Un corso professionale per diventare tecnico dello spettacolo, una vera occasione di riscatto e reinserimento sociale nel mondo del lavoro, ma anche un ponte tra due mondi spesso distanti: il carcere e la scuola. È questa la visione che ispira ‘Il carcere entra a scuola’, ambizioso progetto socio-psico-pedagogico promosso dall’associazione culturale San Domenico Caniga di Sassari e finanziato dalla Fondazione di Sardegna, in collaborazione con la Studios Academy di Roma. L’iniziativa è stata presentata in una conferenza stampa lo scorso 19 maggio, a Sassari, nella sede della Fondazione di Sardegna, alla presenza di numerose personalità del mondo istituzionale, educativo e associativo: Anna Cherchi, garante delle persone private della libertà a Sassari e fondatrice dell’associazione San Domenico, la progettista e pedagogista Dora Quaranta, il presidente della Fondazione di Sardegna Giacomo Spissu e il presidente della Studios Academy Furio Capozzi. Hanno portato la loro voce anche l’avvocata Anastasia Fara, la direttrice dell’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) di Sassari Carmen Magistro, la prefetta Grazia La Fauci, il vicesindaco di Sassari Pierluigi Salis, la rappresentante dell’Endas (Ente nazionale democratico di azione sociale e sportiva) Fiorella Donatini e Cristiano Depalmas, responsabile scientifico del master in criminologia dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
Il corso nel dettaglio
Tenuto dall’ingegnere Furio Capozzi, presidente della Studios Academy, il corso per diventare tecnico dello spettacolo ha già preso il via la scorsa settimana, riscontrando grande successo tra i detenuti del Carcere di Bancali e le persone sottoposte a misure alternative al carcere affidate all’associazione culturale San Domenico Caniga. I partecipanti saranno preparati per lavorare in un settore, quello dello spettacolo, in continua espansione e capace di offrire reali opportunità di lavoro: le occasioni di occupazione si trovano nei teatri, dove sono richiesti tecnici luci, fonici o addetti alla scenografia; nelle produzioni cinematografiche e televisive in qualità di tecnici del suono, addetti alla gestione delle attrezzature video, montatori e responsabili dell’illuminazione; negli eventi dal vivo come responsabili dell’allestimento e della gestione delle strutture audio e luci, figure essenziali per garantire il successo di concerti, festival e manifestazioni culturali.
E ancora, in fiere e congressi come tecnici per la gestione dell’audio-visivo e per l’organizzazione logistica degli spazi, ruoli sempre più richiesti in un settore che ha ripreso a crescere con forza; nelle aziende di noleggio e servizi tecnici per la manutenzione e gestione di attrezzature per lo spettacolo e, infine, negli studi di registrazione in qualità di fonici e assistenti di studio, a supporto della registrazione e della produzione di tracce musicali, podcast e contenuti multimediali.
“Questo progetto affonda le sue radici nelle esperienze maturate ben prima della mia nomina a garante – ha spiegato Anna Cherchi, garante delle persone private della libertà da quattro mesi – Tutto è nato dal lungo e significativo lavoro svolto nel campo delle pene alternative, un percorso iniziato oltre quindici anni fa, durante il quale abbiamo raccolto testimonianze preziose che oggi vogliamo portare nelle scuole”. Il progetto si inserisce quindi in una visione più ampia che va oltre la semplice formazione professionale: “il settore dello spettacolo – ha aggiunto Cherchi – presenta una vasta gamma di offerte lavorative non solo con sbocchi professionali stabili e remunerativi, ma permette ai ragazzi di sviluppare competenze tecniche avanzate e di lavorare in un ambiente creativo e dinamico, ed essere anche una risorsa per la comunità”. Un percorso, quindi, che non si limita alla formazione professionale, ma che agisce anche sul piano umano e sociale, restituendo dignità, motivazione e una prospettiva a chi rischia di essere escluso.
Dal carcere alle scuole
Il progetto non si esaurirà all’interno del carcere: una seconda azione, di forte valore pedagogico e civile, prenderà avvio nell’anno scolastico 2025/2026 con un corso sulla giustizia riparativa nelle scuole secondarie di primo e secondo grado di Sassari e del resto della città metropolitana, estendendosi alle realtà che lo richiederanno in base ai tempi e alle risorse disponibili. “L’obiettivo è quello di realizzare un percorso umanizzante e umanante di educazione alla legalità nelle scuole secondarie di primo e secondo grado – spiega la progettista Dora Quaranta – In questo contesto, saranno proprio i detenuti a diventare testimoni diretti dell’importanza del rispetto delle regole , dell’altro, della cosa pubblica. Attraverso le loro esperienze personali, affiancati da esperti socio-psicopedagogici e giuridici nel loro percorso per diventare operatori di ben-essere, potranno contribuire a prevenire atteggiamenti violenti e a ridurre la ‘logica’ dell’avventura nell’illecito”.
Il festival finale
Inoltre, il progetto mira a concludersi con la realizzazione di un festival musicale-artistico itinerante, ‘Legalità e Ben-Essere’, che coinvolgerà studenti e studentesse delle scuole partecipanti in tour nei comuni che vorranno patrocinare l’iniziativa, attraverso l’apporto tecnico degli operatori dello spettacolo che avranno seguito lo stesso progetto. Un’occasione pubblica per restituire alla comunità un messaggio di speranza e rinascita, attraverso arte, creatività e consapevolezza.
Gli altri partner del progetto
Accanto ai promotori principali, il progetto si arricchisce del contributo di Endas Sassari, dell’associazione musicale Ars Aurelia Sassari e dell’associazione Contrapunctum, il cui lavoro sinergico ha portato a creare un impareggiabile connubio tra musica, spettacolo, patrimonio storico e ambientale e contesto del turismo come mediatori del fine educativo.