Esordio in libreria per Danilo Lampis, giovane scrittore di Ortueri: dal 1 aprile è uscito per Castelvecchi editore il suo primo romanzo, “Essere giovani non è una scusa”. E’ la storia di due fratelli, Francesco e Alessandro, molto diversi per carattere e scelte di vita, ma accomunati dallo stesso destino precario che accompagna la generazione di tutti i giovani che oggi si affacciano al mondo del lavoro.
Ciò che scaglia i protagonisti in questa dura realtà, e li porta a compiere scelte opposte e drammatiche, è il licenziamento del padre dalla fabbrica dove lavorava da una vita: Francesco, che aveva scelto di non completare gli studi, di vivere a Bisumannu, il paese natale, e Alessandro, che studiava lettere all’Università di Bologna e sognava di intraprendere la carriera accademica, si trovano a dover fare i conti con un mercato del lavoro che non permette la possibilità di progettare una vita serena e sicura.
Al di là della trama che, raccontando le vicende dei due protagonisti si rivela ricca non solo dei dialoghi e delle riflessioni che i fratelli fanno svelandosi a poco a poco nel carattere al lettore, ma anche di amori, consapevolezze e colpi scena, questo romanzo si fa portatore di importanti e gravi denunce sociali pur mantenendo una lettura godibile e fluida.
In una narrazione che si dipana tra la Sardegna e Bologna viene a galla una forte e accorata critica al capitalismo della gig economy, fatta di “lavoretti” usuranti e mal pagati, spacciati come possibilità di riscatto e gestione personalizzata del lavoro, ma che in realtà si fondano sullo sfruttamento e sull’alienazione di lavoratori perennemente stanchi e logori.
Ma viene a galla anche un’altra realtà: quella di una Sardegna lontana dai soliti stereotipi del sole, del mare, dei riti ancestrali dei pastori barbaricini a cui siamo ormai tanto abituati. Ci troviamo davanti alla puntuale descrizione di una Sardegna moderna, sempre più spopolata perché i giovani sono costretti a emigrare alla disperata ricerca di un lavoro che questa terra non offre a causa di decenni di scelte politiche scellerate che hanno puntato a progetti rivelatisi buchi nell’acqua, come il Piano di Rinascita del 1962, o che hanno seminato morte e inquinamento, come le installazioni militari.
“Essere giovani non è una scusa” è un romanzo che parla direttamente alla generazione dei più giovani, è denuncia, ma anche riscatto e speranza in un mondo migliore da costruire scegliendo di non accontentarsi di un lavoro precario e di non abbandonarsi alla mestizia che ci accompagna nella vita quotidiana, mettendo al primo posto l’amore, la solidarietà, la mutualità e l’amicizia.