Nel momento in cui si comincia a fare musica è bene tenere a mente che i lidi verso cui dirigersi sono infiniti e che non esiste un unico porto in cui sostare. Infatti, sperimentazione, ricerca e curiosità sono gli elementi in grado di ampliare gli orizzonti di ciascun artista, permettendo di sondare nuovi terreni. Proprio come nel caso di Angus Bit, al secolo Nicolò Angius 32 anni produttore originario di Terralba, che dà vita a strumentali hip hop con influenze jazz, chilling e la contaminazione di strumenti di vario tipo, senza tralasciare l’amore per l’arte dello scratch. Il suo è un approccio meticoloso e genuino in grado di amalgamare le tante influenze in un unicum che affiora le proprie radici nel passato e al contempo guarda al domani con la consapevolezza che mettersi in discussione è quanto di più importante ci sia per trarre il meglio da sé. Sabato sarà ospite a San Sperate per il festival Cuncambias, lo abbiamo raggiunto per una chiacchierata in vista del suo spettacolo.
Quando hai cominciato a produrre le prime strumentali?
Nella fase finale dell’adolescenza. Le prime strumentali le ho realizzate intorno ai 17 anni, poi andando avanti nel tempo ho cercato sempre più di avere uno stile il più personale possibile, facendo tesoro degli artisti con cui sono cresciuto.
A proposito di influenze, quali sono stati gli artisti che più ti hanno segnato?
Ci sono davvero tanti nomi di artisti di valore che hanno contribuito alla mia formazione, sicuramente direi Dj Gruff, Neffa e Deda ovvero i Sangue Misto: loro hanno avuto un ruolo significativo. Poi direi anche J Dilla, indubbiamente l’hip hop della Golden Age ovvero degli anni Novanta mi ha influenzato tanto, ma in fatto di ascolti ho sempre variato.
Attualmente su cosa ti stai focalizzando?
Ultimamente gli artisti che sto ascoltando maggiormente sono il producer britannico Bonobo, il musicista e skater statunitense Tommy Guerrero e i C2C, quest’ultimo è un gruppo francese di produttori davvero interessante.
Il 13 luglio è uscito il tuo nuovo brano ‘’The Fall’’: è l’anticipazione di un nuovo disco?
Proprio così, il cd si intitolerà ‘’Aria’’ e uscirà in autunno. Sarà un disco vario, formato da tracce totalmente strumentali, dove confluiranno tutti gli ascolti di questi anni e dove l’attenzione verso i dettagli è uno dei tratti distintivi. Ho iniziato a lavorarci nel 2020, ci saranno varie sfumature da cogliere. Nel mentre, in questi mesi usciranno altri singoli che anticipano l’uscita del progetto.
Quanto è cambiato il tuo modo di produrre dal precedente disco ‘’Jazz Things and Other Stuff’’ uscito tre anni fa?
Chiaramente tanto, il cambiamento è fondamentale nel percorso di ogni artista. Sicuramente, ‘’Jazz Things and Other Stuff’’ è un disco a cui sono affezionato, il primo pubblicato per l’etichetta Talk About Records. È un lavoro influenzato dall’ascolto dei tre volumi del rapper americano Guru ‘’Jazzmatazz’’ di cui proprio trent’anni fa uscì il primo volume, e in particolare ad avermi colpito sono alcune strumentali di Dj Premier. Ascoltare quei tre album mi ha permesso di scoprire nuovi ambiti a cui avvicinarsi. Nel nuovo disco, comunque, ci saranno elementi di continuità con il precedente lavoro come l’uso dei sample e le parti suonate.
Quali sono gli artisti con cui ti piacerebbe collaborare?
Anche in questo caso, i nomi da fare sarebbero tanti. Indubbiamente, dovendo sceglierne uno, direi Futta ovvero un Mc sassarese che seguo da anni, contraddistinto da uno stile unico e da una scrittura incisiva e ricca di contenuti.
Sarai a San Sperate in occasione del ’Festival Cuncambias, che spettacolo porterai sul palco?
In primis, sarò me stesso al cento per cento e sul palco porterò ciò che amo fare con gli strumenti che mi hanno sempre accompagnato: ci saranno i campionatori, i giradischi e mi diletterò anche nello scratch. Oltre ai miei vecchi brani, suonerò in anteprima alcuni pezzi del nuovo disco; in totale, saranno circa 40 minuti di esibizione, da cui trarre nuovi spunti di riflessione e nuovi stimoli da tradurre in musica.