Firenze ha una tradizione orafa di antichissima memoria che è arrivata fino a noi grazie al lavoro di tanti artigiani e designer che hanno fatto loro lo spirito della città. La storia professionale di Stefania Guidi inizia molto presto quando a casa recupera tutti i materiali disponibili come legno, gesso, ottone e a utilizzarli per realizzare piccoli monili di cui fa dono agli amici. Negli anni ’80 comincia a lavorare i polimeri: lei e il fimo diventano inseparabili per lungo tempo, condividendo viaggi e fiere in giro per il mondo. Accanto a questa passione ci sono gli studi e la laurea in architettura, un compagno, Maurizio, il cui ruolo diventa fondamentale anche nell’apporto alla produzione creativa, un figlio e la frequentazione del primo corso di gioielleria dove si innamora della tecnica di fusione a cera persa. Diventa una sfida attualizzare una tecnica così antica e renderla appetibile per il mercato contemporaneo.
Nasce così nel 2000 l’idea del suo brand personale Confusione in cui si fondono le influenze degli studi di architettura al gusto per la moda. La sua produzione sembra trovare ispirazione in artisti come Joseph Beyus le cui pesanti sculture in cemento e ferro racchiudono il corso e il decorso del sogno industriale. La reminescenza di certa cultura industriale è visibile nella resa di questi accessori che paiono piccole sculture, frutto del patto tra Efesto e la materia.
Ed è esattamente la materia la grande protagonista di questo brand, esaltata nella sua naturale bellezza, arricchita di un po’ di sfacciato punk e di oscuro dark senza trascurare però il glam. Gioielli importanti, che non passano inosservati, ma da utilizzare ogni giorno. Esiste anche una bella linea maschile che unisce in modo ancora più evidente questo percorso creativo così personale e affascinante al mondo della scultura. Altro aspetto interessante è che Confusione non ha limiti geografici, non risponde a nessun luogo preciso e non appartiene neanche ad un’epoca precisa perché si tratta di creazioni davvero senza tempo.
Nelle tue creazioni è evidente la capacità di poter appartenere a più luoghi e più epoche senza rappresentarne nessuna. Il tempo che viviamo e lo spazio che occupiamo non guidano la tua scelta creativa?
Necessariamente quello che viviamo e vediamo ci influenza, sono una grande osservatrice e spesso anche la natura guida le mie ispirazioni, ma poi mi rifaccio a tempi lontani; uso la tecnica antichissima della fusione a cera persa, e le commistioni sono sempre presenti.
I tuoi gioielli possano essere per tecnica e resa avvicinati a piccole sculture, vedo l’imponente impronta di Beyus in un piccolo formato. Arte e architettura sono tra le tue fonti di ispirazione?
Si assolutamente. La mia formazione ‘artistica’ ha lasciato il segno, vivo ancora oggi di architetture, di fotografia, di arte, quando posso, potevo potrò amo visitare le mostre e viaggiare.
La terribile pandemia che stiamo vivendo da un lato danneggia chi opera nella cultura e fa mestieri legati al commercio ma dall’altro ci ha costretto a tirare fuori risorse per reagire e continuare a creare. Tu come hai vissuto questo periodo?
La pandemia per me, al netto del momento terribile, della malattia, delle mille difficolta è stata un momento magico. Avere la possibilità di vivere 24 ore al giorno (la notte spesso porta ispirazione) di questa passione è stato per me e Maurizio meraviglioso. Abbiamo sperimentato, vissuto fino in fondo la nostra creatività, ho ripreso la mia passione per la fotografia, scoperto i social, insomma una giostra.
Progetti futuri?
Progetto di riuscire a rendere questa passione il fulcro della mia vita.