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Correva l’anno 1998 e i Bluvertigo con ‘Metallo non Metallo‘ uscito l’anno precedente e a soli tre dall’ album d’esordio ‘Acidi e Basi‘, stanno vivendo il loro periodo d’oro. Il gruppo capitanato da Marco Castoldi, cantante, bassista e polistrumentista mancino, meglio conosciuto con il piratesco pseudonimo di Morgan e completato da Andy Fumagalli alle tastiere e al sassofono, Livio Magnini, ex fonico che ha sostituito Marco Pancaldi alla chitarra e Sergio Carnevale alla batteria, ha messo d’accordo critica, pubblico e fresco di disco d’oro, anche la Sony.
La musica che propongono ha radici e influenze lontane quasi due decadi e va dai King Crimson ai Duran Duran, da Battiato ai Roxy Music e soprattutto ai Depeche Mode e David Bowie per i quali il quartetto nutre una vera e propria venerazione. Non si tratta però di sterili cloni nostalgici degli anni Ottanta, ma quanto suonano questi “fantasmagorici ragazzi che giocano col passato e hanno una grande coscienza della loro immagine” – la definizione è di un tizio che di retrò se ne intende, Simon Reynolds – confortati da una tecnica di alto livello, dal gusto che mostrano di avere per la ricerca sonora e nell’utilizzo dell’elettronica e per l’infinita mutazione di stili, è qualcosa di talmente moderno da sfuggire ad ogni definizione. In una parola i Bluvertigo risultano incatalogabili.
Oltre al fortunato disco e al conseguente tour arrivano i grossi festival e la partecipazione al primo MTV Day, nuova emittente che adotta la band come testimonial, anche in virtù del Best Mtv che hanno appena ricevuto come miglior gruppo del Sud Europa, superando nomi ben più noti del panorama italiano. L’attività della band è al limite della frenesia. Nello stesso periodo nasce la collaborazione con Antonella Ruggiero per ‘Registrazioni Moderne‘ dove suonano due cavalli di battaglia del periodo elettronico dei Matia Bazar, ‘Elettrochoc’ e ‘Fantasia‘; quella con i Subsonica in ‘Disco Labirinto‘, con Alice in ‘Personal Jukebox‘ nel quale eseguono ‘Chanson Egocentrique‘ di Battiato con il quale Morgan collabora anche in ‘Gommalacca‘, ultima fatica dell’artista siciliano.
Arriva l’ultimo anno del secolo e nonostante l’intensa attività, la band monzese ha già le idee molto chiare su come dovrà essere il nuovo LP. Livio Magnini dichiarerà in seguito: “Volevamo raccontare al pubblico che c’era altro oltre quello che ascoltavano in radio, ovvero quelle nuove sonorità nascoste al pubblico per un discorso esclusivamente commerciale”. Per nove mesi i Bluvertigo, con il beneplacito della Sony che si aspetta grandi cose e ha investito decine di milioni di lire per fornire la band di strumenti e tecnologie all’avanguardia – saranno fra i primi a utilizzare Plugin e Pro Tools anche dal vivo – si chiudono nel seminterrato di casa Castoldi a Monza per suonare e registrare ore e ore di musica, gettando così le “gelide” basi per quello che sarà il terzo capitolo della trilogia della chimica, il loro “white album” che si chiamerà Zero. Ovvero la famosa nevicata dell’85.
Mixato al Mountain Studios di Montreux da David Richards, già fonico dei Queen e del Duca Bianco, vedrà la partecipazione di Franco Battiato, Mauro Pagani e Roberta Castoldi, sorella di Morgan e uscirà il 25 ottobre del 1999.
La prima traccia è ‘Zero‘ che dopo un breve preludio porta l’ascoltatore in un congelatore esistenziale dove convivono ibernati Rimbaud, Kaplan, Springsteen e Woody Allen e lo zephir cessa di esistere. ‘La Crisi’ e ‘Sono = Sono‘ condensano il momento più radiofonico del disco; seguono ‘La Comprensione‘, ‘Finché Saprai Spiegarti‘, la riflessiva ‘Sovrappensiero‘ e ancora ‘Forse’, cantata da Andy, ‘Autofraintendimento‘ e ‘Lo Psicopatico’. Ricchi di frammenti di poesia, cinema, letteratura e glamour, questi brani vengono usati come strumenti atti ad indagare, sviscerare ed evidenziare la psiche umana nei suoi aspetti più reconditi, con particolare riferimento ai rapporti che intercorrono fra gli esseri umani e il loro caotico mondo.
Per tributare il periodo berlinese del Duca Bianco i Bluvertigo propongono la cover di una canzone non affatto scontata e come già fatto in precedenza con ‘Here Is The House’ dei Depeche Mode, non scelgono una hit ma ricorrono a una perla tratta da ‘Low‘ del 1977. A tal proposito Morgan racconterà alla rivista Rolling Stones: “Andammo un paio di giorni a Londra a svagarci, lasciando a David Richards il compito di mixare la nostra versione di ‘Always Crashing in the Same Car’ di Bowie. Era stato lui a mixare l’originale. Richards la fece sentire al telefono a Bowie che gli chiese di alzare la parte vocale acuta. E quindi il nostro pezzo ha quel mix per un intervento di David Bowie… al telefono”.
Il sax di Fumagalli annuncia il momento hot di ‘Porno Muzic’ dopo di che si susseguono ‘Niente X Scontato’ e ‘Nessuno’ prima del finale, che suona quasi come mesto presagio, con ‘Punto di non arrivo’ .
Il lavoro commercialmente non è all’altezza delle aspettative della casa discografica e nonostante le migliaia di copie preordinate ancora prima che uscisse, venderà meno del precedente, mentre la Sony si aspettava che raggiungesse almeno le 250mila copie. All’epoca viene considerato un “album difficile” ma forse è soltanto concettualmente e artisticamente troppo avanti per essere capito dalla critica e apprezzato dal pubblico che questa volta rimangono entrambi totalmente spiazzati.
Oggi questo disco trans – temporale, gelido e senza riverberi è considerato un’eccellenza della discografia italiana di fine millennio. Uno shuffle che principia nell’anno zero 1985 per mescolare quanto venuto prima con quello che verrà dopo e talmente moderno da sembrare registrato “domani”, sarà l’ultimo capitolo della produzione dei Bluvertigo che chiuderanno così questa trilogia fuori dal tempo consegnandola all’infinito, rispetto al quale, parafrasando Victor Hugo, ogni numero varrà sempre Zero e dal quale tuttavia si può sempre ripartire, possibilmente senza passare per San Remo o X Factor. I piccoli chimici, fans ormai diventati adulti, ci sperano ancora.