È uscito il 4 ottobre su Bandcamp, e sarà disponibile dal 12 ottbre su tutte le piattaforme musicali, “Tempest”, il nuovo lavoro di Federica Deiana per l’etichetta Home Normal.
Home Normal è un’etichetta discografica inglese che si concentra sulla musica ambientale organica, con sede nel Regno Unito, a Brighton e fondata a Tokyo da Ian Hawgood nel 2009. Tra gli artisti italiani dell’etichetta, Stefano Guzzetti, compositore, produttore e sound designer cagliaritano (ne abbiamo parlato qui), e Giulio Aldinucci, noto per il suo lavoro nel campo della musica elettroacustica sperimentale.
L’Ep contiene tre brani che coniugano sonorità elettroniche e pianistiche in un raffinato gioco di rimandi. Il primo album di Federica Deiana, “Faith”, pubblicato per la stessa etichetta lo scorso luglio, ha ottenuto ottimi riscontri da pubblico e critica e questa seconda fatica sembra confermare la cura e la competenza che la giovane artista cagliaritana ha riversato in un prodotto musicale elegante e bene equilibrato.
Musicista e compositrice, Deiana ha lavorato come per film e documentari insieme a Stefano Guzzetti, già affermato a livello internazionale. Tra le sue collaborazioni cinematografiche quella con il regista Paolo Carboni, per il quale esegue il sound design e il mixing del documentario “Guai ai Vinti. Pane e
Amianto”, e Marco Antonio Pani, partecipando all’esecuzione e alla realizzazione di alcuni brani per il lungometraggio “Némos. Andando per mare”. Alcuni dei suoi brani sono stati trasmessi da stazioni radiofoniche in tutto il mondo, tra queste la KEXP di Seattle.
“Parto dal presupposto che per me la musica è strettamente legata a ciò che mi sta attorno – ci ha detto Deiana – che siano fatti, persone, paesaggi e a ciò su cui rifletto durante le mie giornate, così come (e soprattutto) ai miei stati d’animo. Nonostante sia stato scritto e prodotto in estate, ‘Tempest’ è un lavoro fortemente legato alle atmosfere in parte misteriose e incerte dell’autunno. Credo, per buona parte del lavoro, di essere stata inconsciamente influenzata dalla incerta, e in qualche modo conflittuale, luminosità del crepuscolo che conduce dal giorno alla notte: spesso mi perdo osservando il cielo in quel momento della giornata. ‘Tempest’ si riferisce anche a uno stato interiore, più che direttamente visibile. Ho voluto utilizzare la metafora della pioggia per comunicare tramite la musica un preciso stato d’animo”.
L’ispirazione sembra dunque arrivare da molteplici vie di comunicazione, dalla natura alla sfera emotiva personale e questo garantisce veridicità e sentimento ai brani dell’ep che, nonostante la notevole perizia tecnica dell’esecuzione e l’attenzione precisa e puntuale per i dettagli, mantiene un flusso estremanente diretto con l’ascoltatore.
“Penso che ‘Tempest’ sia un’opera più cupa rispetto a ‘Faith’ – prosegue Federica Deiana – che, d’altra parte, ritengo un lavoro luminoso, in quanto da me concepito non solo come rinascita artistica, ma anche spirituale. Si tratta di un lavoro che ancora una volta sottolinea le mie influenze post-classiche ed elettroniche, saldamente basato su arpeggi di pianoforte che si intersecano con note e accordi lunghi e lenti di sintetizzatori, che gradualmente evolvono, e con arpeggi di chitarra elettrica. Sicuramente, come dicevo prima, ciò che cambia maggiormente rispetto al mio primo lavoro è l’atmosfera dei brani, influenzata dal volgere al termine dell’estate e dal clima incerto dell’autunno. In autunno gli alberi perdono le foglie, arriva presto l’imbrunire e così il silenzio. Nell’ultimo brano, dalla struttura semplice, se considerati gli elementi che lo compongono, ho scelto di togliere, piuttosto che aggiungere. Credo che nella musica siano molto importanti anche gli spazi; non sempre è necessario riempire e stratificare”.