Si dice che le persone abbiano un’aura, che le precede, le rappresenta su dimensioni appena oltre la percezione sensoriale comune, le distingue come un’impronta tracciabile, per quanto evanescente, nel mosaico della routine che ogni giorno ricomponiamo, incrociandoci, sovrapponendoci, separandoci.
Stefano Asili possedeva un’aura potente, che ti catturava all’istante, prima ancora che l’impressione di fascino e creatività inusuale che emanava venisse confermata dall’apprendimento delle sue competenze multiformi, che spaziavano in ogni ambito in cui la mente umana desidera spingersi: dalla Fisica, il suo titolo di laurea; all’Architettura, praticata lungo un brillante Dottorato di Ricerca e poi ritrovata come casa dalla quale trasmettere ai più giovani uno scibile incontenibile, nei corsi magistrali dell’Università di Cagliari; alla Poesia, da cui spesso si lasciava attraversare per cantare tutti i mondi che abitava tramite il suo sguardo acceso, occhi di brace che colpivano immediatamente, e che si illuminavano di una luce piena quando parlava della sua terra primigenia, giocando fuori da ogni folklore un tanto al chilo con il segreto semiotico del suo nome, SarDignitas; all’Arte in tutte le sue declinazioni, di cui era un figlio e un fautore originale e apprezzato ovunque si avesse la fortuna di vederlo all’opera, o di goderne, come testimoniano gli infiniti premi ricevuti lungo una carriera intensa, tra cui il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa e il Graphics Gold Award.
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La sua invenzione di un’identità visiva aggiornata per la Regione Sardegna, nel 2015 ha ottenuto la nomination al Compasso d’Oro, il più prestigioso riconoscimento del design mondiale. Ma la lista è senza fine, così come era il suo genio creativo, incessante, generoso, centrifugo, che si assorbiva quasi per osmosi, come se fosse un donatore universale di buone idee.

Buone perché belle, piene di grazia, efficaci di intelligenza comunicativa, inclusive. Tra i tanti suoi lavori, di cui rimane testimonianza anche online, nel suo sito accessibile al link https://asi.li – una passeggiata incantevole nella sua struttura di pensiero e divulgazione collettiva, da maestro per elezione e affinità prima ancora che per contratto – voglio ricordare il magnifico logo creato per il progetto internazionale SUPERA, volto alla promozione dell’uguaglianza di genere nell’Università di Cagliari, che ha riempito di orgoglio tutte e tutti noi quando, mostrandolo per la prima volta agli altri partner europei, ha suscitato un immediato entusiasmo, per la sua capacità di leggere le differenze tra maschile e femminile nei loro stilemi classici come complementi di un albero vivo, colorato, in crescita continua lungo e oltre i margini del foglio bianco, e non come fruste opposizioni grafiche di confine l’uno rispetto all’altro.
Era questa, la sua forza vitale: fare incontrare nel suo segno grafico tradizioni incorporate in filigrana nel patrimonio immaginario condiviso e voli pindarici altissimi nella tecnologia più innovativa e negli obiettivi più coraggiosi e apparentemente troppo lontani. Stefano disegnava la strada per raggiungerli, una mappa precisa, puntuale, grazie a cui orientarsi: che si trattasse di inclusione di genere o di dialogo interculturale, come in occasione della fondazione di TheShukran, un social network dedicato al mondo islamico.
Stefano era tutto questo e molto di più, da sempre contenuto a stento nella materialità di questo mondo che ha lasciato troppo presto, per accedere ad altre dimensioni dove il suo pensiero possa espandersi libero, originale, puro, sconfinato. A lui tutte e tutti dobbiamo moltissimo, e preservare la sua memoria e il suo lascito è una responsabilità immediata.
“Per non aspettare altro tempo.
Che il tempo distrugge, se non lo fecondi e lo rispetti”.
Stefano Asili, SarDignitas
1963-2021