L’atteso duello tra Daniel Dwerryhouse e Laura Fortuna si è disputato “A colpi di scene”, opera con regia di Francesco Bonomo per il collettivo Amori Difficili all’interno dell’ormai storico “1 €uro festival” di Akròama, al Teatro delle Saline di Cagliari.
La semplicità del set è ampiamente compensata dalla densità degli scambi verbali, e gli abiti di scena, rigorosamente black and white, arricchiti da battute argute e risposte sagaci, completate dalla sapiente mimica, espressiva quanto e più dei dialoghi.
Così ci viene raccontata l’opera dallo stesso regista: “A colpi di scena nasce dall’esigenza di confrontarsi con una comicità ormai desueta, dall’urgenza degli attori, Laura Fortuna e Daniel Dwerryhouse di verificare se, nel tempo della stand-up comedy e delle imitazioni satiriche, i giochi di parole e la scrittura raffinata di Campanile possano ancora risuonare negli spettatori. Lo spettacolo nasce in forma di studio come lettura di alcuni pezzi celebri, e dopo alcuni incoraggianti esiti della lettura, il Collettivo Amori Difficili ha proposto di produrre lo spettacolo vero e proprio, affidandomene la regia”.
Un cast dunque composto da soli due interpreti che si alternano tra la realtà della vita dell’attore teatrale, le difficoltà raccontate con ironia e lo sdrammatizzare situazioni sconosciute ai più, con l’esercizio della professione attraverso la proposta di alcuni brani del brillante repertorio di Achille Campanile, che si dimostrerà perfettamente calzante per la sintonia ricercata sul palco. Il notissimo drammaturgo, infatti, ha avuto il suo apice nella cultura, e nello specifico, nell’ambito del teatro negli anni Venti, proprio per la sua vena di ironica intelligenza, diventando perciò perfetto ispiratore per l’intento di quest’opera.
Continua Bonomo: “L’impianto scenico è molto semplice: con tre oggetti riassume i simboli del teatro: lo specchio del camerino, un baule e un appendiabiti. La messa in scena è dichiaratamente metateatrale. Gli attori passano dal camerino dove sembrano avere delle conversazioni private dando le spalle al pubblico, alle vere e proprie scene recitate, in un carosello che ha come perno centrale l’appendiabiti dove i nuovi personaggi prendono vita. Ma, con lo svolgersi dello spettacolo, la distanza tra gli attori e i personaggi si fa sempre più corta, fino al punto da non distinguere più il momento in cui inizia la finzione e finisce la realtà. Il bis alla fine dello spettacolo suggella questa osmosi tra attori e personaggi in un lazzo di puro divertimento con il pubblico che ricorda il varietà di una volta.
Questo omaggio a Campanile è anche un omaggio al teatro e chi da millenni lo rende possibile: gli atti e il pubblico”.
L’alternarsi delle due prospettive proposte (realtà e finzione) avviene senza soluzione di continuità, sotto gli occhi del pubblico, in un palco che funge da spazio scenico e da camerino (condiviso) a vista. Il pubblico è così messo a parte di ogni singolo momento dello spettacolo, cambi d‘abito e ritocco del trucco compreso.
L’equivoco, i giochi di parole e le dinamiche di coppia le costanti dello spettacolo; seppure argomenti di quotidianità routinaria, conquistano il pubblico per la costante ironia nella loro proposizione.
Un delicato sottofondo musicale, un’ambientazione rilassata e una comicità senza tempo per una perfetta serata di tarda primavera.