Tutti i generi hanno debiti nei confronti del blues, l’abc della musica popolare. Il blues è ovunque: nel jazz come nel rock nelle sue molteplici varianti, nel beat e nel pop, nel soul, nel rap, nella dance. L’idioma comune che lega stili e generazioni senza il quale non esisterebbe il linguaggio dei suoni moderni. Un collante emozionale che attraversa gli anni e le mode scandendo il flusso della vita, ma anche un’espressione universale come l’opera e la tragedia greca. Musica che riflette uno stato d’animo e al tempo stesso il mezzo per esprimerlo, che nel Novecento Jean Cocteau definì “l’unico contributo sostanziale del nostro secolo all’autentica poesia popolare”. Una magia senza tempo con una struttura di dodici battute su tre accordi di tonica, dominante e sottodominante, primo, quarto e quinto grado della scala musicale, sempre uguale quanto capace di generare un’infinità di variazioni, e di cui ancora oggi nessuno può dire come sia nata. Così come la prima frase di ogni strofa, quasi ripetuta esattamente nella seconda per poi risolversi nella terza echeggiando quel tipico uso africano di “chiamata e risposta”, e le blue notes che imparentano la scala al modo minore. Una struttura che grazie alla sua straordinaria capacità combinatoria, è divenuta inesauribile fonte d’ispirazione per gli artisti più diversi.
Con l’avvicinarsi dell’estate, la musica che fu di Robert Johnson e Son House, Muddy Waters ed Elmore James, Skip James, Lead Belly, T-Bone Walker, Blind Willie Johnson, B.B.King e tante altre leggende, le cui origini si fanno risalire ai canti di lavoro, ai richiami modulati (hollers) e alle danze dei primi schiavi africani, documentati già nelle cronache del 1600 e in seguito da scrittori come Charles Dickens, ritorna a far parlare di sé annunciata dai programmi che gli organizzatori di blues-festival puntualmente rendono noti in questo periodo.
A partire da Narcao Blues, rimasto ormai l’unica roccaforte della “musica del Diavolo”, dove in passato sono approdati nomi come quelli di Otis Taylor, Canned Heat, Lucky Peterson, John Mayall, Peter Green, Popa Chubby, Billy Gibbons, James Cotton, armonicista dal pittoresco crossover di sonorità rurali e urbane cresciuto sotto l’ala protettrice del mitico Sonny Boy Williamson 2°. Organizzato come di consueto dall’associazione Progetto Evoluzione guidata con mano sicura da Gianni Melis, il festival, partner dell’Italian Blues Union che raccoglie tutte le rassegne nazionali, sbarca a Narcao dal 24 al 27 luglio con un carico di musica di qualità formato da otto concerti suddivisi in due set a serata previsti alle 21.30 e alle 23.00.
I big di questa trentaquattresima edizione rispondono al nome di Jason Ricci, Tommy Castro, Martin Barre: i primi due di scena il 25 e 27 direttamente dagli Stati Uniti in esclusiva nazionale, mentre il terzo il 26. Armonicista di vaglia, nato a Portland il 1974, Ricci ha condiviso la scena con gente del calibro di Johnny Winter, Walter Trout, Mike Zito, John Fohl. Sul palco dell’ormai storica piazza Europa si presenterà in compagnia del gruppo The Bad Kid: Kailin Dibbes, voce, Brent Johnson, chitarra, Bill Blok, basso, Rickey Shelton, batteria. Due giorni dopo sarà la volta di Tommy Castro che firmerà la chiusura. Songwriter, chitarrista dai riff argentati, cantante dalla voce intensa e grintosa, il musicista californiano rappresenta una delle stelle più luminose della costellazione del blues-soul, per questo c’è da rimanere certi che la sua esibizione manderà in solluchero gli appassionati. Grazie anche all’apporto di una band da togliere il fiato, il cui nome dice tutto, The Painkillers, ovvero Michael Emerson alle tastiere, Randy McDonald al basso, Bowen Brown alla batteria.
Oltre a quelle appena indicate, il festival regalerà ai bluesofili altre intriganti proposte: i Southern Avenue con base a Memphis, guidati dalla cantante e frontwoman Tierinn Jackson, e poi altri fantastici chitarristi: Jack Moore, figlio del celebre Gary Moore, Selwyn Birchwood, che con la sua band offrirà un mix di deep blues, rock psichedelico, funk e soul, il brasiliano Artur Menezes, che in trio mescolerà blues e hard rock, l’inglese Martin Barre (in quartetto) che per oltre quarant’anni ha fatto parte dei gloriosi Jethro Tull e lavorato con Paul McCartney, Phil Collins, Gary Moore, e il bresciano Cek Franceschetti accompagnato da The Stompers. Dopo i concerti in piazza Europa, Narcao Blues continuerà in località Santa Croce con altri artisti.