Eccoci qua a celebrare il ritorno di una band che nel 2020 aveva già fatto parlare di sé come precursori di un nuovo intendere una sorta di post punk appesantito e magmatico. Ultra Mono – qua già recensito su Nemesis – ci aveva fatto saltare come ossessi e quasi fatto gridare al miracolo.
Dopo poco più di un anno i nostri eroi di Bristol tornano alla carica con un nuovo lavoro, “Crawler” che, tradotto, ben indica il mood, le dinamiche, dell’album.
“Crawler” si muove in sottofondo, come un parassita che, sotto la nostra pelle, cerca la sua direzione per arrivare ai nostri organi interni ed attaccarci quando siamo totalmente inconsapevoli della sua presenza per poi divenire letale.
Ecco, a “Crawler” forse manca l’ultima parte, il percorso che l’album intraprende, già a partire dalla prima “MTT 420 RR” è un percorso lento, quasi dilaniante ma forse alla fine, inoffensivo.
L’album consta di 14 tracce, per 47 minuti che effettivamente sono un po’ troppi per un tipo di album che evolve troppo lentamente ma che non mantiene una valuta stilistica perfettamente dinamica, troppa la sensazione di perdersi all’interno dell’album che di per sé merita più di un ascolto ma a pezzi, estraendo di volta in volta i vari singoli che soffrono un po’ di crisi di identità.
“The Wheel” ricalca molto uno stereotipo a la “Queens of the Stone Age” e quindi riproponendo il solito muro di chitarre che però non risulta così doloroso proprio come quanto da sempre proposto dalla band ispiratrice.
Le successive tracce rimangono sempre godibili ma lasciano quel tocco di incompiutezza, come se mancasse la formula magica, il goal clamorosamente sbagliato dopo un’azione solitaria.
“Crawler” prosegue quindi stentando, arrancando, arrivando faticosamente a fine ascolto.
In definitiva un peccato, che forse evidenzia più che i limiti della band inglese, gli evidenti limiti di questo rinnovo o riscoperta di genere che non può comunque generare molta ed accattivante novità senza rischiare di cadere nella ripetitività o nella piattezza.
Da ascoltare a pezzetti.
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