A circa un anno dalla presentazione del primo volume della raccolta intitolata ‘Le terrificanti scoperte del Dottor Kraus‘ (ne abbiamo parlato qui), la scrittrice e fumettista Ilenia Loddo ci propone il nuovo albo illustrato intitolato ‘Le Panas‘. Distribuito da Camena Edizioni e disponibile dal 27 marzo nelle librerie e negli store online, questo nuovo capitolo della saga prosegue il racconto del professor Rufus Kraus, che, morto improvvisamente, si ritrova, in forma spiritica, a vagare nei luoghi più misteriosi della Sardegna.
La trama
Le nuove pagine del diario del Dottor Kraus si focalizzano sui boschi della Barbagia di Ollolai, disseminati di misteriosi e talvolta impenetrabili sentieri, spesso oggetto di numerose e antiche leggende. La più famosa del luogo scelto stavolta è quella delle Panas, spiriti di donne morte di parto, condannate a percorrere i camminamenti dei boschi la notte, alla ricerca di una fonte d’acqua per poter lavare i panni del neonato che non conosceranno mai. Il loro spirito conserva le sembianze che il proprio corpo aveva prima della morte. Ricoperte da un velo bianco sporco di sangue si spostano da sole o in gruppo canticchiando un’antica ninna nanna.
Nelle pagine del volume il professor Kraus ci spiega quali pericoli rappresentano e come comportarci nel caso si abbia la sventura di incontrarle.
Lo stile
I tratti che compongono le varie illustrazioni del volume, nonostante siano realizzati in digitale, conservano lo stile incisivo e il tratto fumoso tipico di un disegno fatto a mano, già noto ai lettori della Loddo. I colori scelti per le tavole e le ambientazioni ricostruite dalla fantasia dell’autrice ci trasportano immediatamente nei luoghi visitati dal Dottor Kraus. La struttura narrativa si presta ancora una volta all’intrattenimento di un pubblico non esclusivamente adulto.
Le similitudini
Come spesso accade che leggende tipiche di una cultura trovino la stessa matrice ma con diversa estensione in un’altra cultura, così è facile trovare nelle sarde Panas il richiamo al mito dei paesi ispanici della Llorona. La figura della madre che ha perso il proprio figlio e vaga durante la notte intenta nella sua ricerca, in questo caso non cantando una litania ma piangendo (llorando in spagnolo) la sua perdita, è solo una delle innumerevoli varianti della leggenda. Se si scava ancora più a fondo si scopre che l’antichissimo popolo messicano dei nahua crede nella figura mitologica di Cihuacoatl che rappresenta la Dea della Terra, della Fertilità e del Parto. Secondo la leggenda la dea emergeva dalle acque del lago Texcoco a piangere i suoi figli.
A ridosso dell’uscita del nuovo capitolo cresce la curiosità sulla prosecuzione della saga. Quale sarà l’oggetto della leggenda e in quale misterioso luogo della Sardegna verrà ambientato?