Bello vedere una band crescere, a poco a poco, partendo da EP, singoli e poi arrivare alla cosiddetta full release, da vedere logicamente non come un punto di arrivo, bensì di nuovo inizio.
Ecco, questa è la sensazione che ho provato ascoltando ‘Scream From New York, NY’, ovvero un lavoro di elevata maturità di una band (quintetto) giovanissima, ma già molto consapevole dei propri mezzi.
Sarà arrivare da New York, sarà aver aperto per gli Interpol, sarà forse la varietà della composizione del gruppo, non so, ma la prima impressione che ho avuto dall’ascolto continuativo di questo album di dieci canzoni per ben quarantacinque minuti è l’aver saputo prendere appieno da tantissime diverse esperienze che vanno da un leggerissimo shoegaze, indie inglese che potrebbe ricordare i Maximo Park e non i peggiori Muse (ma nemmeno i migliori), i migliori Ash (ah si, quelli si), i Radiohead ma quelli elettrici ed addirittura qualche spruzzate core a la ‘At The Drive-In’ e si, udite udite ‘Cave In’ – ‘Takedown’ –
Invece spulciando nelle precedenti uscite – ‘Kids 1995’ – notiamo un sound più diretto, senza risultare grezzo, più figlio di Strokes ed Interpol.
So che nelle regole basilari la lista di influenze andrebbe evitata ma questa volta mi trovo di fronte ad un caso anomalo ma convincente, perché non certo un copia incolla bensì una soluzione personale molto ben costruita che, speriamo nel lungo periodo, risulterà anche riconoscibile.
Pigiate Play, non ve ne pentirete e, soprattutto, ascoltatevelo tutto.
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