Raccontare e condividere la percezione del benessere mentale e soprattutto delle nostre fragilità, perché “nessuno è un’isola” e tutti, invece, possiamo prenderci cura gli uni degli altri: sono soltanto alcuni degli spunti che da qualche mese stanno emergendo con “Anime sul filo”, il progetto comunitario di social art che si svolge nello Spazio ArteS a Cagliari, in via Castiglione 1, gestito dal Centro Panta Rei Sardegna cooperativa sociale con uno staff formato da psicologhe, pedagogisti, educatrici, atelieristi.
Dopo alcuni mesi di incontri e intenso lavoro dal 3 al 7 giugno verrà aperta al pubblico la mostra collettiva che racconterà questo straordinario percorso di arte comunitaria ispirata al tema della fragilità, del benessere mentale e dei modi di viverlo, che ha visto partecipare concretamente già molte parti della cittadinanza: scuole, associazioni, singoli e gruppi che hanno voluto contribuire con il proprio “pezzo” di creatività.
Lo Spazio Polivalente per l’Ascolto e la Creatività “ArteS” è un servizio del Comune di Cagliari rivolto alle persone con fragilità psichica e alle loro famiglie. Si tratta di un servizio innovativo e sperimentale, un luogo in cui famiglie, persone, artisti e società civile costruiscono legami fiduciari e sviluppano relazioni, con il tramite della creatività artistica. “Anime sul filo” ne è un esempio: il progetto dapprima è cominciato nelle scuole secondarie di primo e secondo grado di Cagliari e dell’Area Vasta a partire dal mese di dicembre 2023, prima con gli incontri tematici sulla storia della psichiatria in Italia e il lavoro di Franco Basaglia curati dallo staff di Artes, durante i quali si è affrontato il tema del benessere mentale cercando di dar voce ai ragazzi e alle loro difficoltà legate alla salute mentale esacerbate dopo la pandemia, e poi con le visite delle classi allo Spazio ArteS, la consegna dei lavori e la discussione collettiva con le ragazze e i ragazzi.
Emergono da questi lavori dettagli sorprendenti, specchio del grande bisogno di esprimere le emozioni e talvolta del timore di non capire sé stessi e gli altri: così un vaso rotto portato da una quarta liceo racconta la possibilità di ricostruirlo attraverso dei cerotti che simboleggiano ascolto, sostegno e fiducia, il manufatto di una terza liceo la relazione complicata tra cuore e cervello.
I momenti di ascolto, dialogo e condivisione fra i giovani, gli insegnanti, lo staff e i frequentatori del Centro Artes con le loro famiglie rappresentano una occasione preziosa di incontro e formazione, e un “ponte” fra le diverse componenti della cittadinanza.
Il progetto “Anime sul filo” prosegue poi con la creazione di un’installazione permanente nel giardino del centralissimo Spazio ArteS, a disposizione della cittadinanza e dell’amministrazione comunale affinché incarni la testimonianza di un percorso alternativo e innovativo che metta l’arte e la costruzione della rete sociale come principi cardine nella promozione della salute mentale.
Si tratta di una struttura lignea a forma rettangolare, installata nel giardino dell’area che ospita ArteS. È una rete simbolica fatta di tanti pezzi di corda realizzati dai partecipanti realizzate durante i laboratori di Social Art: studenti, operatori del centro, partecipanti ai laboratori, cittadine e cittadini, amministratori e in generale chi ha voluto e vorrà contribuire.
L’elemento centrale e concettuale dell’installazione è la corda che forma la rete: simbolo di supporto e fronteggiamento, rappresenta le relazioni significative di ciascun* e le risorse che la comunità mette a disposizione per supportare le persone che affrontano una difficoltà nel cammino della vita, diventando come una rete che salva in caso di caduta. Al di sopra dell’elemento centrale verrà posta in futuro una figura stilizzata: è l’equilibrista che simboleggia l’ “Anima sul Filo”, la condizione che unisce gli esseri umani, sempre alla ricerca di un equilibrio emotivo.
Il progetto è ispirato alla storia della riforma psichiatrica di Franco Basaglia e alla realizzazione dell’opera “Marco Cavallo”, la scultura realizzata nel 1973 dai pazienti dell’Ospedale di Trieste. È dunque anche un omaggio nell’anno del centenario dalla nascita del medico che ha rivoluzionato la psichiatria e l’approccio alle cure, sino ad allora in larga parte basate su un sistema coercitivo e detentivo.
Sarà possibile visitare la mostra e l’installazione dal 3 al 7 giugno negli spazi di via Castiglione 1 a Cagliari nei seguenti orari: di mattina dalle 10 alle 12 e il pomeriggio dalle 16 alle 18.