I Deftones sono una di quelle band che da ‘xennial’ (una roba stile xenoformo tra x e millenial, penso) ha più lasciato durante questi ultimi trent’anni la sua impronta in maniera sì continua ma più o meno profonda. La dolorosa scomparsa di Chi Cheng portò confusione e sconforto nella band per anni per poi sentirla risorgere da quel piccolo gioiellino che fu ‘Ohms’, a fine 2020 – qua su Nemesis Magazine – e poi ritornare con i primi due singoli – qui ‘My Mind Is A Mountain’ – per poi rivelare tutta la nuova creatura pochi giorni fa, curiosamente durante il loro tour mondiale che ha toccato anche il nostro paese nella data di giugno al Carroponte di Milano.
‘Private Music’ ha la doppia valenza di uscita intima e, appunto, privata, ma anche condivisa che può solo voler significare una particolare intenzione di condividere solo con chi potrà capire che, in realtà, è sempre stata la ‘Deftones Attitude’, mai troppo mainstream, mai troppo Nu Metal mentre c’era solo quello, mai troppo polarizzati ed esposti, aperti a diverse sonorità soprattutto 80s e quindi mai nemmeno troppo di nicchia rispetto ad altre realtà alla fine forse solo meno talentuose e ispirate.
Sta di fatto, però, che in un mercato così assillato e saturo, avere la propria da dire anche dopo più di trentacinque anni, non è da tutti.
Soprattutto quando si apre un album con il fragore di ‘My Mynd Is A Mountain’, vera energia risalente agli albori forse dei primi due album, e da qui in poi è un susseguirsi di arrangiamenti ultra diretti, accordature più basse possibile, aperture melodiche meno predominanti del solito.
Echi del passato che sembrano quasi ripescaggi remixati ma che in realtà testimoniano la capacità dei Deftones di essere sempre stati eterni e non succubi dei trend musicali delle varie fasi attraversate.
La prima metà dell’album scorre quindi con una forte intensità che rallenta solo nella suadente ‘I Think About You All The Time’ ma che riparte istantaneamente in ‘Milk Of The Madonna’ per poi riondeggiare nelle successive tracce e chiudendo con soave violenza in ‘Departing The Body’
‘Private Music’ si dimostra un album molto diretto, sincero, sarà molto probabilmente un punto di svolta nella carriera dei nostri che forse nemmeno loro hanno ancora ben compreso ma di sicuro è la conferma della coerenza della band di Chino Moreno che, dopo decenni, rimane una bandiera della musica alternative mondiale.
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