Siamo davvero circondati dai luoghi comuni, a volte abusati, altre volte più originali da sembrare quasi una buona fake news, ma perché non dare il giusto tributo al luogo comune per eccellenza, cioè a quello più in senso stretto possibile?
Il luogo in quanto ‘porzione di spazio reale’, o ‘parte specifica della superficie della Terra’, o ancora ‘punto d’incontro di un appuntamento’ (fonte Wikizionario).
I luoghi fisici, in quanto spazi di aggregazione, possono essere scenario di contorno o protagonisti degli eventi; basti pensare alla famosissima Piazza di Spagna, che ospita spesso e volentieri eventi mondani come sfilate di moda, o alle piazze emiliane che sono state significative per il sorgere del Movimento delle Sardine il cui obiettivo era proprio quello di mettere in evidenza la volontà di esporsi, di presenziare fisicamente, di attribuire un peso ed un significato al riempire di persone – e di ideali – un luogo, appunto.
La fisicità che supporta l’astrattezza.
Indubbiamente tutte cose venute meno negli ultimi tempi. La presenza fisica è scoraggiata, la prossimità è assolutamente bandita, gli incontri, in alcuni periodi, addirittura vietati.
Improvvisamente si rende necessario sopperire all’impossibilità di fruibilità dei luoghi fisici con quei luoghi che, seppur virtuali, si prestano allo scopo: incontrarsi.
Siamo dunque diventati tutti un po’ più esperti delle piattaforme on line, ci siamo impratichiti (chi con entusiasmo, chi invece con rassegnazione) ad assistere ad eventi tramite display, complice la connessione wi-fi, rispetto alla più classica delle poltrone o sedie pieghevoli da esterni.
In realtà non è mancato proprio nulla: festival letterari in streaming, corsi universitari via ‘Zoom’, abbonamento con il personal trainer sfruttato via ‘Meet’, riunioni di lavoro tramite ‘Teams’, persino aperitivi a distanza con ‘Houseparty’. E anche il più pantofolaio di noi, a quel punto, ha avuto il desiderio di tornare a frequentare i propri luoghi senza limitazioni, fossero teatri, locali, parchi o semplicemente fermate del tram.
Forse questo si può interpretare come una rivincita delle piazze rispetto ai posticci incontri sui social network che, in realtà, la loro funzione l’hanno assolta più che bene, ma a volte è bello tornare alle origini. Se si dovesse trovare un riferimento in musica scelgo una frase che mi è sempre piaciuta tratta da un brano degli Zen Circus: “ormai le piazze fanno rivoluzione solo quando sono vuote“.