• Accedi
  • Aiuto
Sito nemesismagazine.it
  • Home
  • Articoli
  • Rubriche
  • Editoriali
  • Interviste
  • Podcast
    • Creattiva
    • L’isola sconosciuta
    • Vamp
  • Chi siamo
  • Sostienici
  • Newsletter
Nessun risultato trovato
Vedi tutti i risultati
Sito nemesismagazine.it
  • Home
  • Articoli
  • Rubriche
  • Editoriali
  • Interviste
  • Podcast
    • Creattiva
    • L’isola sconosciuta
    • Vamp
  • Chi siamo
  • Sostienici
  • Newsletter
Nessun risultato trovato
Vedi tutti i risultati
Sito nemesismagazine.it
Nessun risultato trovato
Vedi tutti i risultati

Alfabeto interno. V come Valutazione

Di Valeria Martini
30/01/2021
in alfabeto interno, Rubriche
Tempo di lettura: 3 minuti
Alfabeto interno. V come Valutazione

È totalmente fuori moda corteggiare. Oh sì, una rarità nel mondo che va così di fretta, nella conseguente superficialità, e dal motto tutto e subito.

È totalmente fuori moda anche prendersi del tempo per conoscere le persone. Oh sì, siamo scaltri, oramai ci basta uno sguardo. La prima impressione, proprio perché non mediata da fattori di ragionamento e razionalità, può regalarci sensazioni di cui dovremmo tenere conto. Prendersi la briga di conoscere qualcuno ci può aiutare a confermare la prima impressione o, a volte capita, ricrederci del tutto.

Di fatto, nell’ovvietà di queste dinamiche, concedersi del tempo per conoscere una persona che ci piace, è ancor più raro. Cosa succede quando ci concediamo del tempo? Possiamo valutare.

Valutare significa tenere in considerazione, attribuire un valore. A nessuno piace essere oggetto di valutazione, ma trovo elegante saper tenere a bada quella tensione del buttarsi a capofitto in una storia. 

Mi fa venire in mente delle qualità legate al sapere: dominare i propri istinti, aspettare, osservare, mettere assieme elementi, porre in relazione con sé, rinunciare ad approfittare, salvaguardare la propria energia sessuale e psichica, trascorrere del tempo senza etichette incollate sopra quanto sta succedendo o chi lo sta facendo accadere.

Perché le vedo come delle qualità? Perché mi parlano di una persona che si sa tenere a se stessa, che sa dove vuole arrivare e in che modo, che ha consapevolezza dei suoi bisogni e dei costi che questi bisogni hanno. Ed anche di una persona che non invade, che rispetta i confini naturali dell’altro a cui si appressa con passo gentile e misurato. 

Potrebbe anche trattarsi di una persona dannatamente confusa e allora ancor meglio se prende del tempo, così non ci inghiotte in un sol boccone nel suo gorgo di pensieri e paure.

Per questo è necessario fare una distinzione tra tempo per conoscere e tempo per titubare.

È strano, a volte i due tempi sembrano sovrapporsi. In entrambi in casi si attraversano fasi di confusione, ma ciò che caratterizza il prendere del tempo per conoscere è la progressiva chiarificazione e definizione delle reciproche posizioni.

Siamo, invece, davanti a un estenuante titubare quando dopo un ragionevole lasso di tempo ci si crogiola nei dubbi, nelle paure, nelle infinite valutazioni di convenienza per le quali i conti non tornano praticamente mai. Il tempo del titubare diventa cincischiare, rapportarsi alla rinfusa e, con tutta probabilità, iniziare a essere motivo di sofferenza per se stessi e il consultante.

Facciamo ancora un altro distinguo ed è tra valutare per comprendere e valutare per controllare. 

La valutazione che tiene conto del complesso delle qualità e lacune della persona, porta alla definizione di un valore che poi possiamo decidere se ammettere alla nostra corte, sempre che noi stessi si venga ammessi alla corte dell’altro.

La valutazione per controllare è, invece, piuttosto pericolosa perché passa nei sentieri del sospetto, tortuosi percorsi di calcolo per sfruttare al meglio ogni oncia della vita dell’altro o misure di acquisizione di informazioni per essere certi che tutto andrà bene. La valutazione per controllare ha il senso di rassicurarci che non soffriremo più, che saremo garantiti nel nostro benessere che è già minacciato proprio dagli atteggiamenti di controllo.

Il controllo è un’illusione tremenda. Di fatto noi non possiamo controllare nulla, ma possiamo vivere facendo progetti, concedendoci lo slancio vitale di cui i nostri progetti hanno bisogno per partire e arrivare all’obiettivo desiderato. Controllare significa veicolare le energie sull’atto del controllare e trascurare il momento creativo e generativo che si esprime nell’incontro. L’esito è il fallimento, spesso sostanzioso e ci costerà carissimo.

Allora ben venga la valutazione perché voglio conoscere e rapportarmi in maniera consapevole, perché voglio esserci davvero con tutto me stesso. E mandiamo via ciò che in noi vuole valutare per controllare e condurci a dolore e insoddisfazione.

(Foto di Fleur)

CondividiTweetInviaCondividiCondividi

Post correlati

Il Post Mortem dei Cani è qui, dopo Nove Anni
as heard on radio nemesis

Il Post Mortem dei Cani è qui, dopo Nove Anni

19/04/2025
Periferie interiori
Divagare

Periferie interiori

19/04/2025
Post successivo
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore?

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore?

Deftones, back from old school

Deftones, back from old school

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Sono d'accordo con la Privacy Policy.




Enter Captcha Here :

Sostieni Nemesis Magazine

I contenuti di Nemesis Magazine sono gratuiti e accessibili a tutti e tutte. Potete sostenere il nostro lavoro con un una donazione. Grazie!
Fai una donazione

Marina Café Noir porta al mare di Cagliari i suoi marinai perduti. Per la 19esima edizione arrivano Nicola Lagioia, Viola Ardone, Giancarlo De Cataldo
Cultura

Mappe dei tempi nuovi per capire il presente, torna a Cagliari il festival Marina Café Noir. Arrivano Nathan Thrall, Giancarlo De Cataldo, Francesca Mannocchi e Viola Ardone

Di Redazione
24/05/2025
0

Appuntamenti al Bastione da venerdì 20 a domenica 22 giugno

Leggi l'articolo
Una generazione neutra, perché i giovani vestono come i nostri nonni

Una generazione neutra, perché i giovani vestono come i nostri nonni

24/05/2025
Venezia, la rivoluzione del corpo alla Biennale Teatro 2025 diretta da Willem Dafoe

Venezia, la rivoluzione del corpo alla Biennale Teatro 2025 diretta da Willem Dafoe

24/05/2025
“Cartagloria”, l’irrequieta solitudine di Rosa Matteucci tra Dio e famiglia

“Cartagloria”, l’irrequieta solitudine di Rosa Matteucci tra Dio e famiglia

24/05/2025
Interazione e collaborazione, il nuovo progetto di Urban Center nella Galleria del Sale che attraverso la street art costruisce ponti con la comunità

Interazione e collaborazione, il nuovo progetto di Urban Center nella Galleria del Sale che attraverso la street art costruisce ponti con la comunità

24/05/2025
La leggenda mondiale della batteria e il suo amore per la Sardegna. A tu per tu con Mike Terrana: “Questo posto è un paradiso, adoro la sua gente”

La leggenda mondiale della batteria e il suo amore per la Sardegna. A tu per tu con Mike Terrana: “Questo posto è un paradiso, adoro la sua gente”

24/05/2025

Articoli recenti

  • Mappe dei tempi nuovi per capire il presente, torna a Cagliari il festival Marina Café Noir. Arrivano Nathan Thrall, Giancarlo De Cataldo, Francesca Mannocchi e Viola Ardone
  • Una generazione neutra, perché i giovani vestono come i nostri nonni
  • Venezia, la rivoluzione del corpo alla Biennale Teatro 2025 diretta da Willem Dafoe
  • “Cartagloria”, l’irrequieta solitudine di Rosa Matteucci tra Dio e famiglia
  • Interazione e collaborazione, il nuovo progetto di Urban Center nella Galleria del Sale che attraverso la street art costruisce ponti con la comunità

Commenti recenti

  • Anonimo su Sindaco si muore. Il sangue degli amministratori locali nella Sardegna dell’Ottocento
  • Anna Licia Melis su Cagliari perde uno degli ultimi intellettuali. Si è spento Gianluca Floris
  • Marianna Peddio su Giornata della Memoria. Dalla Barbagia a Mauthausen e Auschwitz, la marcia della morte di Antonio Moi
  • .. su Le luci sul porto (Dietrich Steimetz)
  • Anonimo su Porto Canale in bianco e nero (Dietrich Steinmetz)

Sostieni Nemesis Magazine

I contenuti di Nemesis Magazine sono gratuiti e accessibili a tutti e tutte. Potete sostenere il nostro lavoro con un una donazione. Grazie!
Fai una donazione

Info

Direttrice: Francesca Mulas
Nemesis Magazine è registrato al pubblico registro della stampa con decreto del Tribunale di Cagliari n. 14/2020
Editrice: Associazione culturale Terra Atra
Sede legale: Via del Sestante 5, 09126 Cagliari

Email: info@nemesismagazine.it

Hosting

Hosting: Tophost srl
Piazza della Libertà 10, Roma
P.Iva 08163681003
Rea 1077898
Iscrizione alla camera di Roma del 01/10/2004

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport. Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

Newsletter

    • Arte
    • Cinema
    • Comunicazione e società
    • Cultura
    • Fotografia
    • Interviste
    • Libri
    • Moda
    • Musica e spettacolo
    • Privacy Policy

    Benvenuto!

    Accedi al tuo account!

    Ho dimenticato la password

    Recupera la tua password

    Inserisci il tuo nome utente o la tua email per recuperare la password!

    Accedi
    • Accedi
    Nessun risultato trovato
    Vedi tutti i risultati
    • Home
    • Articoli
    • Rubriche
    • Editoriali
    • Interviste
    • Podcast
      • Creattiva
      • L’isola sconosciuta
      • Vamp
    • Chi siamo
    • Sostienici
    • Newsletter
    • Aiuto


    Direttrice: Francesca Mulas
    Nemesis Magazine è registrato al pubblico registro della stampa con decreto del Tribunale di Cagliari n. 14/2020
    Editrice: Associazione culturale Terra Atra
    Sede legale: Via del Sestante 5, 09126 Cagliari

    Email: info@nemesismagazine.it

    Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, al fine di migliorare i servizi offerti e l'esperienza di navigazione dei lettori. Se prosegui nella navigazione o se chiudi questo banner acconsenti all’uso dei cookie. Privacy e Cookie.