Minimù è il nome di un mini museo che è nato nel 2015 da un interesse di Mara Lasi per gli insetti, soprattutto quelli “paurosi”. Da venerdì 24 marzo, giorno dell’inaugurazione della mostra a Casa Saddi a Pirri, è possibile immergersi in un mondo straordinario che spesso sottovalutiamo nella sua bellezza.
L’allestimento è a cura dall’associazione Punti di Vista assieme a Valentina Fadda e al fotografo naturalista Alessandro Spiga, e si snoda in tre ambienti principali: la Stanza di Isidora, il Teatro Scientifico e la Boscoteca Sonora. Cesare Brizio è il ricercatore che da anni registra i suoni degli insetti e che ha contribuito alla boscoteca, la biblioteca del bosco sonora. Il suo lavoro è stato molto importante anche per diversi studiosi naturalisti che hanno potuto individuare nuovi insetti o correggere alcune conoscenze errate.
Sempre venerdì ma alle 19 si è svolta una tavola rotonda incentrata sulla storia alla base della mostra in sé, ma anche sulle emozioni nella didattica, l’utilizzo dell’arte nella comunicazione scientifica e nell’allestimento di un museo naturalistico e la condivisione di storie di inclusione. Minimù resterà stabile a Casa Saddi e per il 2023. Sono state programmate diverse attività come laboratori per adulti e bambini dai due anni in su, formazione specifica e visite guidate possono essere concordate e ci saranno incontri con scrittori, ricercatori e artisti.
Museo itinerante del microcosmo
Era un giorno di otto anni fa quando Mara chiese al papà di modificare una valigia in legno, di quelle dei vini, per portare con sé i suoi “tesori”, per diffondere l’amore per la natura e per gli animaletti che spesso non piacciono proprio a tutti.
“In realtà questa passione esiste da sempre, da che io possa ricordare”, ci racconta Mara che da bambina amava stare da sola, complice una connaturata timidezza, nel giardino di casa, con i cani e i ragni. Il padre aveva una specie di laboratorio con attrezzi nel quale avevano eletto dimora quei ragni con le zampe sottili e lunghe che lei chiamava indistintamente Filippo (vero nome scientifico: Holocnemus pluchei). Parlare con Mara ha qualcosa di magico e presto scopriamo che si è meritata il titolo di Signora delle blatte. “Ho radicalmente cambiato idea sulle blatte quando un bambino me ne ha presentata una come il più prezioso dei gioielli”, ma Mara è questo e tanto altro, archeologa ad esempio, e proprio scavando “trovavo animaletti”. È anche guida turistica e tecnica della didattica nei siti archeologici. Divulgare l’amore per la natura e il rispetto per la vita è uno dei suoi massimi interessi che riesce a declinare attraverso la pedagogia e un percorso formativo acquisito con un master in educazione e natura. Insieme a Fabiana Mascia, Oriana de Las Golondrinas, Luca Gasole, Martina Balloi, Ilaria Ditta e altri collaboratori porta avanti il sogno dell’associazione Punti di Vista che si prefigge la diffusione di un’ottica ecologica alla vita. Con il progetto Vita da Elfi organizzano laboratori anche rivolti ai più piccoli attraverso i quali sostenere la sensibilità e l’esplorazione di questi temi sin da un’età precoce.
Punti di Vista
Non solo il nome dell’associazione che ci presenta la mostra Minimù, ma proprio un approccio diversificato allo sguardo sulla vita. Le partners in crime di Mara sono Fabiana Mascia, laurea in Scienze Naturali e una reale fobia per i ragni. “Sono partita dal mio terrore e l’ho trasformato in forza”, ci spiega. Fabiana aveva l’incubo dei ragni e per superarlo entrò in contatto con l’associazione nazionale Aracnofilia. È lì che scoprì un mondo stupendo ed è questo che la mise successivamente in connessione con Mara Lasi. Oriana de las Golondrinas invece è laureata in Ecologia, interessata quindi soprattutto alla relazione tra esseri viventi e sembra essere l’alter ego colombiano di Mara.Tutte e tre condividono l’amore per la natura che esprimono in quello che potremmo dire essere vero e proprio incanto.
Piccoli tesori
“La mostra permetterà di vedere insetti e frammenti del micromondo, come cacche (sì, proprio quelle, le feci degli insetti, ndr), mute, nidi, uova sterili” dice Mara.
Da dove vengono gli insetti? “Li trovo in campagna ma li lascio liberi di stare o andare nel terrario aperto che gli metto a disposizione. Quando li trovo morti, ne prendo uno, gli altri restano alla terra. Alcuni mi sono stati regalati e, come detto, vivono sereni nel terrario. Quando muoiono, alcuni li conservo con cura”.
(Nell’immagine in evidenza, Mara Lasi, la foto è di Claudia Porcu)