Se i fior fior di alchimisti che hanno popolato il corso della Storia tentando di trasformare metalli di poco conto in oro nascessero adesso, cercherebbero senza dubbio di trasformare la plastica in benzina. Cosa c’è di più a buon mercato della plastica che, purtroppo, si trova in cospicua quantità nelle spiagge e lungo le strade di campagna di quasi tutto il mondo? La plastica che è arrivata nel cuore del deserto del Sahara e nelle punte dei ghiacciai?
E cosa c’è, oggi, di più prezioso della benzina, con l’incremento dei prezzi che si ripercuote su ogni aspetto della quotidianità, dall’energia alle materie prime che viaggiano su strada? Ebbene, questi alchimisti contemporanei esistono e il loro lavoro si basa sull’idea che la plastica, prima di essere tale, è, in fondo, petrolio. E tale può tornare se dissolta ad altissime temperature.
Sperimentazioni simili sono ormai portate avanti da alcuni anni in differenti parti del pianeta. Esempio particolarmente riuscito è quello della messicana Petgas, che antepone alle regioni economiche quelle ecologiche e si pone l’obiettivo di mettere in marcia un nuovo tipo di economia circolare che, partendo dai residui plastici che oggi vengono gettati via, arrivi a produrre energia attraverso il processo di pirolisi non catalitica, ovvero una decomposizione termochimica in assenza di ossigeno.
Petgas ci tiene infatti a precisare che il suo procedimento non implica la combustione della plastica, che causerebbe gas nocivi come la diossina, bensì la trasformazione, con il passaggio da uno stato solido a uno stato gassoso e, successivamente, a quello liquido. E nel 2021 è arrivata a riutilizzare 400 tonnellate di plastica.
Le tipologie di plastica che possono essere utilizzate per questo scopo sono svariate, ma ognuna ha un procedimento a sé e crea un differente prodotto. Non solo benzina, infatti. Ma anche paraffina, cherosene, diesel, butano, propano.
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Il progetto non si ferma qui, ma tocca ben 17 obiettivi dell’agenda dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: non solo quelli inerenti all’aspetto ecologico, a una qualità migliore della vita e alla sensibilizzazione verso l’economia circolare sin dall’età scolare, ma col riutilizzo e la valorizzazione dei rifiuti plastici, punta a contribuire anche alla lotta alla povertà, inserendo in un processo di crescita economica soggetti e Paesi svantaggiati.
Non a caso Petgas nasce e si sviluppa in Messico con un percorso quasi decennale di studio e sperimentazione nel campo, e oggi è già presente anche in altri Paesi, tra cui Cile, Guatemala ed Emirati Arabi.
Per scoprire se le sperimentazioni di Petgas funzioneranno davvero, a breve e lungo raggio, si dovrà forse aspettare qualche anno. Intanto, però, si può sperare di aver davvero preso tre piccioni con una fava: meno plastica, meno combustibili fossili, benzina più economica.