Capire che direzione prendere non è mai semplice, perché porta a riflettere su di sé e a mettersi in discussione. È un momento catartico che consente di prendere consapevolezza di quel che si vuole realmente. Una consapevolezza che non manca al produttore cagliaritano Owsir, al secolo Antonio Deidda 35 anni, che il 26 maggio scorso ha pubblicato il suo nuovo album ‘’Underbeatz’’ costituito da 13 tracce. Un progetto che ha tutte le carte in regola per essere un classico dell’hip hop isolano e non solo, in grado di coinvolgere alcuni dei nomi di maggior rilievo del panorama: si va da Kiquè Velasquez, Alli Q, Essenne, Shadi Fa, Zuli, Fugo a Kid Kontrasto, Kiffa, Mikerophone, Sakatena senza dimenticare Kento, Lord Madness, Dragwan e Dj Ciaffo. Un album libero da compromessi e che di questa libertà fa marchio di fabbrica. Una libertà che, come ricordava il celebre scrittore Albert Camus, è una possibilità preziosa per essere migliori: una possibilità che Owsir non si è lasciato di certo scappare.
Sei attivo nella scena da quasi vent’anni, come è mutato il tuo modo di approcciarti al beatmaking?
Ciò che è mutato maggiormente è la consapevolezza di ciò che voglio fare. Quando si è adolescenti, chiaramente, si procede per tentativi in cerca di una direzione. Una volta divenuti adulti, si è ben consci di ciò che si vuole ottenere. Ho avuto la fortuna di spaziare, partendo dall’hip hop e cimentandomi anche in altri generi quali la dubstep, l’house ma anche le colonne sonore. Ecco, tutto questo ha contribuito fortemente alla mia crescita.
Qual è la traccia che descrive meglio il tuo disco?
Sicuramente il pezzo che dà il nome al disco ed è collocato alla fine, nonché l’unica canzone in cui compaio anche alla voce e non solo come producer. Va oltre essere una semplice titletrack, ha un messaggio più profondo: è la mia firma, parla di come mi sono evoluto, è una presentazione scritta di ciò che sono e di ciò che troverà l’ascoltatore una volta messo in play l’album.
Ti trovi meglio nella veste di produttore oppure di Mc?
Sinceramente mi trovo bene in tutti e due i contesti. Sono due mondi che si compenetrano. La scrittura mi appassiona da sempre, aiuta ad aprirsi e a tirare fuori ciò che realmente uno ha dentro.
Ci sono artisti che sarebbero dovuti essere nel disco e che alla fine non ne hanno fatto parte?
Sì, è inevitabile questo perché trovare un punto d’incontro tra i vari impegni lavorativi e personali non è mai facile. Nel mio caso, avrei voluto coinvolgere due esponenti di spicco dell’hip hop italiano come Sandro Su e Principe, speriamo ci sia presto l’occasione di finalizzare qualcosa assieme.
Al di fuori della scena hip hop, ci sono artisti con cui vorresti collaborare?
Sì, assolutamente e i nomi sarebbero davvero tanti. Non sono chiuso nel mio mondo e voglio ampliare il mio background, stringendo nuove connessioni e dando vita a nuove sinergie. L’importante è lavorare con passione e puntare a ottenere un prodotto di qualità, senza essere schiavi delle logiche di mercato.
Hai in programma un secondo capitolo di ‘’Underbeatz’’?
L’idea di farlo c’è, adesso però preferisco concentrarmi sul presente. Il resto verrà in maniera naturale, strada facendo.
Tra il 2007 e il 2008 organizzasti il contest di freestyle ‘’DIS-MIC’’ a cui parteciparono alcuni degli Mcs più talentuosi dell’Isola. Quanto è stato importante fare ciò?
Fu sicuramente importante perché contribuì notevolmente alla diffusione del freestyle. Era un appuntamento aperto a tutti, ci si incontrava ogni giovedì pomeriggio nei parcheggi fuori dall’Istituto Giua: siamo passati da essere in quattro amici a superare le cento persone, sono stati momenti intensi che ricordo con affetto.
Cosa c’è in te dell’Owsir del passato e in cosa sei cambiato di più?
Del mio passato direi che c’è tutto, semplicemente declinato in maniera nuova. La passione e il desiderio di migliorare sono sempre più forti, ho lo stesso entusiasmo degli esordi e sono pronto a mettermi alla prova in nuove sfide.