Martedì 25 luglio sono andata a Milano per il concerto dei Maneskin a San Siro.
Ma partiamo dall’inizio. Più o meno cinque anni fa, guardando X Factor mi sono innamorata di questo gruppo e della loro prima canzone “Chosen”.
Essendo piccola e non avendo il telefono per ascoltarli non li sentivo molto, neanche in radio.
Poi me ne scordai, me li dimenticai fino a quando non uscì un altra loro famosa canzone, “Morirò da re”: la sentii al bar, mentre ero con gli amici a mangiare il gelato e mi illuminai di nuovo.
Avevano poche canzoni e li ascoltavo quando potevo. Li sentivo sempre più spesso in radio e poco su youtube. Li avevo completamente persi di vista fino a quando non si presentarono al festival di Sanremo 2021.
Quando vinsero non ci potevo credere, ero contentissima e ricominciai ad ascoltarli. Quando mi resi conto che ormai, anche dopo la vittoria al festival Eurovision nel 2021, stavano raggiungendo una fama mondiale capii che ogni sogno era realizzabile e che ci voleva solo tanto coraggio e tanta voglia di impegnarsi.
Da quel momento diventai fan, li ascoltavo sempre e ovunque, conoscevo ogni loro canzone e sapevo sempre dov’erano e dove si stavano esibendo.
Iniziarono a piacere anche ai miei genitori, e secondo me è una cosa che ci ha unito. Li ascoltavamo insieme in macchina e li cantavamo a squarciagola.
Negli anni ho cambiato tanto il mio genere musicale preferito, per me la musica è tutto e l’ascolto sempre, quindi quotidianamente mi posso ritrovare a sentire generi totalmente diversi fra loro.
Loro, anche se magari in secondo piano, erano sempre lì. Le loro canzoni mi hanno dato e mi stanno dando molto.
A Natale del 2023 quando aprii il regalo dei miei genitori trovai questi tre biglietti con scritto “25 Luglio, San Siro” e i posti assegnati ma non capivo e non leggevo chi dovessimo andare a vedere, ero già emozionata e non capivo nulla. Andavo su e giù con gli occhi fin quando non lessi “Maneskin”, sono scoppiata in lacrime non ci potevo credere, abbracciai i miei e rimasi a leggere i biglietti per circa 5 minuti.
Il concerto è stato bellissimo, un’emozione unica.
Alla prima canzone mi sono messa a piangere, non so neanche io il motivo, non potevo credere di essere lì a vedere le persone che mi avevano cambiato la vita senza neanche conoscermi.
Secondo me i Maneskin sono un incrocio tra il rap e il rock, per questo mettono d’accordo tutti. La mia generazione li ha ascoltati molto appena usciti da Sanremo, ma secondo me ora li ascoltano in veramente pochissimi.
Per me non esiste un genere bello o brutto, la musica è favolosa e ti può aiutare quando nessun altro può farlo, perché la musica unisce e l’ho visto più che mai a tutti i concerti in cui sono stata.
Questa nuova rubrica nasce con la precisa volontà di ascoltare il punto di vista delle persone più giovani su tanti temi, grandi e piccoli. È una generazione spesso trascurata nel dibattito politico e altrettanto spesso è descritta come poco impegnata, disinteressata e senza aspirazioni. Noi pensiamo tutto il contrario e abbiamo deciso di dare loro voce a partire da Giulia Toma, 13 anni di Massa Lombarda, e Filippo Spano, 13 anni di Cagliari, che da oggi animeranno questo spazio di riflessione.