Uno sguardo disincantato sul mondo agropastorale fra tradizione e modernità con “Il Sogno dei Pastori” di Tomaso Mannoni , in prima nazionale giovedì 10 ottobre al cinema Odissea e al Notorius di Cagliari e in contemporanea a Roma, poi nelle sale dell’Isola e della Penisola. Un felice esordio nel cinema di finzione per Tomaso Mannoni, già affermato autore di documentari come “Fino in fondo”, co-diretto con Alberto Badas, premio per la miglior regia al Festival Cinemavvenire Overlook di Roma nel 2014 e cortometraggi come “The Wash” ( La Lavatrice ), tra i finalisti ai Nastri d’Argento 2019.
“Il Sogno dei Pastori” (prodotto da Ombre Rosse e Blue Film con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Autonoma della Sardegna, in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission e Rai Cinema e con la Comunità Montana Gennargentu-Mandrolisai) trae spunto dalla guerra del latte, una strenua battaglia per ottenere un prezzo equo per la preziosa “materia prima” a fronte delle spietate regole del mercato, e salvaguardare un settore prezioso e strategico per l’economia dell’Isola.
“Il Sogno dei Pastori” racconta quella fase critica, aggravata da un’epidemia di Blue Tongue, dal punto di vista di Ignazio, un convincente Alessandro Gazale, che restituisce la rudezza e la ritrosia nei sentimenti di un uomo amareggiato, costretto a fronteggiare una situazione difficile ma anche restio a chiedere aiuto, chiuso nel suo isolamento volontario in una casa vicino all’ovile, fuori dal paese. Un personaggio complesso, tra luci e ombre, solitario e poco comunicativo ma anche sincero e generoso, custode di antiche tradizioni come l’ospitalità e il rispetto della parola data. Un antico rancore lo tiene lontano dalla lotta dei pastori e specialmente dal loro leader, che considerava come un amico e un fratello, prima del “tradimento”.

Antonietta, la sorella di Ignazio – un’intensa Astrid Meloni (nel cast de “Il Gattopardo” su Netflix) – è una donna moderna e emancipata che dopo la laurea ha scelto di tornare alle sue radici, in Barbagia, ma uscendo dal solco dell’attività familiare: fa l’insegnante, circondata dai paesaggi della sua infanzia.
A scompigliare le carte è l’arrivo di Andrea (Fabio Fulco), un social media manager in fuga, che cerca nel cuore della Sardegna un luogo per nascondersi: l’incontro con Ignazio regala una svolta inattesa al dramma del pastore, sommerso dai debiti, che tramite la rete trova una possibilità di riscatto e una speranza per l’avvenire.
Tomaso Mannoni sceglie la leggerezza della commedia per raccontare un’Isola sospesa tra passato e futuro, tra l’arcaica civiltà agropastorale e la realtà virtuale, dove è possibile “vendere un sogno”: il fascino del folklore e la possibilità di salvare una specie dall’estinzione conquistano centinaia di followers, la “solidarietà” della rete rappresenta un’interessante opportunità tutta da esplorare.
“Il Sogno dei Pastori”, sullo sfondo di una Barbagia senza tempo messa in risalto dalla fotografia di Matteo De Angelis, con le scenografie di Marianna Sciveres e le suggestive musiche di Mauro Palmas, racconta un’epopea moderna tra momenti di vita paesana e paesaggi agresti, con l’immagine simbolica del latte versato come estremo gesto di ribellione e un finale in poesia: un film originale e coinvolgente, a tratti onirico, quasi una moderna favola, o meglio “un sogno a occhi aperti”.