Creare momenti di incontro e socialità, fare scoprire le bellezze paesaggistiche e i talenti artistici della città sono stati alcuni degli obiettivi del Carbonia Film Festival con il progetto “How to film the world 2023”, sempre più ancorato al territorio.
Iniziato giovedì 4 e terminato domenica 7 maggio, il Festival, organizzato dalla Società Umanitaria di Carbonia con la direzione artistica di Francesco Giai Via, ha portato a Carbonia oltre 1.600 persone che hanno preso parte alle proiezioni, alle masterclass e alle iniziative collaterali in programma come il trekking in collaborazione con la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, il concerto della Banda Bellini, il progetto fotografico sui giovani adolescenti di Carbonia a cura del fotografo Alessio Cabras, i dj set nei locali del centro e lo spettacolo con protagonista la giovane rapper di Carbonia Dama Di’.
La manifestazione, sempre più affermata nello scenario dei festival dell’Isola, è stata capace di generare un piccolo indotto con 35 persone impiegate, il coinvolgimento di due hotel, tre ristoranti, due bar, un service e due tipografie.
18 gli ospiti coinvolti, tra questi Massimiliano Caiazzo, attore della serie RAI di grande successo “Mare Fuori” che, arrivato per presentare il film “Piano Piano” di Nicola Prosatore insieme alla collega Dominique Donnarumma, ha attirato alla proiezione un foltissimo numero di giovanissimi e giovanissime, pubblico inedito per il Festival.
Sardegna tra storia, arte e fantasia
La lotta politica e sociale di “Uomini in marcia” di Peter Marcias; arte e rivoluzioni culturali con “Le neoavanguardie in Sardegna” di Antonello Carboni; il viaggio tra realtà e immaginazione di una bambina di sette anni di “Oplà” e “Eréntzia”, lavoro di ricerca che esplora la componente immateriale dell’artigianato sardo, entrambi di Giulia Camba; sono le anteprime teaser di “Spazio Sardegna”, consolidato appuntamento del Carbonia Film Festival, dedicato ai lavori sostenuti dalla Società Umanitaria di Carbonia e dalla Cineteca Sarda, tenutosi quest’anno domenica 7 maggio nel Cine-Teatro Centrale della città.
Uomini in marcia
Il film documentario, che abbraccia cento anni di storia del lavoro, racconta anche la “Marcia per lo sviluppo”, mobilitazione delle forze sindacali, politiche e sociali del Sulcis Iglesiente protrattasi dall’ottobre 1992 fino ai primi mesi del 1993. L’opera, prodotta da Ganesh Produzioni, Ultima Onda Produzioni, Rai Cinema, Società Umanitaria-Cineteca Sarda e Fondazione Sardegna Film Commission è tutt’ora in lavorazione, sarà pronta in autunno per l’uscita al cinema e in televisione ed è stata appena presentata al mercato del cinema di Cannes. Intensi e sentiti, durante la presentazione, gli interventi di alcuni tra i protagonisti di questa pagina di storia sulcitana e sarda che ne hanno ricordato non solo le ragioni ma anche celebrato la forza, generata dalla cooperazione tra tutte le parti sociali. I cinque minuti di teaser sono stati un concentrato di umanità, una vivida fotografia a colori di una società in agitazione, immersa in un elemento a quei tempi naturale e vitale: la lotta.
Le neoavanguardie in Sardegna
Alla fine degli anni ‘50 la Sardegna ha iniziato a ripensare l’arte in contrapposizione con il passato; arrivando a concepire nuove e variegate modalità espressive a partire da una profonda riflessione collettiva. “Le neoavanguardie in Sardegna” di Antonio Carboni porta in scena per lo spettatore il fermento di quegli anni con le storie di protagonisti e protagoniste, come Angelo Liberati, Igino Panzino, Primo Pantoli, Tonino Casula – scomparso di recente – e la gallerista Angela Migliavacca. Per il festival sono stati proiettati in anteprima frammenti di interviste, intervallati dagli interventi dello storico dell’arte Gianni Murtas che, generoso conoscitore della materia, ha regalato al pubblico numerose curiosità note a pochi, come l’importante ruolo dell’ottica Franz di Cagliari che, nel retrobottega, ospitava le riunioni dei primi avanguardisti della città.
Eréntzia
Un vecchio sussurra desideri a una conchiglia e la consegna al mare. Una bambina viaggia tra i paesaggi della Sardegna accompagnata dalla voce di una giovane donna che racconta una favola sulla vita e la storia dei sardi attraverso i gesti, gli oggetti e i luoghi.
In un dialogo continuo tra materiali d’archivio e immagini filmate nel presente, un percorso visivo e sensoriale restituisce al pubblico il senso di qualcosa che c’è stato e ancora c’è, l’essenza di un popolo; un mosaico multidimensionale fuori dal tempo ma ben ancorato allo spazio. Ripetizione e contrapposizione dettano ritmica e sintassi del film e così luce e ombra diventano parte fondamentale del linguaggio; lo stesso avviene per il contrasto tra gli spazi, quelli dei paesaggi sardi e dei paesi, luoghi di espressione della collettività e quelli intimi delle botteghe e delle case.
Eréntzia, non a caso è, prima di tutto, un lavoro di ricerca finanziato da Sardegna Ricerche (e cofinanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna POR FESR 2014-2020, con il contributo di Società Umanitaria – Cineteca Sarda) nato per riflettere sulla componente immateriale dell’artigianato sardo e per provare a scardinare una visione sempre più stereotipata sul tema, per restituirne alle nuove generazioni l’essenza, materiale sul quale produrre il senso del futuro.
Oplà
Il teaser di “Oplà” è una piccola poesia ritmata, una suggestione per condividere in esclusiva con il pubblico del Carbonia Film Festival i tempi e le atmosfere del film che sarà. Torna, come nel caso di “Eréntzia”, l’elemento onirico, dettato dall’uso di luci, ombre, spazi e suoni.
Il film, finanziato da Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission, Società Umanitaria-Cineteca Sarda, racconta di un’estate umida nel Sud Sardegna dove Nina, sette anni, soffre di insonnia e si perde tra realtà e immaginazione. Sua madre, una danzatrice, riesce a starle vicino nonostante i suoi problemi e gli impegni di lavoro. Suo padre, un uomo ambiguo e misterioso, la conduce in un viaggio interiore che rivela conflitti e perdite. Girato tra le dune di Piscinas e Cagliari, il film verrà presentato tra qualche mese.
Il cinema di Giulia Camba, tra i giovani talenti più promettenti dello scenario sardo odierno, ha regalato al pubblico del Carbonia Film Festival i momenti più poetici dell’appuntamento con Spazio Sardegna. Un’opera sul bene comune, sull’artigianato come patrimonio collettivo e una storia intima e intimista per restituire, in generale, una firma registica già riconoscibile, unica.