C’è grande attesa a Cagliari per il ritorno dei GBH. La band di Birmingham, leggenda vivente dell’hardcore-punk inglese, ritorna in Sardegna a distanza di cinque anni, la sua ultima esibizione isolana risale al Rock In Genoni del 2018, per l’unica data italiana del tour europeo. Sabato 24 giugno salirà sul palco del Corto Maltese Poetto per un concerto gratuito organizzato in collaborazione con Skullwar Booking e Stage Diving Production che vedrà in scena anche Furgone, Thee Kares e Stone Dirty Sound. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati del genere, per rivivere, ancora una volta, attraverso il sound aggressivo di una delle sue band più longeve, lo spirito di quel pionieristico street punk passato alla storia come UK82 e la gigantesca eredità artistica, concettuale e attitudinale che avrebbe influenzato moltissimi altri musicisti.
Nel febbraio del 1978 lo Standard, un giornale della sera londinese, dichiarava a gran voce che il punk era morto, dissolvendosi come la più passeggera delle mode. A breve, lo scioglimento dei Sex Pistols, la dipartita di Sid Vicious, il nuovo corso dei Clash di ‘London Calling’ e le campane a morto di ‘Back in Black’ degli Ac/Dc spinsero tanti a intonarne il de profundis. In molti, all’epoca, non avevano ben colto la portata dei semi gettati dagli stessi Pistols, da Ramones, Iggy Pop, The Clash, Damned e altri ancora, che avrebbero reso immortale la filosofia del punk, destinato, per sopravvivere, a percorrere altre strade, talvolta lontanissime sia a livello sonoro, concettuale ed estetico, come nel percorso della nascente new wave, altre volte portando agli estremi il sound e il look del 1977 e, in tempi di ascesa thatcheriana, esasperandone tematiche e contenuti.
La risposta ai beccamorti che avevano preso lo slogan del “no future” un poco troppo alla lettera arrivò dalla strade delle periferie delle città inglesi dove il punk era stato forse recepito per la sua vera essenza. Da qui, alcuni ragazzi con pochi mezzi, chiamati generazione “do it yourself”, trasformarono il sound dei primordi, rendendolo ancora più veloce ed aggressivo, radicalizzarono il loro linguaggio e trovando in riff di chitarre infuocate e batterie che esplodevano come sante barbere l’artiglieria per muovere all’assalto della cultura britannica ed europea e per scagliarsi contro la trinità infernale rappresentata da stato, chiesa e forze armate.
Negli angoli più reconditi della periferia della Perfida Albione nacquero così band come The Exploited a Glasgow, i Picture Frame Seduction a Haverfordwest, i Discharge a Stoke-on-Trent e i Charged GBH a Birmingham.
Quest’ultima band, che all’epoca aveva scelto quel nome per l’omonimia con un altro gruppo inglese, venne formata nel 1978 da Colin “Col” Abrahall alla voce, Colin “Jock” Blyth alla chitarra, Sean McCarthy al basso e Andrew Williams alla batteria. Nel 1982 incisero ‘City Baby Attacked by Rats’, il loro primo album, un disco capolavoro dell’hardcore che avrebbe segnato non solo il sound del UK82 e la nascente scena inglese di allora, ma influenzato decine di artisti, fra i quali gli alfieri del trash/speed metal come Metallica e Slayer, ma anche Sepultura, Nirvana e Arch Enemy.
Da allora la band ha composto una decina di album che hanno avuto alterne fortune e calcato infaticabilmente migliaia di palchi in tutto il mondo ed è a oggi una delle più longeve nel panorama punk – hardcore mondiale. Sabato si presenterà sul palco del Corto Maltese Poetto per infuocare il Golfo degli angeli con i migliori episodi del proprio repertorio, con buona pace del no future e con uno spirito, che a discapito del tempo che passa e di chi si ostina ad annunciare la morte del punk, per dirla con i Negazione, continua e brucia ancora di vita.