un campione: era molto più di un imperatore e forse solo un pochino sotto quello che potremmo chiamare un dio.
Perché Gigi Riva era l’uomo che tutti vorremmo essere: integerrimo, capace di mantenere saldi i propri principi, i propri valori, che sa resistere alle sirene senza farsi legare e senza cere nelle orecchie, anche quando le sirene avevano la forma dei milioni e di un futuro da rockstar del calcio che la Juventus era pronta ad assicurare.
Dall’altra parte ci siamo noi, comuni mortali, che di tanto in tanto cediamo alle nostre miserie, alle nostre debolezze ma che in cuor nostro sappiamo cosa è giusto solo pensando a lui, a Gigi.
Era questo Riva. Quello che questo popolo e quest’isola ha sempre cercato e che ha trovato solo in quel ragazzo spaventato sbarcato a Cagliari negli anni Sessanta che negli anni ha saputo farsi amare, fino a diventare bandiera di una città, di un popolo.
Oggi siamo tutti più soli, sbandati, perché abbiamo perso forse l’ultima bandiera, l’ultimo punto di riferimento a cui aggrapparsi.
Grazie Gigi. Ci piace pensare che in realtà ti sei solo trasformato in altro, e che sarai, in qualche forma, sempre con noi, immortale.
La redazione di Nemesis Magazine si stringe accanto ai figli Nicola e Mauro e alle adorate cinque nipoti e alla famiglia tutta