C’era già stata a Cagliari, la giovane Grazia Deledda – molto prima di diventare scrittrice di fama internazionale, destinata ad essere l’unica donna italiana a ricevere il premio Nobel per la letteratura – ma per questioni tutt’altro che liete, nel 1892. Mai, forse, avrebbe, pensato che un suo ritorno nel 1899 avrebbe trasformato così radicalmente la sua esistenza. Il soggiorno fu breve, brevissimo, in quei mesi dove l’Ottocento moriva sospirando, e il nuovo secolo arrivava carico di aspettative, nella città “en marche” amministrata da Ottone Baccaredda, che dismetteva le sue antiche mura, trasferendo il suo cuore pulsante dal Castello verso il porto, trasformandosi così da chiusa piazzaforte militare in città mercantile aperta al mondo. Galeotta fu una serata a teatro. Una presentazione e l’incontro improvviso con un uomo, quello che aspettava da una vita e che le avrebbe fatto recidere le sue radici nuoresi, divenute ormai asfissianti, per spiccare il volo oltre il mare e condurre finalmente la vita che aveva ferventemente agognato.
Lo scrittore e giornalista Salvatore Cambosu, parente di Grazia Deledda, avrebbe scritto: “Anche le reclute vanno a Cagliari cantando, perché Cagliari è la bandiera, è l’avventura, è la luna da toccare con mano, è l’iniziazione ai misteri”. E sembra di vederla la futura premio Nobel, con il medesimo spirito, eccitata come chi andava in città con il pensiero fisso rivolto al mondo ignoto verso il quale corre, come Anania, protagonista del suo romanzo ‘Cenere’, in quelle calde giornate di fine ottobre del 1899, a bordo del treno che da Macomer veniva giù lentamente attraversando il Campidano. Eppure non era la prima volta che Grazia si recava a Cagliari. C’era venuta nel 1892, per affari di famiglia, probabilmente quando il fratello Andrea, quello più scapestrato che le avrebbe dato tanto a cui pensare, giocatore d’azzardo, donnaiolo e spendaccione, che s’era lasciato coinvolgere in alcuni furti e per questo arrestato, processato e condannato dall’assise cagliaritana; ma anche quello che aveva maggiormente creduto in lei e con il quale aveva condiviso le scorribande nel nuorese e nella Baronia. In quella fugace occasione aveva avuto modo di poter conoscere e salutare di persona nella redazione di via Manno, i colleghi di ‘Vita Sarda’, la rivista cittadina che aveva accolto i suoi scritti e incoraggiato la sua produzione letteraria.
Tornò una seconda volta, nel 1896, sempre per questioni familiari e ancora nel 1898, ospite di Ranieri Ugo, quello che sarebbe diventato uno dei suoi più fedeli amici, protagonista della scena culturale sarda dell’epoca, al quale forse non è ancora stato riconosciuto il valore del suo instancabile operare. A lui scriverà al ritorno a Nuoro: “Serbo vivissimo il ricordo dei luminosi giorni di Cagliari; sogno ogni notte il mare e i meravigliosi tramonti; e perché nasconderlo? Anche di giorno, nella quiete della tranquilla casetta, dalla quale mi pare di aver già spiccato il volo, come l’allodola dal nido, in questi suggestivi giorni vaporosi e tiepidi dell’Autunno Nuorese, anche di giorno sogno… un’altra vita; e mi sento la forza di far cose grandi che diano, se non altro ragione ai miei buoni Profeti, tra i quali Lei in prima fila”.
Il sogno di spiccare il volo si avvererà appena un anno dopo. Il 1899 per Cagliari è un anno frenetico e intenso che ha l’apice nella pomposa visita dei reali in città in primavera. Grazia Deledda vi giunge a fine ottobre quando è ormai ben nota alla repubblica letteraria sarda e italiana, ospite questa volta nella casa di Via San Lucifero dell’amica Maria Manca, torinese, ma sarda d’adozione e direttrice del periodico femminile ‘La Donna Sarda’. Ma in città la scrittrice nuorese può contare anche sull’amicizia di un altro intellettuale di spicco, Luigi Falchi, massone, scrittore e critico letterario. Sarà lui, in una sera a teatro a farle conoscere un giovane del mantovano che cattura da subito la sua attenzione Si chiama Palmiro Madesani, vicesegretario di ragioneria di ultima classe nell’intendenza di finanza, che dopo aver peregrinato per diverse sedi è approdato da qualche tempo a Cagliari. La Deledda è ancora scottata da recenti avventure amorose, effimere e inconcludenti, e non vuole più aspettare. L’11 gennaio è già la Signora Deledda Madesani. Dopo le nozze celebrate all’ombra dell’Ortobene la coppia torna in città per la luna di miele e viene accolta alla stazione ferroviaria da uno stuolo di amici e conoscenti con corbeilles e mazzi di fiori e dal saluto istituzionale del prefetto Pietro Ferri.
Saranno due mesi molto intensi di vita cittadina che la scrittrice non dimenticherà mai e che descriverà come “la tappa più felice della mia vita”. Un periodo che sarà immortalato nelle sue poesie, nei suoi romanzi e nelle sue novelle, dove il ricordo di Cagliari tornerà a più riprese. La notte dell’8 marzo a bordo del piroscafo per Napoli lascerà la Sardegna per raggiungere Roma dove si stabilirà fino alla sua morte e dove si avvererà la profezia di Ranieri Ugo, suggellata dall’unico premio Nobel per la letteratura conferito a una donna italiana, “l’avvenire di gloria e di ammirazione già si schiude accennando a bagliori affascinanti; e sarà pure l’opera sua benedetta perché passerà consolatrice e redentrice sulle nostre sventure, sulle nostre tristezze secolari.”
Questo breve, ma intenso e fondamentale periodo della biografia deleddiana per anni è stato trascurato e ancora in città non gode della popolarità che forse meriterebbe, come lo meriterebbe il triennio cittadino di Antonio Gramsci, un altro gigante della storia e della cultura sarda che a Cagliari ha compiuto passi indispensabili per il suo percorso politico. Ci ha pensato nel 2017 Luce Spano, al secolo Daniela Pinna, col suo libro ‘La città dell’amore. ‘Alla scoperta di Cagliari con Grazia Deledda’ – Palabanda Edizioni – a togliere la polvere a questa importante pagina di storia cittadina e sarà la stessa autrice a guidare, domenica 26 marzo, il tour di A Bellu A Bellu – Con Grazia Deledda a Cagliari– un racconto itinerante che terminerà nella cripta di San Sepolcro dove l’associazione La Casa di Suoni e Racconti, per il nono appuntamento cagliaritano della rassegna Significante 2023 – Sa Rughe e S’Ispada, in collaborazione con la Compagnia Teatrale García Lorca, porterà in scena la novella ‘La Festa del Cristo’, scritta dalla Deledda nel 1912.