Che l’autore nuorese Angelo Mazza fosse una penna speciale lo avevamo capito con “Tascabile indimenticabile” esordio con il Maestrale che ha riempito di meraviglia le librerie nel 2021.
Il 28 febbraio ha visto la luce il secondogenito “Jump”  (sempre per Il Maestrale, 288 pagg.) e il neonato conferma i tratti genetici comuni al fratello maggiore.
I La Gazza si trovano a Milano perché il settantenne Guglielmo “deve sottoporsi ad un intervento che potrebbe risolvere il suo stato di salute o costargli la vita. Una neoplasia grande come un «una risma di fogli A4» gli opprime l’addome” (dalla bandella di copertina). La moglie Tonia e i figli, Angelina e Filomeno, accompagnano il congiunto nel viaggio dal centro Sardegna al capoluogo lombardo e pernottano in una “dimora abitata per brevi periodi da famiglie affamate di speranza”: quella di tornare nella propria, di dimora, senza il mostro che divora la carne e logora l’animo. Nell’appartamento della città ambrosiana, quindi, ritroviamo Filomeno, che in Tascabile avevamo lasciato a Sassari con in mano la lettera-testamento di Giuseppe Serpino, in cui il “caro professore” gli affida l’incarico di prendersi cura dei suoi libri, con in mano “un romanzo che nessuno legge ormai da parecchi anni” e un biglietto del treno dimenticato tra le sue pagine. Il libro riempirà le attese spasmodiche del protagonista sull’esito dell’operazione chirurgica e la data sul ticket ferroviario darà l’avvio ai ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza interamente passata ad inseguire il fatidico record dei sette metri nel lungo.
Un libro e una carta d’imbarco per Beppe, un libro e un biglietto del treno per Filomeno. La storia di “Tascabile indimenticabile” sembra ripetersi. In realtà la costante tra i due romanzi sono solo i libri e un viaggio. Lo sviluppo della vicenda segue una corsia diversa sia nella trama che nella struttura. Nel primo gli umani sono raccontati dal libro che è la voce narrante e il vero protagonista; nel secondo l’atleta ormai adulto narra in prima persona sia il presente che il passato, ma la maestria dell’autore riesce a costruire tra le pagine dei fratelli cartacei un ponte che lascia sbigottiti: “Io ho da terminare ancora il Calvino, sempre in borsa, e decodificarne la strana energia che mi ha rapito da quando l’ho aperto. Che poi, è da vedere se dipenda tutto dal ‘viaggiatore d’inverno’ o se questo saltare da un vagone all’altro del tempo sia merito del biglietto al suo interno. Non sarebbe la prima volta che un piccolo pezzo di carta stravolge un’esistenza” e qui chi ha letto “Tascabile indimenticabile” è pervaso da un sussulto; gli altri dovranno correre a procurarselo perché “Jump”, sebbene non lo si possa definire il seguito del precedente, lo si potrà godere appieno solo dopo la lettura di esso.
“Jump”, dunque, è il termine tecnico con cui si indica il salto nell’atletica leggera che è la regina dei flashback del personaggio principale e diviene metafora di vita per le relazioni che si instaurano, per la messa in gioco delle proprie abilità, per la gestione di successi e fallimenti. Con una precisa ed efficace scelta grafica e strutturale le quattro fasi del jump ginnico sono riprese ad indicare le quattro parti di cui è composto il testo.
Tra un salto e l’altro, attraverso capitoli e “J”, enormi baffoni neri e “7”, emerge, dalle pagine pregnanti e dotate di una scrittura descrittiva esemplare, l’importanza delle persone che ti stanno accanto, degli adulti positivi per i giovani (primo fra tutti l’allenatore “maestro di formazione”), delle carezze (amorevoli della nonna e ambigue del prete), dell’amicizia  e dell’amore. 
Ma il salto all’indietro agli anni ‘80/’90 è anche un’immersione totale nella musica (con, naturalmente, tra le altre, l’omonima canzone dei Van Halen) e nel cinema (con i dialoghi di Rocky che in queste righe sembrano raggiungere vette elegiache) dell’epoca.
In quella corsa ad ostacoli che è l’esistenza umana, il successo è garantito dal lavoro e dal sostegno di coloro di cui ci circondiamo, siano essi compagni di squadra o amici, familiari o chi partecipa all’educazione. L’affetto, l’empatia, la condivisione sono garanzia di felicità nel bene e di sollievo nella sofferenza, e, sembra dirci il nostro autore, dobbiamo rendercene conto prima di sperimentare “che la vita, a un certo punto, è pure una somma di vuoti”.
“Jump”, dunque, si è detto, non è il sequel di “Tascabile indimenticabile” ma è certo che, nella pista narrativa realizzata da Angelo Mazza, il passaggio di testimone tra Beppe e Filo è avvenuto con il miglior cambio possibile.
 
			 
    	




 
							





