È uscito il 15 aprile ‘Inghirios‘, il nuovo disco de Le Balentes Stefania Liori, Pamela Lorico e Federica Putzolu, di certo una delle band più longeve tra quelle nate negli anni ’90 sulla scena sarda. La produzione e direzione artistica è di Michele Palmas per la sua etichetta S’Ard. Il disco, anticipato pochi giorni fa da un primo videoclip, sarà presentato al pubblico il prossimo 21 maggio con un concerto al al Teatro Massimo di Cagliari all’interno del festival S’Ard.
Il disco
“Inghirios” è stato anticipato dal videoclip ‘Sa Prima Pandela‘. Qui è raccontata la storia di una donna che osa iscriversi all’Ardia di Sedilo, esclusivamente maschile perché solo gli uomini possiedono s’animu per una tale impresa, ma lei e osa anche oltre l’osabile, vuole essere la prima bandiera della corsa sfrenata a cavallo.

Sei degli undici brani presenti nel disco sono stati composti e arrangiati da Pierpaolo Liori che vi suona magistralmente anche la fisarmonica. Proprio per ‘Sa Prima Pandela’ ci racconta che la versione a cui stava lavorando inizialmente lo lasciava insoddisfatto, ma non sapeva capire perché. “La melodia e l’armonia erano convincenti, ma l’assetto ritmico e in generale il mood non mi davano pace – ci ha raccontato – Ho fatto ascoltare il brano a Michele Palmas il quale, sulle prime, si è trovato nello stesso mio marasma ma, a differenza mia, ha avuto la lucidità di intravvedere una soluzione: perché non provi a farne una ballad?” E infatti ‘Sa Prima Pandela’ è una ballad ma molto di più, è un brano che cresce gentile fino ad accendersi oltre il limite della ballata e nella quale l’equilibrio negli arrangiamenti e nelle dinamiche espressive rende questo brano davvero intenso.
I testi dei brani sono di Stefania Liori e Davide Biggio ad eccezione di ‘Ninna Unde‘ composta dal polieadrico Matteo Leone che ha anche scritto il testo in tabarchino. Le altre liriche sono in nuorese, campidanese e masullese, queste ultime in ‘Naramì‘, scritte da Rossella Faa che ha sempre continuato a collaborare con Le Balentes.
Altre firme sono quelle del pianista Augusto Pirodda per ‘Piccioccus De Crobi‘ e una citazione di ‘Pandela’ di Gabin Dabiré, brano che Andrea Parodi aveva fatto suo interpretandolo con la sua ineguagliabile voce.

Perché i testi sono così importanti? Perché ognuno è legato a una leggenda o a una storia o tradizione. ‘Inghirios’, ad esempio, è il risultato di una vera e propria ricerca etnografica che Stefania Liori e Davide Biggio fanno quando riescono a intervistare l’ultima anziana di Ollolai che lavora l’asfodelo per poi intrecciarlo nei cesti. L’intreccio del cesto fa da sfondo, nel testo di questa canzone, all’intreccio amoroso di due giovani.
“La mia storia preferita? Quella legata proprio al titolo, ‘Inghirios’ – ci racconta Stefania Liori – ma abbiamo inserito anche una leggenda di nostra invenzione, quella del Contuleddu: in un paese sperduto della Sardegna c’è l’usanza di tramandare tradizioni, conoscenze e leggende da madre a figlia; ma una vecchia che non ha avuto figlie, prima di morire, affida le sue conoscenze a un uccellino, il Contuleddu, che dovrà portarle nel mondo”
Oltre ai testi di cui sono rintracciabili le storie di provenienza nel libretto del cd, un’altra nota di pregio sono gli arrangiamenti nelle esecuzioni di musicisti tanto bravi quanto versatili. Alla batteria e percussioni c’è Antonio Pisano, basso e contrabbasso sono di Fabio Useli, il violino è di Simone Soro e Fabrizio Lai ci delizia alle chitarre, bouzouki e saz baglama. La fisarmonica è di Pierpalo Liori e le voci sono quelle di Stefania Liori, Pamela Lorico e Federica Putzolu per le quali è solo possibile spendere elogi sulla precisione e l’equilibrio dinamico.
La storia del trio
La prima formazione, nata ai primi degli anni Novanta, era composta da Cristina Lanzi, Rossella Faa e Stefania Liori che si esibivano come coriste di Piero Marras, ma già nel 1993 Marras lasciava al trio vocale uno spazio tutto loro durante il suo concerto. Il primo nucleo totalmente indipendente però nasce nel 1997. Dal 2000, anno di uscita del primo disco a nome Balentes, fino a oggi sono quattro i titoli prodotti a fronte di un’intensa attività live e a collaborazioni con artisti di pregio come Samuele Bersani, Mauro Pagani, Rita Marcotulli, Fiorello e Davide Van De Sfroos. Nel 2006 dall’incontro con il musicista del Burkina Faso Gabin Dabiré, scaturisce anche una lunga tournée di concerti in alcune regioni italiane. Le Balentes hanno visto avvicendarsi diverse voci oltre a Lanzi e Faa, tra queste ricordiamo Ilaria Lai, Lulli Lostia e Elena Nulchis, ma il premio costanza e dedizione va a Stefania Liori, che mai si è allontanata da questo progetto. Per alcuni anni, tuttavia, Le Balentes prendono una pausa e il lockdown non aiuta a realizzare in tempi più stretti questo loro ultimo lavoro ma con fatica e perseveranza il trio vocale, assieme a bravissimi musicisti, ha raggiunto un ottimo risultato che reca anche il dono della memoria nelle tradizioni, leggende e storie che ritroviamo nei testi.