Prima volta in Sardegna per Cecilia Krull che ieri – giovedì 8 agosto – ha letteralmente stregato il pubblico presente al foro romano di Nora in occasione del Nora Jazz Festival, giunto alla sua 15esima edizione.
La cantante e musicista spagnola, classe ’86 si è detta “onorata” di calcare il palcoscenico sardo in una location mozzafiato, sentendosi a casa grazie al suo animo latino, “siamo cugini”, dirà prima di iniziare.
Un’artista completa e poliedrica che ieri si è esibita accompagnata dai musicisti Pablo Gutierrez al piano, Francisco Loque al contrabbasso e Alberto Bremes alla batteria. Un quartetto ben collaudato di professionisti guidato dalla talentuosa Krull che dettava tempi e ritmi con la tecnica dell’esperta, ma anche con estrema dolcezza e simpatia.
Figlia d’arte – il padre è pianista jazz e la madre cantante – fin da piccola ha a che fare con la musica, che diventa quasi “una questione di famiglia”, e che la accompagna per il resto della vita. Passata agli onori della cronaca per la sua “My life is going on”, canzone divenuta la sigla della fortunata serie Netflix “La Casa di Carta”, ama sperimentare non solo con la musica ma anche con la voce e soprattutto con la lingua.
Francese da parte di padre e spagnola con origini cubane dal lato materno, Cecilia Krull deve il suo stesso nome alla Santa protettrice dei musicisti e ha cominciato la sua carriera molto presto, lavorando già dall’età di 7 anni per la Disney. Grazie al bilinguismo passa dal canto in francese a quello in spagnolo senza battere ciglio, con exploit in inglese e persino in italiano, perfettamente a suo agio nel mischiare lingue e linguaggi musicali.
Tant’è che proprio ieri uno dei brani riprodotti durante i sui bis tanto reclamati dal pubblico, è stato “Estate” di Bruno Martino, cantato in un perfetto italiano. Stessa cosa può dirsi per “Le vie en rose”, il cui testo è stato magistralmente interpretato in francese da Krull o la sua ormai famosa in tutto il mondo “My life is going on”, che è invece un brano in inglese, così come “I love you baby”.
Una voce che non conosce frontiere e che in ogni performance mette un pezzetto di sé, lasciandosi ispirare dalle piccole cose della vita quotidiana, dalla bellezza dell’amore o dalla sofferenza che ingenera quando finisce.
La sperimentazione – come già accennato – non riguarda solo il canto nelle diverse lingue ma anche i generi musicali e in questo ancora una volta le vengono in aiuto le sue origini: si è infatti specializzata in canto jazz ma la sua voglia di misurarsi col nuovo l’ha portata ad affiancarsi anche ad altri generi, quali il bolero, che ha radici spagnole ma è stato “reinventato” nei paesi latinoamericani, e oggi quello cubano può dirsi tra i più conosciuti.
Le sue esibizioni sono un mix di tecnica e racconto: ogni pezzo è preceduto da un piccolo aneddoto su di lei, sulle sue origini o sulle opportunità che le sono capitate nel corso della sua carriera, come quella di aver incontrato in un Jazz club, durante un suo concerto, il compositore Manel Santisteban, recatosi lì proprio per assistere al suo spettacolo, che le propose di lavorare insieme e “buttarsi” nella composizione delle colonne sonore per le serie televisive, occasione che le ha letteralmente “cambiato la vita”, dato il successo di pubblico ottenuto.
Un cartellone molto ricco e variegato quello del Nora Jazz Festival dove artisti di fama internazionale si alternano sul palco allestito accanto alle rovine di Nora fino all’11 agosto. La manifestazione è organizzata come sempre dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, in collaborazione con il Comune di Pula, il contributo della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione – Assessorato del Turismo, della Fondazione di Sardegna e il supporto della Fondazione Pula Cultura.
Dopo l’appuntamento di ieri con Cecilia Krull e la sua band, il festival internazionale di jazz prosegue dando a tutte e tutti appuntamento l’11 agosto con Kadri Voorand duo with Mihkel Malgand, alle 21.30 sempre nel sito archeologico di Nora.
La foto in copertina è di Agostino Mela