Da poco meno di un mese Modas è anche un podcast. Nato con l’obiettivo di tutelare e promuovere “la pratica del canto a tenore nel rispetto delle sue espressioni locali”, il progetto dell’Istituto etnografico della Sardegna è sbarcato ora su Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music, Spreaker e Youtube per affrontare i temi salienti dell’universo canoro a quattro voci attraverso le testimonianze e le riflessioni dei cantori dell’isola.
Tutto è partito con l’ episodio zero del 19 dicembre dal titolo inequivocabile, tanto è parte del lessico della nostra tradizione orale: ‘Istèrrida’. In questa puntata, aperta dal responsabile tecnico-scientifico del progetto Modas, Diego Pani, è il cantore Bustianu Pilosu di Torpè, nonché responsabile della rete del canto a tenore, a spiegare le caratteristiche di questa forma d’arte e le ragioni stesse del proponimento nato dalla collaborazione con altre tre realtà: le associazioni Tenores Sardigna e Boches a Tenore e il coordinamento Campos.
Nelle puntate successive abbiamo potuto ascoltare le testimonianze di Davide Mureddu di Fonni, di Zosepe Piras di Siniscola, di Tore Tedde di Silanus, di Manuelle Mureddu di Nuoro, di Giampaolo Sanna di Benetutti, di Franco Corrias di Orgosolo, di Claudio Sanna di Bitti: una prima panoramica geografica che sarà completata in oltre cinquanta uscite web – tutte interamente in lingua sarda – volte a rappresentare la pluralità delle espressioni locali che caratterizzano il fenomeno.
Del resto “sa moda”, nel canto a tenore, è lo stile canoro comunitario che caratterizza i gruppi dei diversi paesi: ‘a s’orunesa’, ‘a s’orgolesa’ stanno infatti per ‘a sa moda de Orune’, ‘a sa moda de Orgòsolo’ etc. Espressioni che con il progetto Modas sono state sviscerate in questo tempo attraverso gli ‘Incontri tra cantori’ (da aprile del 2022 a Nuoro, Ovodda, Urzulei, Nule, Galtellì, Busachi, Bortigali, Buddusò e Sarule), i laboratori scolastici e le performance contestualizzate.
È stato fatto persino un censimento con quasi cento Comuni che attualmente mantengono viva la tradizione (alcuni di questi con pratiche recenti) e con 3.316 cantori ‘schedati’. Un numero certamente inferiore al passato, ma una buona base per impostare nuove attività di tutela e promozione. Abbiamo quindi una media di 39 cantori per paese con picchi estremi di un solo rappresentante in alcuni centri e di oltre 200 in altre comunità dove tale forma di canto si tramanda molto più facilmente anche grazie alle sue esecuzioni nei luoghi storicamente deputati come i bar, sos tzilleris.
Un’idea di questo fenomeno ci viene fornita anche dall’altra iniziativa di recupero di Modas: “In tzilleri”, appunto. Nel mese di luglio del 2022 a Dorgali, a Orotelli, a Padru e a Pattada, ben 11 bar sono stati coinvolti per ospitare questi ‘concerti’ nei quali si sono esibiti tenori locali ma anche di Orgosolo, Illorai, Orotelli, Scano Montiferru, Lodè, Thiesi, Irgoli, Norbello e Nule. Su tzilleri è appunto uno dei passaggi della narrazione di Pilosu nella puntata zero del podcast: “In questi luoghi, che erano i centri culturali della musica sarda, il tenore ha avuto in tempi recenti grosse difficoltà. La modernità nei bar rappresentata dalla televisione, dalla radio, dalla musica commerciale, a poco a poco ha preso il posto del nostro canto”.
Pilosu usa il termine “giagarare”, ossia scacciare, per descrivere un fenomeno effettivamente realizzatosi in molti paesi e che ha richiesto un intervento propositivo come quello citato: “L’iniziativa è talmente riuscita che abbiamo avuto richieste anche da altri paesi”. In altri contesti parleremmo di jam sessions, anche perché tutto nasce nel momento: “Il tenore – ribadisce Pilosu – è l’incontro di bassu, contra, mesu ‘oghe e boghe. È quest’ultima che inizia il canto. Gli altri tre ‘li ponent fatu faghende mùsica’ (ossia, intervengono subito dopo con la loro musica gutturale)”.
Il podcast Modas non è un tzilleri. Piuttosto, come spiega Diego Pani nella puntata di ‘pesada’, “questo progetto è un brand che fa da ponte tra su connotu e le nuove forme di comunicazione”.