Il “boomer”, letteralmente, è una persona nata dopo il boom economico, quindi più o meno tra gli anni ’60 e ’70. Oggi il termine “boomer” viene dato in modo ironico alle persone anziane, che provano ad essere giovani, non riuscendoci, oppure coloro che disprezzano internet e le nuove generazioni.
Con i miei parenti ci scherzo, chiamandoli boomer mentre fanno un post Facebook o provano a fare dei selfie con le smorfie “da adolescente”.
Molte persone non capiscono gli adolescenti, anche se ci sono passati pure loro.
Secondo me, anche solo negli ultimi vent’anni, il mondo è cambiato, sono cambiate le città, sono cambiate alcune regole sociali, sono cambiati i telefoni e di conseguenza anche l’uso che se ne fa.
Noi ragazzi e ragazze della Generazione Z siamo nati quando queste tecnologie si stavano sviluppando e di conseguenza siamo cresciuti con il telefono e col pc.
Mi ricordo che già alle elementari facevamo informatica e affrontavamo temi come i social network e l’uso del telefono.
Io ho ricevuto il telefono a fine della prima media, tardi rispetto ai miei compagni, ed ho avuto accesso a Instagram solo l’estate scorsa.
I boomer spesso e volentieri ci giudicano sul telefono: “Avete sempre il telefono in mano” e “pensate solo al telefono” sono le frasi che ci vengono spesso dette in ogni occasione.
Per molti adolescenti il telefono è il proprio mondo e senza di esso si sentirebbero persi, secondo me, se i giovani si chiudono dentro al telefono (o dentro al pc) vuol dire che non si sono riusciti ad aprire fuori. Questo non vuol dire che siano giustificati ad usare il telefono in modo sproporzionato ma vuol dire che magari invece di giudicarli si dovrebbe provare a capirli e vedere se c’è qualcosa che non va.
Una cosa che odio, e che io ho, sono i blocchi: il mio telefono è acceso dalle 7 del mattino fino alle 20.30, e posso usare il telefono per 4 ore, il computer invece posso usarlo per due ore e mezza ma si accende dalle 13.30 fino alle 15, poi si spegne e si riaccende dalle 18.30 fino alle 20.
I blocchi durante il pomeriggio non mi piacciono tanto, soprattutto perchè se mi serve qualcosa non la posso avere subito ma devo aspettare che i miei me lo sblocchino.
Forse i boomer un po’ hanno ragione, anche quando esco e vado al parco ci sono tantissimi bambini che giocano al telefono e non tra di loro, quando il gioco è molto importante alla loro età. D’altra parte i social potrebbero farti conoscere nuove persone (anche della tua stessa città) o curiosità nel mondo molto interessanti.
Al giorno d’oggi secondo me ci stanno dando una buona educazione sui social, a cosa dobbiamo stare attenti, per cosa li possiamo usare e per cosa è meglio fare dal vivo.
(immagine da Publicdomainpicture)
Questa nuova rubrica nasce con la precisa volontà di ascoltare il punto di vista delle persone più giovani su tanti temi, grandi e piccoli. È una generazione spesso trascurata nel dibattito politico e altrettanto spesso è descritta come poco impegnata, disinteressata e senza aspirazioni. Noi pensiamo tutto il contrario e abbiamo deciso di dare loro voce a partire da Giulia Toma, 13 anni di Massa Lombarda, e Filippo Spano, 13 anni di Cagliari, che animeranno questo spazio di riflessione.
LEGGI ANCHE: Futura, la nuova generazione si racconta