Dopo un lungo silenzio la regina spagnola del giallo pubblica per Sellerio “La presidente”. Alicia Giménez–Bartlett è indiscussa maestra nel creare trame complesse e nel guidare il lettore attraverso le pagine con una leggerezza rara.
La sua lunga carriera inizia nel 1984 con il romanzo “Exit” e diventa subito un caso letterario. Laureata in letteratura spagnola e appassionata di storia ha saputo dare vita a intrecci inaspettati e a protagonisti amabili come l’ispettrice Petra Delicado e la sua degna spalla, l’ispettore Firmin.
Ma nei suoi libri non troviamo solo i tipici ingredienti di un buon poliziesco, bensì moltissimi riferimenti alla storia antica e contemporanea, a tematiche di peso sociale come l’eutanasia, la disparità di genere e le lotte sociali. La Giménez condanna, con un linguaggio limpido e impietoso, ogni comportamento escludente seppure con grazia e professionalità. La sua penna scorre lieve e chi legge si trova a divorare le pagine con la piacevole sensazione che non sarà mai deluso. E infatti un finale interessante lo conferma, ma questo solo dopo che tutti i disequilibri della trama trovano il loro posto con chiarezza disarmante.

La grande novità è l’arrivo di due nuovi personaggi che non potrete che apprezzare: Berta e Marta Mireilles, giovani poliziotte fresche d’accademia che si trovano a gestire un caso che più scomodo non si può proprio per in virtù della loro inesperienza. Ma la giovane investitura delle sorelle Mireilles non è sinonimo di incompetenza e anzi, muovendosi agilmente, seppure non esattamente come da protocollo, per le vie di Valencia e delle campagne adiacenti, riescono a condurre un’indagine vincente superando insabbiamenti e corruzione.
Accanto a loro figure ambigue, uomini arroganti, vittime inconsapevoli, poteri forti e un sottomondo di umanità variamente disperata perché, altra caratteristica di Alicia Giménez-Bartlett, è un’attenta analisi dei sentimenti umani indagati a fondo ma con un costante uso dell’ironia. Tanta quotidianità nei dialoghi tra le sorelle, nelle loro schermaglie e nelle riappacificazioni, e altrettanta credibilità in quelli con colleghi e superiori.
Tra le righe leggiamo alcune critiche alla società che consuma e getta cose e persone, la necessità tutta umana di trovare degli angoli di riflessione, fisici o mentali, per poter trovare rifugio dalle delusioni e dagli attacchi di un mondo aggressivo e poco inclusivo. Una lotta a certi pregiudizi si insinua qua e là rivelando un’autrice attenta e sensibile alle questioni che infiammano i dibattiti contemporanei, come ad esempio, la negazione di alcuni diritti alla comunità LGBTQ+ e alla serenità delle persone che ne fanno parte nel mondo del lavoro. Una critica anche al potere, quello che inebria e corrompe, e che in nome dell’affermazione personale non si tira indietro se c’è qualcuno da sacrificare.
“La presidente” è senza dubbio un grande ritorno di Alicia Giménez-Bartlett nel cuore dei suoi estimatori e la schietta natura delle Mireilles, per ora, ci consola della (speriamo momentanea) assenza di Petra Delicado.